PharmaRetail ha deciso di inaugurare il 2020 con PharmaForFuture.
Una nuova rubrica mensile dedicata alla sostenibilità.
Nella prima uscita, l’intervista a Claudio Occoffer (nella foto), direttore generale di Unifarm S.p.A., il gruppo nato nel 1970 che opera sul mercato della salute, nel quale si aggregano e si riconoscono i farmacisti di Trentino Alto-Adige, Veneto, Liguria e Sardegna. Unifarm sviluppa modelli sanitari a ciclo continuo, capaci di rendere il viver bene e la salute parte dell’esperienza di vita quotidiana di ogni cittadino.
Che ruolo ha la sostenibilità nel vostro modello aziendale?
Un ruolo fondamentale, Unifarm ha come mission il mantenimento di un costante equilibrio dinamico tra profitti, conservazione della propria solidità e servizi e tutela del futuro delle farmacie socie. Siamo obbligati al rispetto della sostenibilità economica e sociale e impegnati a garantire solidità economica e finanziaria, allo scopo di produrre benefici e nuove risorse nel breve e nel lungo termine per i farmacisti, che sono soci e membri della società. Tutti i progetti di Unifarm si basano sulla razionalizzazione e sull’impiego responsabile ed efficiente delle risorse. Quello che orienta le scelte quando si parla di progetti in campo di efficienza e innovazione sono il benessere e la salute delle persone che entrano nelle farmacie dei nostri soci farmacisti, nell’ottica della centralità del paziente.
Quali azioni avete già intrapreso in questa direzione?
Siamo costantemente coinvolti in un’interazione costruttiva con il territorio: collaboriamo non solo con gli stakeholders del settore sanità, ma anche con diverse istituzioni pubbliche e private, organizzando progetti di prevenzione, aderendo a campagne informative, accogliendo tirocinanti. Inoltre ci stiamo attrezzando per diventare un’azienda sempre più green, parte dell’energia viene fornita dall’impianto fotovoltaico; abbiamo messo a disposizione dei dipendenti un purificatore di acqua corrente per evitare l’uso di bottiglie di plastica e ci impegniamo a coprire le spese per chi si reca al lavoro usando mezzi pubblici. Nell’ottica della sostenibilità ambientale si collocano anche i nostri progetti che puntano a creare sinergie tra magazzini delle farmacie e magazzino centrale e che investono su innovazione in grado di recuperare risorse umane ed economiche e contenere l’impatto ambientale della logistica. Si tratta di progetti che consentono la razionalizzazione dei magazzini, la riduzione degli overstock e dei prodotti scaduti e una frequenza più razionale di rifornimento delle farmacie. Non è un percorso privo di ostacoli: dal 2016 al 2019 è stato portato avanti un piano di ristrutturazione aziendale che ha previsto importanti tagli ed efficientamenti. Ma che ha consentito investimenti, orientando parte delle risorse recuperate su progetti innovativi, sulla formazione e nella direzione della sostenibilità non solo economica, ma anche sociale ed ambientale.
Quali sono gli obiettivi che vi siete dati?
Il principale obiettivo per questo nuovo anno è consolidare e migliorare i progetti che abbiamo avviato. È un costante “Work in progress”: vogliamo continuare ad alimentare strategie di welfare aziendale, come i benefit ai dipendenti che sostituiscono e incrementano i premi in denaro, o i costanti percorsi di formazione per creare nuove competenze o per valorizzare quelle che esistono. Poi ci sono tutte le attività che vanno nella direzione della riduzione dell’impatto ambientale, sia all’interno dell’azienda, come l’utilizzo di auto elettriche, che nei punti vendita, come la razionalizzazione della rete di trasporti per ridurre il numero delle consegne, a fronte naturalmente di strumenti che permettono di garantire il livello di servizio della farmacia. Siamo costantemente impegnati nel limitare il più possibile l’utilizzo della carta e, quando non è possibile, ci serviamo solo di carta riciclata, in azienda o nei materiali destinati ai punti vendita, e sui prodotti a marchio “Neolatte” sono sempre specificate le istruzioni sullo smaltimento delle confezioni.
Nella sfida verso la sostenibilità, quali sono gli ostacoli principali nel vostro settore?
Uno scoglio particolarmente insidioso da superare è l’individualismo diffuso nella società contemporanea che rischia di contagiare anche categorie che storicamente hanno costruito molto grazie alla coesione e ai principi cooperativistici. La crisi dell’ultimo ventennio, le restrizioni progressive della marginalità del settore farmacia, una certa visione discriminatoria della categoria, hanno portato una sorta di stanchezza e disillusione in alcuni farmacisti e hanno generato una tendenza a focalizzarsi sull’utilità personale dell’oggi, rinunciando alla valutazione di conseguenze e ricadute a lungo termine.
Come immagina il futuro?
Siamo fiduciosi. Perché questo stesso contesto che, nel nostro settore, ha determinato chiusura in alcuni, ha stimolato in molti altri il desiderio di rimettersi in gioco, di sperimentare nuovi paradigmi e nuove esperienze, contagiando positivamente altri colleghi. Grazie ai successi e alla voglia di innovare di questo gruppo sempre più numeroso di farmacisti, Unifarm è ottimista e anche consapevole di dover continuare a fare la sua parte per alimentare un equilibrio capace di coniugare sostenibilità economica, sociale e ambientale.