Pgeu: potenziare il ruolo del farmacista per gestire pazienti in caso di carenza farmaci

Pgeu: potenziare il ruolo del farmacista per gestire pazienti in caso di carenza farmaci

La carenza di farmaci è in aumento in Europa, come è ormai noto e come mostrano i risultati dell’indagine Medicine Shortages Survey 2022 condotta dal Pharmaceutical group of the European Union (Pgeu). La situazione nel 2022 è peggiorata e tutti i Paesi continuano a risentire della carenza di farmaci.Per questo, secondo Koen Straetmans (nella foto), presidente del Pgeu, «è necessario concedere ai farmacisti una maggiore flessibilità per trovare soluzioni alternative quando un medicinale scarseggia, in modo che possano gestire meglio la cura del paziente, sfruttando appieno le proprie capacità, conoscenze ed esperienze».

L’impatto su cittadini e farmacisti

Secondo quanto riportato dal Pgeu, la carenza di medicinali ha un impatto negativo sulla salute dei pazienti e costituisce anche un onere per il lavoro quotidiano dei farmacisti. Secondo l’indagine, che mappa la situazione tra le farmacie europee e che ha visto la partecipazione, tra il 14 novembre e il 31 dicembre 2022, di 29 Stati membri, ogni farmacia territoriale in Europa dedica in media quasi sette ore settimanali alla gestione delle carenze e alla ricerca di soluzioni alternative per i pazienti. Tempo che potrebbe essere dedicato ad altri compiti per migliorare la qualità dell’assistenza.

A questo si aggiunge che, nelle ultime settimane, l’impennata delle infezioni respiratorie ha portato a una crescente domanda di antibiotici come l’amoxicillina – soprattutto per uso pediatrico – e le interruzioni dell’approvvigionamento attualmente segnalate in alcuni Paesi richiedono azioni immediate e concrete.

«I farmacisti di comunità stanno compiendo ulteriori sforzi per garantire la continuità delle cure e ridurre al minimo l’impatto negativo delle carenze sulla salute dei pazienti, ma la situazione sta diventando sempre più complicata», ha spiegato in una nota Straetmans. Le cause profonde del problema sono diverse e complesse. Includono la natura sempre più globalizzata della produzione farmaceutica, le strategie di prezzo e altre dinamiche di mercato, nonché l’attuale crisi delle materie prime, che colpisce anche i materiali di imballaggio come l’alluminio per i blister o il cartone, essenziali per la distribuzione. «Chiediamo ai responsabili politici dell’Ue e nazionali di adottare misure coraggiose e ambiziose per affrontare efficacemente il problema», ha sottolineato Straetmans.

La richiesta di potenziare la possibilità per i farmacisti europei di utilizzare le proprie competenze e conoscenze per gestire i pazienti in caso di carenza dei medicinali – per esempio permettendo di sostituire il farmaco con alternative terapeutiche, o secondo protocolli definiti o in un confronto con il prescrittore – nasce anche dalle molte differenze che esistono in Europa, rispetto alle misure che le farmacie di comunità possono mettere in campo per gestire la problematica. La sostituzione con un medicinale equivalente è una opzione disponibile nel 93,10% dei Paesi, ma una soluzione che può essere praticata, in termini di normativa, da molte regioni europee (62,07%) è la galenica, anche se esistono ancora barriere al ricorso a tali strumenti, determinando un aggravio di tempo nella risposta al bisogno di salute del paziente.

Chiede poi Straetmans di «migliorare la segnalazione, il monitoraggio e la comunicazione sulla carenza di farmaci». Quindi, «è fondamentale fornire maggiori risorse all’Ema per sviluppare attività sulla prevenzione e la gestione delle carenze in coordinamento con gli Stati membri».

Infine, il Pgeu chiede lo sviluppo di meccanismi di ridistribuzione equa per i medicinali disponibili sul mercato europeo a quei pazienti che ne hanno più bisogno, indipendentemente dal Paese Ue in cui vivono, soprattutto in tempi di crisi sanitarie. «Occorre infine assicurare l’effettivo rispetto delle leggi comunitarie e nazionali relative agli obblighi di servizio pubblico degli attori della filiera», conclude Straetmans.

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