Dopo 26 anni è stato rinnovato l’Accordo collettivo nazionale conosciuto anche come “Convenzione Farmaceutica”: approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, dà piena attuazione alla farmacia dei servizi, con regole chiare ed uniformi, rafforzando l’assistenza sanitaria di prossimità e ponendo particolare attenzione ai bisogni di salute degli anziani, dei malati cronici e delle persone fragili.
L’accordo rafforza l’assistenza territoriale
«La Convenzione aggiorna, dopo ben 26 anni, la normativa che regola il rapporto tra le farmacie e il Servizio sanitario nazionale adeguandola alle nuove esigenze di assistenza sanitaria territoriale e all’evoluzione vissuta dalla farmacia in questi anni” ha commentato Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale. «La Convenzione appena siglata regola non solo le modalità di erogazione dei farmaci, la disponibilità dei farmaci essenziali, gli orari di apertura delle farmacie, ma anche tutti i servizi, dai test con prelievo di sangue capillare alle prestazioni di telemedicina, alla somministrazione dei vaccini».
Per i cittadini, la Convenzione ha un ruolo cruciale perché assicura un accesso facile ed equo ai farmaci prescritti dal Ssn su tutto il territorio nazionale, comprese le aree rurali o periferiche; garantisce la continuità terapeutica, grazie al supporto professionale del farmacista che verifica aderenza e corretto utilizzo delle terapie; offre assistenza di prossimità prevedendo e disciplinando l’erogazione di servizi in telemedicina, di test con prelievo di sangue capillare, la somministrazione di vaccini, le attività di prenotazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e le attività di partecipazione e collaborazione ai programmi di medicina preventiva, di informazione ed educazione sanitaria. «Grazie alla nuova Convenzione i servizi in farmacia saranno erogati e disciplinati in maniera strutturata ed uniforme per consentire ai cittadini un accesso equo sull’intero territorio nazionale» ha sottolineato Cossolo «Tutte le farmacie opereranno secondo gli standard previsti, in qualità di presidi sanitari di prossimità, anello di congiunzione tra cittadino e SSN».
L’entrata in vigore della Convenzione farmaceutica dettaglia una disciplina già esistente: in particolare è previsto che il farmacista utilizzi test conformi alla normativa di riferimento ovvero aventi le caratteristiche minime di sensibilità e specificità qualora queste siano definite dal Ministero della salute e/o dalle altre Autorità competenti, ivi compresi i test ad uso professionale classificati come cosa che, come detto, già avveniva prima del varo della Convenzione Farmaceutica; inoltre, si ribadisce che la somministrazione del test avvenga nel rispetto delle modalità riportate nella scheda tecnica del prodotto in uso e delle istruzioni fornite dal produttore per la raccolta e la manipolazione del campione.
La nuova convenzione introduce anche l’obbligo di consegna del risultato o attestato scritto all’assistito, anche in formato digitale, debitamente firmato su carta intestata della farmacia: previsione, questa, particolarmente attesa dalla collettività e che rappresenta, senza dubbio alcuno, una assunzione di responsabilità da parte del farmacista nel suo ruolo di professionista sanitario. Quest’ultimo punto è stato motivo di contestazione da parte di alcune sigle che rappresentano medici e biologi dei laboratori di analisi. In particolare, ha dichiarato Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed, sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani «riteniamo che l’accordo comprometta la tutela della qualità e l’attendibilità dei servizi resi agli utenti, cui si aggiungono la grave e palese invasione di competenze di medici e altri professionisti sanitari e le inaccettabili ricadute anche in termini di incremento della spesa sanitaria in una fase di grave e perdurante carenza di risorse che sta pregiudicando l’erogazione dei servizi essenziali». A queste critiche ha risposto Federfarma ribadendo che “nessuna attività di diagnosi è riservata al farmacista, né allo stesso viene assegnata dalla Convenzione farmaceutica”.
L’accordo va, invece, «nella direzione del potenziamento dell’assistenza territoriale, affermando il fondamentale ruolo dei farmacisti nell’erogazione dei servizi di primo e secondo livello ai cittadini, e favorendo un approccio multidisciplinare nella gestione dei pazienti» ha commentato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) «Si valorizzano la professionalità, la presenza capillare sul territorio e la relazione fiduciaria con il cittadino-paziente che fanno dei farmacisti e della rete delle farmacie un presidio sanitario di prossimità insostituibile per la collettività e per il SSN».