La pandemia ha evidenziato criticità del Ssn che si pensava potessero rientrare una volta finita l’emergenza. Il “Rapporto civico sulla salute 2023” recentemente presentato da Cittadinanzattiva ha messo, invece, in luce come i cittadini si trovano ancora a fare i conti con lunghe liste di attesa, pronto soccorso in sofferenza, carenza di medici di medicina generale, mentre cresce il ricorso alla spesa privata.
In crescita le difficoltà di accesso alle prestazioni
Il Rapporto civico sulla salute, alla seconda edizione, integra i dati provenienti dalle 14.272 segnalazioni dei cittadini, giunte nel corso del 2022 alle sedi locali e ai servizi Pit Salute di Cittadinanzattiva, con dati provenienti da fonti istituzionali, accademiche o della ricerca. L’obiettivo è mostrare come si traduce oggi il diritto alla salute dei cittadini nel complesso sistema del federalismo sanitario.
Accanto ai mai risolti problemi generali di liste di attesa e accesso alle prestazioni (che raccolgono quasi una segnalazione su tre, 29,6%), i cittadini denunciano carenze in tutti e tre gli ambiti dell’assistenza sanitaria: quella ospedaliera (15,8%), quella territoriale (14,8) e l’area della prevenzione (15,2%). Al quinto posto la sicurezza delle cure (8,5%). Seguono le segnalazioni su accesso alle informazioni e documentazioni (4,5%), assistenza previdenziale (2,8%), umanizzazione e relazione con operatori sanitari (2,6%), spesa privata e ticket elevati (1,7%) e assistenza protesica e integrativa (1,4%).
A crescere, rispetto al 2021, sono soprattutto le problematiche che riguardano l’accesso alle prestazioni (+5,8%) e quelle legate all’assistenza in ospedale (+4,4%).
«Per superare l’urgenza sanitaria chiediamo che siano riaffermate cinque condizioni, cinque chiavi di accesso alla casa comune del Servizio sanitario nazionale», ha affermato Anna Lisa Mandorino (nella foto), segretaria generale di Cittadinanzattiva in occasione della presentazione della ricerca. «L’aggiornamento periodico e il monitoraggio costante dei Livelli essenziali di assistenza che devono essere garantiti ed esigibili su tutto il territorio nazionale; l’eliminazione delle liste di attesa, attraverso un investimento sulle risorse umane e tecniche, una migliore programmazione e trasparenza dei vari canali, un impegno concreto delle Regioni per i Piani locali di governo delle liste di attesa; il riconoscimento e l’attuazione del diritto alla sanità digitale per ridurre la burocrazia, comunicare meglio con i professionisti e accedere a prestazioni a distanza; la garanzia di percorsi di cura e di assistenza dei malati cronici e rari e, in particolare, delle persone non autosufficienti, finanziando la nuova legge per gli anziani non autosufficienti e riprendendo l’iter normativo per il riconoscimento dei caregiver; l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr, con il coinvolgimento delle comunità locali e dei professionisti del territorio».
Per quanto riguarda il ruolo delle farmacie, lo svolgimento di vaccinazioni anti Covid-19 e antinfluenzale, nonché l’apertura a ulteriori vaccinazioni quali Herpes zoster, Hpv e Pneumococco, viene ritenuta una strategia di facilitazione alla vaccinazione, «con specifico riferimento al fattore della prossimità dei servizi che erogano prestazioni a favore della prevenzione».
Una possibilità che si è aperta durante la pandemia, confermata in seguito e oggi da consolidare, per rendere l’accesso alla vaccinazione più vicino alle persone e raggiungere le coperture vaccinali indicate dall’Oms.