La spesa per la sanità digitale in Italia è cresciuta nel 2020 del 5% rispetto al dato del 2019, con un totale di 1,5 mld di euro, che rappresentano l’1,2% della spesa sanitaria pubblica. Un incremento in parte legato alla risposta all’emergenza sanitaria, che segna la direzione da seguire nel post-emergenza, anche grazie ai nuovi fondi previsti dal Pnrr. È il dato che emerge dal XVII Rapporto Crea Sanità, “Il futuro del Ssn: vision tecnocratiche e aspettative della popolazione”, dedicato agli effetti prospettici della pandemia e degli interventi attesi per effetto delle risorse rese disponibili dal programma Next Generation EU.
La Digital Literacy dei cittadini limita l’utilizzo dell’e-health
Secondo le principali evidenze dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, riportate nel documento, in questo ultimo anno sono cresciuti la rilevanza e, di conseguenza, l’utilizzo dei canali digitali per la ricerca di informazioni in ambito sanitario. Le informazioni più ricercate online dai cittadini sono quelle sui corretti stili di vita (73%), in aumento rispetto al 60% rilevato lo scorso anno, e il digitale ha giocato un ruolo fondamentale anche nella ricerca di informazioni sui vaccini e sulla campagna vaccinale, da parte del 43% dei cittadini. La maggior parte dei cittadini che non hanno utilizzato canali digitali afferma di non essere capace di utilizzarli (35%), quota che arriva al 63% per gli over 65.
La Digital Literacy dei cittadini (cioè competenze digitali di base legate all’utilizzo di strumenti digitali o applicazioni nella vita quotidiana) è uno dei fattori che limita maggiormente l’utilizzo di canali digitali, soprattutto tra la popolazione più anziana: se mediamente il 70% della popolazione utilizza abitualmente strumenti digitali, tale quota si riduce al 30% tra gli over 65. Nella definizione di servizi e applicazioni per cittadini e pazienti bisognerà quindi considerare queste specificità, affinché lo sviluppo di canali digitali non diventi elemento di disparità tra la popolazione ma, viceversa, una nuova opportunità da cogliere e sfruttare al meglio. Pertanto, lo sviluppo di una strategia multicanale è uno degli elementi centrali nei prossimi anni.
Per quanto riguarda le App, quelle più utilizzate dai pazienti riguardano il monitoraggio dello stile di vita (33%) e più della metà del campione mostra interesse a farne uso in futuro. Seguono le App per ricordarsi di prendere un farmaco (utilizzate dal 22% e di interesse per il 45%) e per tenere sotto controllo i parametri clinici (21% e 47%). Il beneficio principale espresso dai pazienti che hanno utilizzato App per la salute è legato al sentirsi più consapevole della propria patologia e della salute in generale (46%) e all’avere un supporto per rispettare il proprio piano di cura (42%).
La diffusione di servizi digitali, nell’ultimo anno, in risposta all’emergenza sanitaria – per esempio il ritiro dei referti dei tamponi/test sierologici e prenotazione online del vaccino – ha accelerato lo sviluppo di un’offerta che riduce la necessità dei cittadini di recarsi presso le strutture sanitarie. In questo ambito, il servizio digitale maggiormente utilizzato da parte dei cittadini si conferma essere quello del ritiro online dei documenti clinici (37% dei cittadini che hanno accesso al servizio referti, in aumento rispetto al 29% rilevato a inizio 2020). Segue la prenotazione online di visite ed esami (26%) e il pagamento online (17%)).
Il 45% dei cittadini che hanno prenotato il vaccino lo ha fatto attraverso un portale internet, percentuale che scende al 29% tra gli over 65, che hanno preferito canali telefonici o fisici. Secondo le conclusioni dell’Osservatorio, la sfida per il futuro sarà quella di mettere a disposizione dei cittadini servizi digitali che siano progettati tenendo in considerazione le loro esigenze e che siano semplici da utilizzare e facilmente accessibili.
Anche nella relazione tra medici e pazienti gli strumenti digitali stanno giocando un ruolo fondamentale, abilitando la comunicazione e lo scambio di informazioni a distanza. L’email rappresenta lo strumento maggiormente utilizzato dai Medici di medicina generale e dai medici specialisti, sia prima dell’emergenza (rispettivamente 79% e 85%) sia durante la stessa.
Infine, secondo i dati riportati, i servizi di telemedicina sono ancora poco utilizzati dai pazienti, non tanto per la mancanza di interesse, ma a causa dell’offerta ancora limitata. I pazienti dichiarano che la modalità più utilizzata per monitorare a distanza il loro stato di salute è una semplice telefonata, oppure una videochiamata di controllo (23%). Su tutti i servizi emerge un interesse molto elevato da parte dei pazienti, con percentuali vicine al 90%, per il tele-monitoraggio e la tele-visita con il medico specialista.