Marcello Cattani è il nuovo presidente di Farmindustria

Marcello Cattani è il nuovo presidente di Farmindustria

Con 34,4 miliardi di euro di produzione, l’industria farmaceutica in Italia rappresenta un asset strategico dell’economia: i numeri sono stati presentati nella recente Assemblea pubblica di Farmindustria, la prima del nuovo presidente, Marcello Cattani (nella foto), che succede a Massimo Scaccabarozzi, rimasto al vertice dell’associazione per undici anni. Gli investimenti nel settore sono in crescita, ma le recenti difficoltà negli scambi internazionali rendono più complesso l’approvvigionamento delle materie prime e dei medicinali. L’associazione sta già lavorando per scongiurare rischi di carenze.

Nel 2021 record storico di prodotti in sviluppo

«Per l’Italia le imprese del farmaco sono un patrimonio, un generatore di valore su cui investire per attrarre risorse umane altamente qualificate. Il loro valore nasce da competenza, tecnologia, specializzazioni di eccellenza nella ricerca, nella manifattura, sinergia con le Università e con la filiera», ha affermato Cattani nella sua relazione. Nel 2021 in Italia gli investimenti hanno toccato i 3,1 mld di euro, dei quali 1,4 in impianti ad alta tecnologia e 1,7 in Ricerca e Sviluppo. Ogni anno 700 milioni di euro sono investiti nella ricerca clinica, indirizzati agli ospedali, con grandi benefici per l’accesso a nuove cure, crescita delle competenze e risparmi per il SSN. «Gli investimenti già programmati tra il 2021 e il 2026 sono pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo, +10% rispetto alle proiezioni precedenti la pandemia: un’accelerazione che rafforza il primato della farmaceutica nella ricerca mondiale», ha sottolineato il neo presidente. «Nel 2021 abbiamo avuto a livello globale il record storico di prodotti in sviluppo, oltre 18.000, e di nuovi farmaci autorizzati: 84 rispetto ai 56 del triennio 2017- 2019, dei quali 40 per malattie rare e 44 “first in class”. E negli ultimi cinque anni le terapie avanzate e “next generation” (geniche, cellulari somatiche, di ingegneria tissutale) in sviluppo sono più che triplicate». Tornando all’Italia, «la produttività dei nostri lavoratori è la più elevata tra i settori, grazie anche alla qualità delle nostre risorse umane, per il 90% laureati e diplomati, con una presenza ampia e qualificata di donne (43% del totale rispetto al 29% della media). Negli ultimi cinque anni in Italia abbiamo aumentato l’occupazione più di tutti i settori industriali (+9%), coinvolgendo sempre più donne e giovani (+13%) in un modello virtuoso di ricambio generazionale».

L’industria farmaceutica è impegnata nella transizione ecologica, anche grazie ad importanti investimenti mirati alla gestione efficiente delle risorse: trattamento delle acque, riduzione dei rifiuti e dell’uso della plastica. In dieci anni il settore in Italia ha ridotto i consumi energetici del 44%, percentuale che sale al 51% per quelli rilevanti per le emissioni atmosferiche. Questi risultati sono frutto dei crescenti investimenti in tecnologie verdi: il differenziale degli investimenti in protezione per l’ambiente per addetto rispetto alla media nazionale è pari al +150%, dato che sale a oltre il 200% per quelli in tecnologie destinate alla prevenzione dell’inquinamento, che azzerano o riducono l’inquinamento alla fonte del processo produttivo. Infine, le imprese del farmaco in Italia, secondo Farmindustria, sono all’avanguardia nell’“approccio circolare”, un modello che genera innovazione, aumenta efficienza e competitività, e fa bene alle imprese, all’ambiente e alle comunità dei territori in cui esse operano.

Ora queste filiere globali, strategiche per la stessa sicurezza degli Stati, sono in difficoltà. «Le conseguenze del conflitto in corso in Ucraina sono già molto pesanti in Italia: si fanno sentire in termini di difficoltà di approvvigionamento di materie prime e di rincari dei costi energetici, che le nostre imprese non possono scaricare sui prezzi, in quanto si tratta di prezzi concordati con la controparte pubblica», ha ricordato Cattani. «Per questo noi, imprenditori e manager dell’industria farmaceutica in Italia, stiamo sviluppando un’analisi di scenario che condivideremo con le istituzioni europee, nazionali e regionali, collaborando sempre più in modalità sinergica, responsabile e interconnessa, sul presente e sul futuro della scienza, della salute e della società».

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