Trasformazione digitale e sostenibilità del sistema sanitario

Trasformazione digitale e sostenibilità del sistema sanitario

La pandemia ha accelerato in tutta Europa il percorso di digitalizzazione della sanità, rendendo disponibili prestazioni e servizi da remoto che fino a un anno fa sembravano impensabili.

Secondo i dati dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, nel 2021 la spesa per la Sanità digitale in Italia è cresciuta del 12,5% rispetto al 2020, toccando quota 1,69 miliardi di euro, pari all’1,3% della spesa sanitaria pubblica. Una crescita superiore a quella degli ultimi anni ma non ancora sufficiente a imprimere il “cambio di marcia” necessario a colmare il ritardo accumulato. La tanto attesa trasformazione digitale potrebbe arrivare grazie agli investimenti previsti dal Pnrr, che dedica a riforme e investimenti nel settore Salute l’intera Missione 6, con ben 15,63 miliardi di euro di risorse.

 

Servizi digitali essenziali nel periodo pandemico

Del futuro della medicina digitale si è parlato nel webinar “Sanità verso il paziente. Scenari futuri di un settore in evoluzione”, promosso da Medicilio, start-up specializzata nel portare esami medici al domicilio del paziente, con la presenza dell’Irccs Ospedale San Raffaele, dell’Irccs Humanitas, e i portali di servizi MioDottore e UGO.

Durante il periodo pandemico i servizi digitali si sono dimostrati uno strumento essenziale per garantire la qualità della presa in carico e la tempestività dell’assistenza, favorendo l’interazione tra professionisti sanitari con differenti specializzazioni e sviluppando l’assistenza domiciliare integrata. In questo contesto, le nuove tecnologie si impegnano a rendere più facilmente e velocemente a raggiungibili informazioni e servizi secondo modelli di cura innovativi e sostenibili. In particolare, il progresso tecnologico ha reso più semplice il trasporto dei macchinari necessari a fornire diagnostica di primo livello, permettendo un aumento delle prestazioni erogabili a domicilio. «Oggi le opportunità delle nuove soluzioni di telemedicina soprattutto per le strutture sanitarie sono complesse», ha dichiarato Valeria Ingrosso, Strategic Initiatives Manager di Humanitas, «siamo davanti a utenti che hanno nuove abitudini. Ciò che stiamo riscontrando è che da parte dei nostri pazienti c’è un’aspettativa fortissima. Con Medicilio nel 2020 abbiamo avviato una collaborazione per cominciare a sperimentare una nuova modalità di erogazione del servizio di diagnostica. Crediamo infatti che anche rendendo i servizi domiciliari un’alternativa possibile, si potrà gradualmente ridurre la pressione sugli ospedali focalizzandoli sulla gestione dei pazienti cronici o gravi. Ma non solo, i sistemi digitali potranno anche aiutare ad aumentare l’’adesione ai protocolli di riabilitazione post-intervento». Per esempio, il protocollo può essere reso digitale su una App che ricorda quando prendere i farmaci, come fare gli esercizi o che rende possibile una connessione con un tutor virtuale.

Giorgio Marra, coordinatore Area Medicina Digitale-Domiciliare dell’Ospedale San Raffaele, ha spiegato che «negli ultimi due anni la piattaforma di Telemedicina dell’Ospedale San Raffaele ha cercato di soddisfare tutte le necessità dei pazienti, garantendo delle esperienze multicanale di visita e diagnostica domiciliare, successivamente a diagnosi online in contatto diretto con i nostri specialisti. Nel tempo siamo stati in grado di completare l’intero parco di branche specialistiche offerto da Ospedale San Raffaele, ottenendone ben 55 diverse tra specialisti sanitari e professionisti».

Secondo quanto emerso in un altro convegno dal titolo “Sanità Digitale: ora serve un cambio di marcia!”, organizzato dall’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano gli ambiti su cui investire sono: lo sviluppo di soluzioni aziendali per garantire la raccolta del dato di cura del paziente, come la Cartella Clinica; i sistemi per l’integrazione ospedale-territorio e in particolare la Telemedicina; le soluzioni che consentono l’integrazione con sistemi regionali e/o nazionali come il Fascicolo sanitario elettronico.

Per gli esperti, rimane a oggi poca chiarezza su come utilizzare le risorse del Pnrr che dedica a riforme e investimenti nel settore Salute l’intera Missione 6, con ben 15,63 miliardi di euro di risorse. Sarà quindi importante definire la strada corretta per mettere a terra gli obiettivi e monitorare questa trasformazione per supportare al meglio l’evoluzione verso il modello della Connected Care.

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