Le farmacie potranno effettuare vaccinazioni e test per rilevare infezioni batteriche, in particolare per contrastare il fenomeno dell’antibioticoresistenza e avvalersi dello strumento della telemedicina. La farmacia dei servizi segna un altro punto a favore con il Disegno di legge varato alcuni giorni fa dal governo nel contesto di un più ampio quadro di misure volte a contrastare il fenomeno ormai endemico delle lunghissime liste d’attesa per accedere a prestazioni di sanità pubblica. Fenomeno che, pur con modalità e tempi diversi, riguarda tutte le regioni d’Italia.
I provvedimenti più urgenti sono contenuti in un Decreto legge – come ricordato dal ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto) in una conferenza stampa – che prevede l’istituzione, presso Agenas, di una “piattaforma nazionale liste d’attesa” e, presso il ministero della Salute, di un organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria. Il primo dei due nuovi organismi dovrebbe, sulla carta, effettuare un monitoraggio attento di quanto realmente avviene sul territorio, in quanto, come fatto notare dal ministro, già il precedente governo aveva stanziato 500 milioni, somma ingente che di certo non è stata impiegata in toto.
Il secondo organismo è invece deputato a un più severo controllo dell’attività svolta da azienda sanitarie locali e ospedaliere e da operatori sanitari convenzionati con il Ssn. Altro provvedimento molto ambizioso è quello finalizzato a creare sistemi di Cup regionali che includano anche le strutture private convenzionate.
Per finire sparirà ma solo dal primo gennaio 2025, il cosiddetto blocco del turnover del personale sanitario, che per molti addetti ai lavori è una delle principali cause delle difficoltà della sanità pubblica negli ultimi decenni.
«Ognuno deve fare la sua parte: Regioni, direttori generali, direttori sanitari, i medici, gli operatori» è la sollecitazione di Schillaci.
Farmacie sempre più integrate nella sanità pubblica
Il Disegno di legge appena varato – che dovrà poi affrontare tutto il cammino parlamentare – afferma ulteriormente il ruolo della Farmacia dei servizi nelle attività sanitarie territoriali.
In pratica nel Ddl confluiranno le norme già previste dal decreto Semplificazioni. Tra di esse la possibilità di somministrare in farmacia, da parte di farmacisti appositamente formati, vaccinazioni contro il Covid-19 e l’influenza, ma anche i vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale nei confronti dei soggetti di età non inferiore a dodici anni, oltre all’effettuazione di tamponi nasali, salivari od orofaringei, in aree, locali o strutture, anche esterne alla farmacia, dotate di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario, atti a garantire la tutela della riservatezza e ricomprese nella circoscrizione farmaceutica prevista nella pianta organica di pertinenza e segnalati da una insegna.
Al farmacista viene data poi la possibilità di effettuare test diagnostici per il contrasto all’antibiotico-resistenza, a supporto del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta ai fini dell’appropriatezza prescrittiva, oltre che, nei limiti delle proprie competenze, eseguire servizi di telemedicina nel rispetto dei requisiti funzionali e dei livelli di servizio indicati nelle linee guida nazionali.
Tra le reazioni alle comunicazioni del governo, a parte quelle di carattere strettamente politico, riprendiamo quella di una associazione autorevole come Cittadinanzattiva che, pur apprezzando la volontà governativa di intervenire in tempi rapidi in un ambito così cruciale per la salute dei cittadini, pone l’accento sul tema finanziario: «Sul tema delle risorse, ci preme sottolineare che nessuna riforma sostanziale può funzionare senza investimenti adeguati. La nostra proposta è che questi investimenti siano posti a carico del fondo sanitario con vincolo di utilizzo, che impegni, cioè, le Regioni a rendicontarne l’effettivo utilizzo per l’abbattimento delle liste di attesa».