Tra i molti cambiamenti che ha attraversato la farmacia durante quest’ultimo anno c’è quello della maggiore richiesta di servizi, alcuni dei quali erogati da figure professionali diverse dal farmacista. Si ritorna quindi a parlare in modo ampio della Farmacia dei Servizi, alla luce anche di nuove esigenze emerse prepotentemente durante l’emergenza pandemica da Covid-19. Di questo hanno parlato Annarosa Racca, Presidente Federfarma Lombardia, Ferdinando Peschiulli, Presidente rurali Regione Lombardia, insieme a Nicola Draoli Consigliere Nazionale FNOPI, Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, durante la diretta Facebook #4Chiaccherecon di lunedì 7 giugno, organizzata da Cosmofarma Exhibition, dal titolo “Le nuove figure professionali della farmacia”.
Infermiere e psicologo le figure più richieste
«La farmacia ha visto negli ultimi mesi entrare nuove figure professionali, ma anche nuovi ruoli per il farmacista stesso» ha spiegato Annarosa Racca «abbiamo dimostrato di essere un vero presidio e affrontando nuove sfide, dalla dematerializzazione, alla vaccinazione fatta dal farmacista, in questo mesi si è andati avanti molto». Ma è un percorso «iniziato nel 2009, ormai 12 anni fa, con la legge sulla Farmacia dei servizi, con la quale si è sancito che in un modo che cambiava, invecchiando, il farmacista non era più solo dispensatore di farmaci, ma poteva offrire servizi di prossimità al cittadini». Questa legge, successivamente, è stata oggetto di finanziamento nel 2019 sotto forma di sperimentazione, rallentata nel 2020 dal Covid-19, ma che «vede già in convenzione in Lombardia il fascicolo sanitario elettronico e screening del tumore del colon retto. I prossimi passi saranno la telemedicina e l’aderenza alla terapia» ha specificato Racca. La pandemia se da una parte, ha aggiunto la Presidente «ha rallentato la sperimentazione sulla farmacia dei servizi, dall’altra ha dato il via ai tamponi in farmacia e successivamente al farmacista vaccinatore». Le figura professionali più richieste e più utilizzate dai pazienti in farmacia, in questi anni, seppure non in convenzione: infermiere, fisioterapista, psicologo, nutrizionista, estetista e podologo. «Naturalmente la dispensazione del farmaco è e deve rimanere il cuore della farmacia, sia in convezione sia per i farmaci innovativi» ha sottolineato Racca, e ha concluso «si pensi per esempio a quanto è stata importante la consegna a domicilio dei farmaci durante il lockdown».
Nell’ultimo anno le nuove abitudini e lo smartworking hanno reso le farmacie rurali, collocate in piccoli comuni o al di fuori dei grossi centri urbani, protagoniste di nuove esigenze. «Le farmacie rurali sono state molto più frequentate e i pazienti hanno chiesto anche servizio professionali legati alla gestione domiciliare del Covid-19, a partire dalle prestazioni infermieristiche, con la gestione elle bombole di ossigeno o l’esecuzione di iniezioni» ha specificato Peschiulli. Ma non solo, infatti, ha aggiunto: «abbiamo avuto molte richieste di nutrizionista e psicologo. Quindi, dal punto di vista delle rurali, la farmacia si è dimostrata un punto di riferimento e di snodo per la salute, durante la pandemia, fin dal primo lockdown, quando erano difficili gli accessi al pronto soccorso e agli ambulatori medici».
La pandemia ha messo in luce anche la necessità di una presenza dell’infermiere nelle strutture del territorio e sul territorio. «La gestione del Covid-19 ha dimostrato l’importanza dell’infermiere nella risposta alla malattia sul territorio e la collaborazione con le farmacie permette di rispondere proprio al bisogno di prossimità dei cittadini, anche e soprattutto attraverso le farmacie rurali» ha spiegato Draoli «rimane il problema della carenza di infermieri: ad oggi ci sono in Italia solo 30mila infermieri liberi professionisti puri» e aggiunge «una soluzione, mentre si pone rimedio alla carenza di organico, potrebbe essere quella di eliminare il vincolo di esclusività per permettere agli infermieri di dare un supporto specifico all’interno delle farmacie».