L’intervista a Patrizia Puppi, Corporate Communication & CSR Manager di Ibsa Farmaceutici

L’intervista a Patrizia Puppi, Corporate Communication & CSR Manager di Ibsa Farmaceutici

La protagonista del numero di ottobre di PharmaForFuture, la nostra rubrica dedicata alla sostenibilità, è Patrizia Puppi (nella foto sotto), Senior Corporate Communication & CSR Manager di IBSA Farmaceutici. IBSA Farmaceutici è parte del Gruppo IBSA Institute Biochimique SA ed è una realtà di primo piano nel settore farmaceutico italiano. Copre 10 aree terapeutiche e comprende diverse specialità come farmaci da prescrizione, farmaci OTC, dispositivi medici e food supplements.

 

Che ruolo ha la sostenibilità nel vostro modello aziendale?

Nel caso di IBSA si tratta di un impegno costante che si traduce concretamente nella continua ricerca di soluzioni capaci di potenziare la salute e il benessere psicofisico delle persone. Non facciamo filantropia ma scelte strategiche in grado di coniugare il business con l’attenzione alle persone e al sociale. Che significa armonia a partire dall’ambiente di lavoro, correttezza dei rapporti con gli operatori sanitari e trasparenza nella comunicazione. Ma anche propensione a trovare soluzioni innovative e nel trasformare soluzioni terapeutiche dalle proprietà note in uno strumento di cura più semplice ed evoluto che vada incontro al bisogno del benessere psicofisico della persona e non solo della malattia, in un concetto di responsabilità che va oltre la cura.

 

Quali azioni avete già intrapreso in questa direzione?

In questo senso, non si tratta quindi di fare “buone azioni” ma di contribuire al benessere di tutti i nostri stakeholder con attività che vanno oltre il prodotto/ servizio.

Abbiamo avviato diversi progetti in questa direzione, come “Parole Fertili”. Nella nostra esperienza sappiamo che la difficoltà o l’impossibilità a generare è un’area di grande tabù ed è fonte di grande angoscia per la coppia. A differenza di altre patologie, si diventa “pazienti” solo nel momento in cui si desidera un figlio. Senza il desiderio, si resta fertili, anche se medicalmente sterili.

Noi sviluppiamo prodotti per la fertilità, ma abbiamo scelto di andare oltre al prodotto e nel 2016 abbiamo sviluppato in collaborazione con Center for Digital Health Humanities una piattaforma digitale www.parolefertili.it, uno spazio narrativo che ha permesso ai vissuti personali di uscire dalla solitudine, di condividere scelte, dubbi, problemi, aspettative con chi sta affrontando lo stesso viaggio. Nel 2018 da Parole Fertili sono nati tre cortometraggi ed è stato pubblicato un volume con Mondadori Electa (C. Cenci, 2018) che raccoglie 50 storie che raccontano le ambivalenze, le difficoltà, i desideri, le paure associate alla fertilità. Nel 2019 le storie hanno ispirato una produzione teatrale “Quasi Genitori”.

Con l’emergenza Covid-19, nel marzo 2020 è stato ideato il progetto #Letture fertili, un appuntamento nella community per la lettura corale quotidiana di una storia ad alta voce. Nel 2021, Parole Fertili entrerà nel percorso di cura con un’attività di drammaterapia integrata digitale in un Centro di PMA. L’obiettivo è di mobilitare la creatività come risorsa per migliorare l’aderenza e il vissuto delle terapie e degli interventi.

Un altro progetto che portiamo avanti è la collaborazione con l’impresa sociale “I Bambini delle Fate”, sosteniamo progetti di inclusione sociale, a beneficio delle Famiglie con bambini e ragazzi affetti da autismo. Dal 2013 collaboriamo anche con il Banco Farmaceutico con cui, a partire dal 2016, abbiamo contribuito alla realizzazione del Rapporto sulla Povertà sanitaria, che rappresenta uno strumento di analisi particolarmente valido per comprendere e contrastare i fenomeni legati alla difficoltà di accesso alle cure in Italia. Questi sono solo alcuni progetti che IBSA Farmaceutici sostiene e che valorizzano il concetto di Responsabilità oltre la cura. Cerchiamo di costruire intorno a noi una comunità di persone per le quali ricerchiamo e sviluppiamo farmaci ascoltandone i bisogni per tradurli in atti concreti.

 

L’emergenza Covid-19 ha introdotto nuove routine/pratiche/obiettivi nella vostra organizzazione?

Di fronte all’emergenza Covid che ha colpito duramente le comunità in cui IBSA Farmaceutici opera, i nostri stabilimenti infatti sono a Lodi e a Cassina de’ de Pecchi (nelle vicinanze di Bergamo), abbiamo proseguito la nostra attività mettendo in atto fin dai primi giorni della pandemia una serie di azioni nel rispetto della salute e sicurezza dei collaboratori. Ci siamo mossi immediatamente per garantire la fornitura dei nostri prodotti e dare continuità terapeutica ai nostri pazienti, con il principio di assicurare a tutti il posto di lavoro.

Accelerando il processo di digitalizzazione già implementato, abbiamo assicurato le dotazioni tecnologiche necessarie per chi poteva lavorare da casa applicando le politiche di smart working straordinario. È stata inoltre resa disponibile una pagina elettronica ad hoc per tutti i collaboratori, per poterli aggiornare costantemente su tutte le azioni intraprese dalla Direzione durante l’emergenza. Negli Stabilimenti di produzione, a chi ha continuato a lavorare in presenza, la Proprietà ha riconosciuto un aumento dello stipendio del 25%.

Tutti i collaboratori di IBSA Farmaceutici e di IBSA Institute Biochimique hanno raccolto complessivamente 233mila euro, che sono stati erogati a enti caritatevoli impegnati a fornire assistenza alle famiglie bisognose. Un importante contributo quello dei collaboratori, che si è sommato a quello istituzionale, che ha visto una donazione di 475mila euro a sostegno delle strutture sanitarie delle zone maggiormente colpite.

 

Quali sono in particolare i (nuovi) obiettivi che vi siete dati?

Siamo in fase di programmazione del terzo Rapporto di Sostenibilità con l’obiettivo di diminuire l’impatto ambientale e potenziare la performance economica e sociale. Nel frattempo nelle

sedi in Italia sono stati raggiunti traguardi importanti con riduzioni in tutte le categorie di consumi (emissione acqua, C02), nonostante l’output produttivo. Adeguare le strutture esistenti è un nostro obiettivo e tutte le nuove realtà sono costruite secondo nuove linee guida all’avanguardia, senza mai dimenticare il concetto che creare un ambiente lavorativo ottimale contribuisce al benessere psicofisico dei collaboratori.

 

Nella sfida verso la sostenibilità, quali sono gli ostacoli principali nel vostro settore?

Il settore chimico farmaceutico è un settore fortemente regolamentato e per sua natura ha delle aree di criticità che riguardano impianti e processi già esistenti, pertanto qualsiasi miglioramento si voglia mettere in atto deve essere pensato integrando i processi di sostenibilità nell’intera filiera produttiva, obiettivo non sempre semplice da realizzare negli impianti più vecchi.

Tutti i nostri impianti di ultima generazione permettono di ottenere un importante abbattimento del consumo energetico e di acqua e una notevole riduzione delle emissioni di CO2. La sfida è continuare ad aumentare la qualità dei prodotti e dei servizi e contemporaneamente razionalizzare le attività di produzione e logistiche.

 

Come immagina il futuro?

Mi piacerebbe condividere il pensiero del nostro Direttore Generale e AD, Luca Crippa: «continuando a sviluppare tecnologie e prodotti innovativi, coinvolgendo e valorizzando il potenziale umano presente in azienda e implementando progetti di Responsabilità Sociale, IBSA diventerà sempre più una presenza riconosciuta a livello internazionale con un Marchio di eccellenza e qualità, che caratterizza il Made in Italy». Ci auguriamo che molte aziende decidano di avviare un processo di sostenibilità. La pandemia ci ha dimostrato che la reputazione delle aziende farmaceutiche è salita grazie alla capacità di fare rete in una situazione complessa come la ricerca della cura e del vaccino, e che senza fare rete sarebbe difficile anche solo immaginare.

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