Secondo i dati diffusi dal Banco Farmaceutico, presentati il 27 novembre 2024 alla Camera dei Deputati durante la pubblicazione del libro Tra le crepe dell’universalismo – Disuguaglianze di salute, povertà sanitaria e Terzo settore in Italia, l’Italia affronta una crisi sempre più acuta di povertà sanitaria. Il volume, curato dall’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria con il sostegno di Aboca, IBSA Italy e DOC Generici, evidenzia una realtà allarmante che coinvolge fasce sempre più ampie della popolazione.
Nel 2024, 463.176 persone, pari a 7 ogni 1.000 residenti, si sono trovate in condizioni di povertà sanitaria, facendo ricorso alle 2.011 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per accedere a farmaci e cure che altrimenti non avrebbero potuto permettersi. Questo rappresenta un incremento dell’8,43% rispetto al 2023. Fra queste persone, si contano 102.000 minori, mentre la maggioranza è costituita da uomini (54%) e adulti tra i 18 e i 64 anni (58%). La distribuzione tra italiani e stranieri è bilanciata (49% contro 51%), e le situazioni di malattia acuta (65%) prevalgono nettamente rispetto alle condizioni croniche (35%).
Famiglie sotto pressione: la spesa farmaceutica cresce
La spesa farmaceutica a carico delle famiglie continua a crescere per il settimo anno consecutivo. Nel 2023, ha raggiunto 23,64 miliardi di euro, con un aumento di 1,11 miliardi (+3%) rispetto all’anno precedente. Tuttavia, solo il 55% della spesa (12,99 miliardi di euro) è stato coperto dal SSN, in calo rispetto al 56% del 2022. I restanti 10,65 miliardi di euro, pari al 45%, sono stati interamente pagati dalle famiglie, con un incremento di 731 milioni (+7,4%) rispetto all’anno precedente.
Dal 2017, la spesa a carico delle famiglie è aumentata del 31,9%, pari a 2,576 miliardi di euro. Questo carico finanziario coinvolge anche le famiglie in povertà, che devono affrontare i costi dei farmaci da banco e, salvo esenzioni, i ticket per i farmaci prescritti.
Rinunce sempre più diffuse alle cure
Le difficoltà economiche non riguardano solo le famiglie in povertà assoluta (678.000 nuclei, circa 1,765 milioni di persone), ma anche le famiglie non povere, che cercano di contenere le spese sanitarie. I dati Istat indicano che 4,422 milioni di famiglie italiane (16,8% del totale) hanno limitato visite mediche e accertamenti. Fra queste, 3,369 milioni di famiglie hanno dovuto rinunciare almeno una volta a cure necessarie, con una percentuale che sale al 24,5% tra le famiglie povere, contro il 12,8% di quelle non povere. Questa dinamica espone 536.000 famiglie indigenti a gravi rischi per la salute.
Collaborazione per salvaguardare il diritto alla salute
I dati raccolti dall’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria raccontano un Paese in cui molte persone sono sempre più fragili, mentre la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale appare compromessa. Tuttavia, emerge anche un modello di risposta basato sulla collaborazione tra realtà non profit, farmacisti, medici, aziende, cittadini e istituzioni.
Come affermato da Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico ETS: «Contrastare la povertà sanitaria significa praticare gesti di gratuità in grado di aiutare, concretamente, le persone che hanno bisogno; ma anche approfondire il fenomeno attraverso un lavoro culturale che contribuisca a far prendere sempre più coscienza dell’entità del fenomeno, e dell’importanza di quel sistema di realtà del Terzo settore che, insieme alla sanità pubblica e privata, sta garantendo la sostenibilità di un Servizio Sanitario Nazionale il cui universalismo è sempre più a rischio. I dati e le analisi del nostro Osservatorio sulla Povertà Sanitaria raccontano di un Paese in cui le persone fragili faticano a prendersi cura della propria salute, ma indicano anche nella collaborazione ampia e consapevole tra tanti soggetti (realtà non profit, farmacisti, medici, aziende, cittadini e istituzioni) il metodo per rispondere alla loro esigenza di benessere integrale, fatto di esigenze fisiche, ma anche spirituali, di cure mediche e farmacologiche, ma anche di accoglienza e comprensione».