Nei due anni di Covid 19, che hanno messo alla prova l’intero sistema sanitario, il settore delle aziende di distribuzione intermedia ha reagito all’emergenza senza incertezze: dalla reperibilità delle mascherine agli accordi sui test Covid e la distribuzione dei vaccini, il comparto ha giocato un ruolo fondamentale durante la pandemia.
Di questo si parlato nel meeting #DISTRIBUIAMOSALUTE di Federfarma Servizi tenutosi a Milano Marittima, durante il quale è stato anche presentato il Primo Rapporto Nazionale di Federfarma Servizi.
Il comparto chiede una riforma della remunerazione
Il Rapporto raccoglie numeri che restituiscono il ruolo cruciale e la dimensione dell’impegno del comparto per la salute pubblica. Negli ultimi due anni le aziende associate hanno infatti assistito il presidio rappresentato dalle farmacie veicolando sul territorio 2 miliardi di unità: 2,4 milioni di vaccini, 16,7 milioni di tamponi e test Covid, 161 milioni di mascherine, oltre a 1,4 miliardi di farmaci e 409 milioni di parafarmaci. «Per 540 milioni di volte abbiamo assicurato che in tutto il Paese le persone potessero trovare in farmacia ciò di cui avevano bisogno, con 34,7 milioni di consegne e 355 milioni di chilometri percorsi. È stata una vera e propria prova da sforzo», ha sottolineato il presidente di Federfarma Servizi Antonello Mirone, «cui le nostre associate hanno mostrato di rispondere con straordinaria capacità organizzativa e spirito di servizio».
Federfarma Servizi rappresenta 18 aziende di distribuzione e servizi e conta 3.490 farmacie socie. «Senza la distribuzione intermedia e le società dei farmacisti le farmacie non avrebbero potuto svolgere la funzione di primo, e spesso unico, presidio sanitario del territorio», ha spiegato Mirone. «Durante l’emergenza pandemica abbiamo mostrato capacità ed efficienza, ora il nostro ruolo deve uscire dall’ombra. Le nostre aziende vivono uno stato di sofferenza e da troppo tempo siamo in attesa di una riforma della remunerazione che dia respiro a una situazione non più sostenibile e aggravata ulteriormente dal conflitto in Ucraina e da una crisi energetica da tempo in atto. I bilanci della distribuzione intermedia sono messi a rischio da maggiori costi su due voci che rappresentano alcune delle principali spese: l’energia e il carburante. In più occasioni ci siamo rivolti alla politica per chiedere un intervento che sia strutturale e mirato al comparto, così come è avvenuto per altri settori. Da troppo tempo il comparto attende una riforma della remunerazione, oggi ancora più urgente. Pensiamo alla distribuzione del Paxlovid, l’antivirale per il Covid-19 efficace se assunto il più precocemente possibile: come farlo se non attraverso le farmacie territoriali e un sistema di distribuzione in grado di lavoro in modo organizzato ed efficiente?».
In questo contesto, Federfarma Servizi ha svolto con costanza e determinazione la sua mission associativa non solo fornendo supporto alle associate e promuovendo la diffusione delle migliori esperienze locali, ma anche rappresentando le istanze economiche e tecnico-normative del comparto nelle sedi di confronto politico e istituzionale. Al centro di un network per la tutela della salute, nell’ultimo biennio Federfarma Servizi ha siglato 50 accordi regionali sulla distribuzione di farmaci e presidi sanitari, avviato 8 partnership tecnico-scientifiche e si è confrontata con 23 enti pubblici e privati afferenti al settore farmaceutico, si legge nel Rapporto.
«Abbiamo avuto la prova dell’importanza di lavorare in sinergia, sostenuti dai nostri valori, dalla nostra ispirazione cooperativistica e dal rapporto di fiducia con le farmacie. A trentaquattro anni dalla sua nascita», ha concluso Mirone «Federfarma Servizi rappresenta oggi un osservatorio privilegiato sulla salute pubblica, sia in ambito nazionale che europeo. Adesso lo sguardo è rivolto al futuro, alle sfide istituzionali perché sia garantita la sostenibilità del comparto e tutelare il ruolo fondamentale che esso svolge per la collettività».