Un modello sanitario, quello americano, su cui il Covid-19 ha impattato in maniera importante sulla popolazione più svantaggiata e attualmente in attesa di una riforma annunciata dal presidente Joe Biden che, tra le altre cose, dovrebbe espandere l’accesso alle cure sanitarie. Nel frattempo, le grandi catene ma anche le farmacie indipendenti stanno lavorando per affrontare le disparità sanitarie.
È la notizia riportata dal sito Drugstore News: le farmacie americane stanno perseguendo strategie che includono la fornitura di cure personalizzate, il lancio di programmi di gestione della terapia farmacologica e di aderenza ai farmaci, la collaborazione con i leader di comunità, l’offerta di screening sanitari gratuiti, la risoluzione dei problemi di trasporto e strumenti per raggiungere il maggior numero di persone con la vaccinazione COVID-19.
Lewis Drug, una catena di negozi al dettaglio con 56 negozi in Sud Dakota, Minnesota e Iowa, con l’obiettivo di vaccinare contro il COVID-19 un maggior numero di persone nelle comunità svantaggiate, ha coinvolto leader delle amministrazioni locali, religiosi e aziendali e altri influencer per identificare i pazienti che hanno resistenze nei confronti dei vaccini.
Bill Ladwig, vicepresidente senior dei servizi professionali di Lewis Drug, ha affermato
«Stiamo uscendo dal tradizionale regno della farmacia. Stiamo soddisfacendo le aspettative dei pazienti con nuove idee e nuove opportunità. È molto più efficiente utilizzare le risorse prontamente disponibili piuttosto che creare qualcosa di nuovo. Fin dall’inizio, abbiamo lavorato con enti locali che sanno dove si trovano queste persone».
Attraverso queste alleanze, Lewis Drug ha vaccinato i lavoratori degli stabilimenti di carne bovina e di tacchino e dei caseifici del Sud Dakota.
Lo sforzo di sensibilizzazione si sta anche dimostrando un canale per i farmacisti di Lewis Drug per aprire un dialogo con i pazienti su un ampio spettro di potenziali opportunità, incluso assicurarsi che ottengano altri vaccini oltre a quello contro il COVID-19.
Contrastare la diffidenza nei confronti delle vaccinazioni nelle comunità meno avvantaggiate è anche l’obiettivo di Walgreens. Stacey Emmons, manager di Walgreens, ha affermato che l’azienda sta adottando un approccio multiforme: «Come parte del nostro impegno per promuovere l’equità della salute, abbiamo lanciato iniziative per aumentare l’accesso alle vaccinazioni. Ci occupiamo di fare informazione sulla sicurezza dei vaccini e abbiamo creato partnership con comunità e leader religiosi per aiutarci a capire e soddisfare i bisogni delle comunità più svantaggiate.»
Anche CVS Health sta portando avanti azioni per aumentare i tassi di vaccinazione COVID-19 attraverso una strategia che include la sensibilizzazione proattiva dei pazienti e partnership con le organizzazioni di comunità e cliniche.
Rebecca Ferrick, portavoce di CVS Health, ha affermato che grazie a questi sforzi, più di un terzo dei quasi 24 milioni di vaccini somministrati da CVS Pharmacy a partire dal 9 giugno, sono andati a minoranze, inclusi pazienti neri, ispanici e nativi americani.
Walgreens dispone di cliniche mobili locali che si fermano in varie comunità in tutto il paese e che sono in grado di facilitare l’accesso a persone che, per difficoltà logistiche, non riescono a raggiungere la farmacia. Walgreens, ha anche stretto una partnership con Uber: «I nostri farmacisti contattano i pazienti per discutere se sono idonei per un vaccino e se questi dicono: “Non posso recarmi in farmacia” o “Sono in una zona dove non ho mezzi di trasporto” possono quindi istruire il paziente a utilizzare l’app Uber o a contattare Uber per organizzare un trasporto”, ha affermato Emmons. Wallgreens impiega anche modelli analitici per identificare i pazienti che hanno stati di malattia cronica e a guidare l’aderenza ai farmaci: «Se un paziente è nuovo alla terapia, i nostri farmacisti lo seguiranno per assicurarsi che non ci siano effetti collaterali o per rispondere alle domande che hanno. Disponiamo di una moltitudine di diverse opportunità affinché i nostri farmacisti possano fornire cure personalizzate e avere conversazioni individuali con i pazienti”.
Rebecca Ferrick, portavoce di CVS Health, aggiunge: «Stiamo adattando le opzioni di supporto e trattamento per i clienti-pazienti in relazione alla loro storia sanitaria individuale e ai modelli demografici basati su età, sesso, livello di istruzione, geografia, reddito ed etnia“.
La storia personale può influenzare il modo in cui il paziente desidera essere contattato. Aggiunge Emmons: «C’è una grande varietà di modalità in cui le persone vogliono ricevere informazioni dalla farmacia. Può essere una telefonata personalizzata o attraverso il coinvolgimento digitale, come e-mail, uso di un’app, notifica push o sms, ed è fondamentale identificarla».
Se la pandemia ha messo in luce e anche aumentato le disparità tra la popolazione in termini di accesso alle cure, la farmacia americana sembra avere colto l’opportunità di contribuire al superamento dei determinanti sociali in termini di salute.