La scarsa disponibilità di alcuni farmaci è un problema che continua ad aggravarsi e preoccupa tutta la filiera. «La Fofi», ha dichiarato il presidente Andrea Mandelli in una intervista a SkyTg24, «già nei mesi scorsi aveva lanciato un appello responsabile alle autorità, segnalando l’indisponibilità di diversi medicinali di uso comune, dovuta al maggior utilizzo per la cura del Covid e agli effetti della guerra in corso, che coinvolgono tutta la filiera farmaceutica, mettendo a rischio la reperibilità, per i pazienti, di circa tremila farmaci».
Distribuzione intermedia in difficoltà
«Noi “operatori di trincea” abbiamo segnalato prontamente il problema e ci siamo attivati per sopperire alle carenze di alcuni medicinali di origine industriale, in particolare di uso pediatrico, allestendo i preparati in laboratorio e dispensandoli senza necessità di ricetta medica», ha ribadito Mandelli. «I farmacisti, ancora una volta, si sono dimostrati un elemento fondamentale per realizzare delle “cure di prossimità”, un’esigenza reale del Paese. L’invito ai cittadini resta quello di evitare inutili corse per l’accaparramento dei medicinali e di rivolgersi al farmacista di fiducia che è sempre a disposizione per informare e orientare sulla scelta del farmaco».
Le sigle della distribuzione intermedia del farmaco – Federfarma Servizi e Adf – denunciano, in una nota congiunta, «l’aggravarsi di criticità più volte rilevate e, oltre ai “classici” mancanti, si registrano rotture di stock su un gran numero di prodotti, con evidenti ricadute sulla disponibilità ai cittadini di medicinali, anche importanti come antiasmatici, antipertensivi, neurolettici e antiepilettici». Si stanno abbattendo sull’intero settore farmaceutico gli effetti combinati della crisi pandemica, che accresce la richiesta di alcuni prodotti, e di quella economica che, incidendo anche a livello produttivo, provocano conseguenze a cascata nella filiera con ritardi nelle consegne dei medicinali ai magazzini dei distributori intermedi, che si ripercuotono infine sulle farmacie e sui cittadini, con forti rallentamenti nelle consegne. «Ordini che prima arrivavano in cinque giorni ai siti logistici dei distributori, attualmente restano inevasi fino a tre o quattro settimane, causando, di conseguenza, il problema di medicinali introvabili per i cittadini che si recano in farmacia». La distribuzione intermedia chiede, dunque, l’avvio di un confronto urgente, costruttivo e realmente efficace con tutti gli attori del sistema sul problema carenze, al fine di individuare in una visione d’insieme le soluzioni più adeguate ad assicurare una sanità realmente focalizzata sui bisogni di salute della popolazione.
La situazione è ancora più critica per le aziende produttrici di medicinali fuori brevetto «che rischiano di essere stritolate da una crisi che può mutarsi in una catastrofe che colpirebbe in primo luogo i pazienti e il Ssn», come sottolineato da Massimiliano Rocchi, vice presidente di Egualia, intervenuto al congresso nazionale Sifo (farmacisti ospedalieri). «Il nostro settore rappresenta in molte aree terapeutiche il primo fornitore del Ssn. Ma negli ultimi dodici mesi i costi delle materie prime sono triplicati, le tariffe di spedizione sono sei volte più costose, i costi energetici sono aumentati di oltre il 230% rispetto alla media 2018-2020 e quelli di plastica, vetro alluminio e carta, oltre alla scarsità, spingono i prezzi complessivi alla produzione ben oltre il 10% di aumento». Le richieste del comparto puntano in primo luogo a ottenere interventi urgenti al capitolo della revisione dei prezzi che tenga conto della rivoluzione dei costi in atto. «Andrebbe rapidamente individuata una nuova modalità per la richiesta straordinaria di rinegoziazione dei prezzi dei farmaci nei casi in cui sussistano rischi per la sostenibilità industriale. E vanno rivisti i criteri di gestione delle procedure di gara, privilegiando l’offerta economicamente più vantaggiosa, gli accordi quadro per categorie di farmaci a rischio disponibilità e continuità forniture, e puntando a realizzare una puntuale quantificazione dei fabbisogni e raggiungere maggiore congruità dei prezzi a base d’asta. Avendo sempre come obiettivo la salvaguardia della presenza di più operatori sul mercato e la mitigazione dei rischi di interruzione di approvvigionamento dei prodotti».
In questo contesto Marcello Gemmato (nella foto), farmacista da poco nominato sottosegretario alla Salute, punta sul potenziamento delle farmacie. A fronte delle criticità che il servizio sanitario sta vivendo, quale la carenza di medici e operatori sanitari, le liste d’attesa, la disomogeneità assistenziale, si punta sempre di più sulla rete delle farmacie, uniforme e capillare, e presidio di sanità sul territorio. «La rete delle farmacie rappresenta già oggi una risposta importante: tale presidio è, infatti, presente uniformemente su tutto il territorio nazionale, dal centro cittadino sino al più piccolo Comune di montagna, e costituisce una fondamentale risorsa sanitaria di prossimità, ponendosi come anello di congiunzione», ha dichiarato Gemmato in un recente intervento a margine della cerimonia di consegna del “Caduceo d’Oro 2022”, tenutasi a Bari.