È stato recentemente presentato il nuovo piano vaccinale, che per la prima volta prevede la possibilità di effettuare vaccinazione non solo presso i centri vaccinali delle Asl, ma anche dal medico di famiglia, dal pediatra o nelle farmacie del territorio. L’obiettivo di questa nuova rete territoriale per l’erogazione delle vaccinazioni – che dovrà essere poi normata da regolamenti e accordi regionali – è creare una maggiore sinergia tra i professionisti sanitari per favorire le vaccinazioni.
Una rete territoriale per l’erogazione delle vaccinazioni
Il modello organizzativo territoriale delle vaccinazioni è un modello a rete che deve tener conto delle caratteristiche del territorio e dove ogni dipartimento di Prevenzione garantisce le vaccinazioni definendo l’organizzazione interna e promuovendo collaborazioni con altre strutture e professionisti opportunamente individuati e formati per l’erogazione delle vaccinazioni e il raggiungimento degli obiettivi indicati nel presente Piano, nel rispetto delle indicazioni e delle leggi regionali.
In particolare, si legge nel Piano, «è auspicabile l’applicazione di un modello che assicuri capillarità dei punti vaccinali con allargamento del personale preposto alle vaccinazioni, con semplificazione dell’accesso alle sedute vaccinali e con un approccio per garantire l’offerta attiva delle vaccinazioni».
I dipartimenti di Prevenzione, attraverso i Servizi vaccinali e i professionisti che ivi operano hanno assicurato al Paese negli ultimi decenni le campagne vaccinali ordinarie e straordinarie. Durante l’emergenza Covid-19 sono stati coinvolti ulteriori attori, attivati gli hub vaccinali, rafforzata l’offerta vaccinale in ambito ospedaliero e individuati contesti nuovi di erogazione come le farmacie. «La sinergia tra tutte le professionalità», sottolinea il Piano, «e le diverse strutture coinvolte nella rete territoriale di offerta gioca un ruolo strategico nella protezione della popolazione ed è necessario trarre esperienza dalle soluzioni attuate in via emergenziale per definire nuovi percorsi estendibili, dove opportuno, alle altre malattie prevenibili da vaccino oltre a valutare i migliori modelli organizzativi».
Tra gli obiettivi indicati nel Piano di interesse per i farmacisti: mantenere lo status polio-free; raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia; rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie Hpv correlate strutturando reti e percorsi di prevenzione. Infatti, se il 2021, si sottolinea nel Piano, «ha mostrato un generale miglioramento delle coperture per gran parte delle vaccinazioni raccomandate nei primi anni di età rispetto al 2020, tuttavia le coperture per polio e per morbillo, a 24 mesi, non raggiungono il valore del 95%. Vi è poi l’obiettivo di mantenere rafforzare la comunicazione in campo vaccinale e promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia». Infine, oltre alla possibilità di effettuare i vaccini fuori dai centri vaccinali, con questo nuovo piano «per la prima volta il calendario vaccinale viene sganciato dal Piano, che è di durata triennale, e potrà dunque essere aggiornato annualmente», ha dichiarato Gianni Rezza, direttore Prevenzione del ministero della Salute. Un cambiamento «importante, poiché in questo modo eventuali nuove vaccinazioni o modifiche potranno essere introdotte più facilmente e in tempi rapidi».