È stato presentato il rapporto annuale La Farmacia Italiana di Federfarma, che, nell’edizione 2022, fa un bilancio del lavoro delle farmacie del nostro Paese nei due anni di pandemia da Covid-19, mentre i numeri dei contagi riprende a crescere insieme alle file per i tamponi. Al centro del documento i nuovi servizi e la necessità di consolidare il nuovo modello che si è imposto nell’emergenza per continuare ad essere presidio del Ssn sul territorio.
Oltre il 55% delle farmacie appartiene a società
«Per continuare a garantire il servizio nelle difficili condizioni operative imposte dalla pandemia, le farmacie hanno dovuto riorganizzare la propria attività per dare risposte adeguate sia dal punto di vista della corretta informazione sia dal punto di vista dell’erogazione di prodotti e servizi necessari ad affrontare l’emergenza», ha affermato Marco Cossolo, presidente di Federfarma, presentando il Rapporto. «Le farmacie sono riuscite ad assicurare un servizio efficace ed efficiente, pur in condizioni ambientali difficilissime, soprattutto per la necessità di garantire la sicurezza degli utenti e degli operatori, per di più in un contesto normativo non sempre chiaro e di facile applicazione. I continui interventi regolatori e la sovrapposizione delle misure via via varate per risolvere i problemi che si presentavano hanno richiesto grande impegno sia a Federfarma, per quanto riguarda la diffusione e l’interpretazione delle norme, sia alle farmacie per la loro concreta e puntuale attuazione».
Il numero delle farmacie continua ad aumentare, anche a seguito dei concorsi straordinari e alle nuove aperture. Il rapporto effettivo farmacie-abitanti è superiore a quello previsto dalla legge (pari a una farmacia ogni 3.300 abitanti), perché le farmacie sono presenti anche nei centri abitati con poche centinaia di abitanti e perché le Regioni hanno sfruttato la possibilità, prevista dalla legge, di aprire farmacie in zone disagiate e mal collegate, indipendentemente dal numero di abitanti. Quindi la densità di farmacie per abitanti in Italia (una ogni 2.977 abitanti) è superiore alla media europea (una ogni 3.245 abitanti) a conferma della grande capillarità della rete.
Oltre il 55% delle farmacie appartiene ormai a società, la quota restante (poco più del 44%) è gestito sotto forma di ditta individuale. I farmacisti titolari di farmacia e i soci di società titolari di farmacia sono complessivamente oltre 21.000: il 60% è costituito da donne, con una età media di 61 anni. Vi sono poi 400 farmacisti associati in partecipazione e oltre 2.000 farmacisti collaboratori di impresa familiare, la cui età media è di 58 anni. La situazione è in continua evoluzione per gli effetti della Legge annuale sulla Concorrenza 2017, che ha introdotto la possibilità per le società di capitale di essere titolari di farmacia e consente la creazione di catene.
Per quanto riguarda il fatturato delle farmacie è composto per circa il 57 per cento da farmaci con ricetta (di fascia A e C). Tale quota di fatturato negli ultimi anni è in calo, soprattutto a seguito dei tagli apportati alla spesa farmaceutica convenzionata e alla diffusione dei medicinali equivalenti, che hanno prezzi più bassi rispetto a quelli coperti da brevetto. Il calo di fatturato, nei mesi più critici dell’emergenza sanitaria, si è esteso anche al settore commerciale. Dopo il calo del 2020, il fatturato è risalito nel 2021, facendo registrare un incremento del +3,4%.
Analizzando la distribuzione per conto, nel 2020 rispetto al 2019, a livello medio nazionale, è aumentata in numero di confezioni del 13%, a fronte di un corrispondente calo delle confezioni erogate in distribuzione diretta; analogamente, nel 2021 abbiamo assistito a un calo del 10% delle confezioni erogate in diretta e a un aumento dell’8% di confezioni in Dpc rispetto al 2020. È necessario lavorare per rendere questa novità parziale, data dall’esigenza di ridurre gli spostamenti durante la pandemia, un elemento organico del sistema.
Per quanto riguarda i servizi elargiti, i dati mostrano che le farmacie si sono impegnate anche su fronti diversi rispetto alla lotta al Sars-Cov-2: circa una farmacia su due negli ultimi due anni ha promosso sia campagne di sensibilizzazione e promozione di stili di vita salutari per i cittadini (50%), sia campagne per la specifica individuazione di soggetti a rischio e la diagnosi precoce (48%), in particolare per il diabete (86%), le patologie cardiovascolari (68%) e le dislipidemie (51%). Ancora più significativa la percentuale di farmacie che negli ultimi due anni ha aderito a campagne di prevenzione istituzionale promosse dalle istituzioni relative al tumore al colon-retto: 66%. Oltre un terzo delle farmacie ha realizzato iniziative in merito all’aderenza terapeutica.
Per il futuro, il modello della Farmacia dei servizi, che è stato di fatto aggiornato e integrato a seguito dell’esigenza di dare nuove risposte ai bisogni della popolazione, deve trovare concreta attuazione su tutto il territorio nazionale, nell’ottica di contribuire al potenziamento della rete di assistenza territoriale, la cui efficienza si è dimostrata fondamentale per affrontare il quadro epidemiologico. Il medesimo percorso si è verificato in Europa: in tutti i Paesi europei le farmacie hanno dato un contributo importante al contrasto alla pandemia e hanno sperimentato servizi innovativi che costituiscono la base per costruire la farmacia del futuro.