Cresce la spesa in sanità digitale in Italia nel 2022, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente, per arrivare a 1,8 miliardi di euro di spesa. In aumento anche l’interesse dei cittadini per questo tipo di servizio, con una maggiore richiesta di App e dispositivi indossabili, secondo i risultati della ricerca dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.
L’AI utilizzata per l’analisi delle immagini
La digitalizzazione del sistema sanitario in Italia sta proseguendo, «ma il tanto atteso cambio di passo che la Missione 6 Salute del Pnrr avrebbe dovuto imprimere agli investimenti in sanità digitale non è ancora tangibile. L’utilizzo delle risorse legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza si sta rivelando una sfida dall’esito tutt’altro che scontato», ha spiegato Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio. «La difficoltà di comprendere come realizzare concretamente questa opportunità è tra gli ostacoli più rilevanti allo sviluppo della sanità digitale secondo i principali decisori delle strutture sanitarie (49%), insieme alle limitate risorse economiche (58%)».
Un capitolo importante della digitalizzazione è quello del Fascicolo sanitario elettronico: dalla rilevazione svolta in collaborazione con Doxa Pharma emerge che nel 2023 il 35% dei cittadini ha fatto almeno un accesso al Fse (contro il 33% rilevato nel 2022) e la maggior parte di loro (53%) afferma di averlo usato solo per le funzionalità legate all’emergenza Covid (consultazione del Green Pass, dei certificati vaccinali, eccetra). Il rischio è che, essendosi affievolita la necessità di utilizzare i servizi per l’emergenza Covid, che questo strumento non guadagni ulteriore popolarità. Oltre a proseguire la realizzazione del Fascicolo Sanitario 2.0, alimentandolo in modo omogeneo e pervasivo di documenti e dati e arricchendolo di servizi utili al cittadino, per spingere sull’adozione di questo strumento sarà necessario rendere maggiormente evidenti ai cittadini i benefici derivanti dal suo utilizzo.
Tra i servizi più interessanti per il futuro ci sono la possibilità di visualizzare l’andamento dei propri parametri clinici (67%) e di consultare informazioni specifiche sulla propria patologia (65%).
I servizi di telemedicina stanno avendo, invece, una nuova ripresa: il 39% dei medici specialisti e il 41% dei Medici di medicina generale afferma di aver utilizzato servizi di televisita e rispettivamente il 30% e il 39% ha fatto ricorso al telemonitoraggio.
Infine, per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, tra le applicazioni a oggi più diffuse ci sono le soluzioni che consentono di analizzare immagini e segnali per fini diagnostici o di trattamento: il 29% delle strutture sanitarie afferma di aver avviato prime sperimentazioni in questa direzione. Si tratta delle applicazioni a oggi più utilizzate dai medici specialisti e considerate come più promettenti per il futuro (60%). Guardando, invece, ai Chatbot basati su AI e progettati per rispondere a quesiti emulando la conversazione umana, se da una parte potrebbero rappresentare una grande opportunità anche per la sanità, dall’altra non mancano preoccupazioni, soprattutto dal punto di vista etico e legale.