La spesa farmaceutica complessiva nel 2021 è stata di 32,2 miliardi di euro, con un +3,5% rispetto al 2020, di cui il 69,2% rimborsata dal Servizio sanitario nazionale, mentre la spesa privata cresce più di quella pubblica.
I dati sulla spesa farmaceutica nel nostro Paese sono contenuti nel Rapporto Nazionale 2021 “L’uso dei Farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa, giunto alla ventiduesima edizione.
Spesa sotto controllo
Il Rapporto OsMed fornisce una descrizione sempre più completa e critica dell’assistenza farmaceutica in Italia, in ambito territoriale e ospedaliero, sia a carico del Ssn che tramite l’acquisto privato da parte del cittadino. «È uno strumento ufficiale di stima e verifica di una serie di strumenti amministrativi, come pay-back, fondi di ripiano e tetti di spesa di prodotto, informa le decisioni delle Commissioni Aifa, consente di monitorare l’effetto delle azioni regolatorie e l’andamento della spesa e dei consumi dei farmaci in Italia, anche a confronto con gli altri Paesi europei. È inoltre un punto di riferimento per le Regioni e fonte d’informazione primaria per chi si occupa di comunicazione sanitaria», ha spiegato Nicola Magrini, dg Aifa.
Questi, in sintesi, i dati: su una spesa farmaceutica complessiva nel 2021 di 32,2 miliardi di euro la spesa pubblica, con un valore di 22,3 miliardi, ha rappresentato il 69,2%. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,8 miliardi di euro (233,5 euro pro capite), in crescita (+4,8%) rispetto all’anno precedente, mentre i consumi rimangono stabili (-0,3%).
Da questo emerge che la spesa farmaceutica in Italia è da considerarsi complessivamente sotto controllo, visto che cresce a ritmi meno sostenuti rispetto alle altre componenti della spesa sanitaria (personale, assistenza ospedaliera, eccetera.) anche se con numerosi ambiti di miglioramento per una prescrizione basata sulle migliori evidenze scientifiche e più omogenea sull’intero territorio nazionale. Tuttavia, è opportuno tenere presente che vi è un forte aumento di spesa per vaccini, antivirali, anticorpi monoclonali per il Covid‐19m che ammontano a oltre 2,3 miliardi di euro per il 2021, necessarie per fronteggiare la recente e inattesa emergenza sanitaria.
Nel 2021 poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. È stata osservata una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età. In particolare, la popolazione con più di 64 anni ha assorbito il 70% della spesa e delle dosi. Le Regioni del Nord hanno registrato una prevalenza inferiore (59,3%) rispetto al Centro (64,7%) e al Sud Italia (66,7%).
Per quanto riguarda la popolazione pediatrica, il 35,1% di essa ha ricevuto nel 2021 almeno una prescrizione di farmaci (il 53,8% dei bambini nella fascia di età prescolare). Rispetto all’anno 2020, si registra un incremento delle confezioni pro capite, concentrato nei bambini nei primi 5 anni di vita, mentre si riducono i consumi nei bambini in età scolare e negli adolescenti. I farmaci più prescritti restano gli antinfettivi per uso sistemico e quelli per l’apparato respiratorio; mentre i primi continuano a registrare una riduzione dei consumi, i farmaci dell’apparato respiratorio registrano una ripresa.
Nella popolazione anziana la spesa media per utilizzatore è stata di 558 euro (599 negli uomini e 525 nelle donne). Quasi l’intera popolazione (97%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica.
I maggiori incrementi sono stati registrati per i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, in particolar modo in regime di assistenza convenzionata, attribuibile all’aumento dei consumi della vitamina D e analoghi e degli inibitori di pompa protonica. Si riducono invece i consumi dei farmaci del sistema respiratorio, principalmente per effetto del decremento dei consumi dei farmaci per la Bpco e l’asma.
Nel 2021 la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino ha raggiunto 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7% rispetto al 2020; di questi il 57% (3,5 miliardi) è relativo a farmaci con ricetta e il 43% (2,6 miliardi) a farmaci di automedicazione (Sop e Otc), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali.
Benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa. Considerando solo i farmaci di automedicazione, i primi principi attivi per spesa sono diclofenac, ibuprofene e paracetamolo.
La Regione con il valore più alto di spesa lorda pro capite è stata la Campania con 199,9 euro, mentre il valore più basso si registra nella PA di Bolzano (113,4 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 76%.
Infine, nel confronto internazionale si evidenzia ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, sebbene l’Italia sia al 2° e 1° posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo di farmaci biosimilari. Nel confronto sui prezzi emerge come l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, abbia prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia. L
’Italia, con 31,2 euro pro capite, risulta al 6° posto per la spesa dei farmaci orfani, dopo Austria (43,4 euro), Germania (41,0 euro), Francia (40,3 euro), Spagna (36,7 euro) e Gran Bretagna (33,9 euro). Tutti i Paesi, dopo la riduzione registrata nel 2020, mostrano un aumento della spesa di questi farmaci rispetto all’anno precedente.