L’inflazione corre, anzi galoppa: l’Istat ha comunicato che nel mese di settembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente).
I rincari trainati dall’aumento di gas ed elettricità hanno ormai colpito tutti i settori generando una contrazione dei consumi: gli italiani hanno iniziato a tagliare o rimandare le spese non indispensabili. In ritardo rispetto al resto del retail, a partire da settembre anche la farmacia ha iniziato a mostrare i primi segnali di calo nelle vendite di prodotti meno legati a un bisogno di cura come possibile effetto dell’inflazione in atto.
Una conseguenza dell’aumento dei prezzi generalizzato o specifico del canale? Come si stanno evolvendo i prezzi del mondo out of prescription in farmacia?
Per rispondere a queste domande, a partire da questa settimana, nella nuova rubrica Monitor Inflazione a cura di New Line Ricerche di Mercato metteremo a confronto settimanalmente l’andamento generale dei prezzi riportato mensilmente dall’ISTAT con quello specifico del canale farmacia, per evidenziarne i possibili andamenti coerenti o discordanti e vi proporremo focus specifici sull’andamento dei prezzi nelle specifiche categorie del canale ( tra il totale Automedicazione, l’Automedicazione SOP & OTC, l’Automedicazione No SOP & OTC e la Dermocosmetica).
Abbiamo chiesto a Viki Nellas, responsabile Area Ricerche di New Line Ricerche di Mercato, di raccontarci che cosa sta succedendo in farmacia in queste ultime settimane e mesi sul fronte prezzi.
I rincari trainati dalle materie prime si sono ormai trasferiti anche a tutti i settori, è successo anche in farmacia? Avete riscontrato variazioni rilevanti nei prezzi dei prodotti a Libera Vendita?
La farmacia è un canale non abituato a registrare variazioni rilevanti nei prezzi: tra il 2016 e il 2020 il livello dei prezzi dei prodotti dell’ambito commerciale è rimasto sostanzialmente stabile, con variazioni dell’indice dei prezzi (calcolato prendendo come riferimento il 2015, anche per essere allineati al modo in cui l’Istat calcola l’indice dei prezzi al consumo) sostanzialmente nulle fino al 2019 e al massimo dell’1% fino al 2021. Qualcosa è invece cambiato nei primi 8 mesi del 2022, in cui si osserva invece un incremento del livello dei prezzi superiore al 2%.
Se consideriamo i primi 500 prodotti del Commerciale (che coprono circa il 40% del fatturato complessivo del mondo out of prescription) l’incremento di prezzi è mediamente del +2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un aumento decisamente rilevante per il canale tenendo conto che l’incremento percentuale di prezzo tra un anno e l’altro dal 2016 al 2021 è stato mediamente dell’1,5%.
Quindi la farmacia si sta allineando alla dinamica inflattiva generale, quella del paniere Istat con cui avviene il vostro confronto?
L’incremento del livello dei prezzi in farmacia nel 2022 è partito gradualmente dalla primavera e non pare dare segnali di arresto: i prezzi continuano a crescere mese dopo mese sia a livello di Commerciale sia delle sue principali categorie.
Al momento la dinamica inflattiva della farmacia è però più contenuta rispetto a quella generale rilevata dall’Istat, sia in termini assoluti sia relativamente al ritmo di crescita dei prezzi. L’Istat, infatti, registra un incremento dei prezzi a livello complessivo già ad inizio 2022 e un ritmo di crescita dei prezzi sul paniere dei prezzi al consumo Istat molto più elevato di quello registrato in Farmacia (l’indice ISTAT è passato dal 108 di gennaio 22 al 114 ad agosto, quindi 6 punti; l’indice della Farmacia da un 104 ad un 106, quindi “solo” due punti)
Nonostante questa situazione più “attenuata” rimane l’eccezionalità di un incremento di prezzi così marcato per il canale.
I rincari si sono registrati in tutte le categorie del mondo out of prescription?
In realtà esiste una certa eterogeneità nella dinamica inflattiva all’interno del mondo commerciale. Se, infatti andiamo ad analizzare, come faremo nelle prossime settimane, le principali categorie del Commerciale (quindi SOP/OTC, Automed non SOP/OTC e Dermocosmetica) vediamo che l’incremento dell’indice dei prezzi da gennaio ad agosto è sostanzialmente lo stesso (circa due punti), nonostante gli incrementi di prezzo registrati ad inizio anno rispetto al 2015 siano molto diversi (più alti per tutto il mondo automedicazione, in particolare per il farmaco senza obbligo di prescrizione).
Come stanno reagendo i consumatori a questi rincari che, seppur contenuti, sono “eccezionali” rispetto alle normali dinamiche dei prezzi in farmacia?
I prossimi mesi, in cui ci aspettiamo che la dinamica inflattiva acceleri ancora, ci forniranno elementi interessanti per rispondere. Fino ad agosto i volumi hanno sempre continuato a mostrare trend positivi rispetto al 2021, anche se si è cominciata ad aprire una forbice tra dinamica a fatturato e dinamica a confezioni, con la performance a fatturato che diventa ogni mese migliore rispetto a quella a volumi. Un segnale che indica come i prezzi più alti abbiano avuto in un primo momento un impatto positivo sul giro d’affari totale del canale.
Ma, a partire da settembre, iniziamo a notare le prime avvisaglie di un calo della domanda dei prodotti dell’area della Libera Vendita nel canale che, in parte, può essere certamente correlata all’aumento dei prezzi. Le prossime settimane e mesi saranno molto importanti per capire se ai rincari corrisponderà una contrazione dei volumi, come sta succedendo in molti altri settori.