L’intervista a Pierluigi Petrone (Vicepresidente Farmindustria): puntare a un hub mediterraneo

L’intervista a Pierluigi Petrone (Vicepresidente Farmindustria): puntare a un hub mediterraneo

Farmindustria ha rinnovato i vertici associativi per il triennio 2024-2026 confermando alla presidenza Marcello Cattani. Nel corso dell’assemblea annuale, che si è da pochi giorni tenuta a Roma, Cattani ha ribadito il valore strategico dell’industria farmaceutica nel panorama economico italiano auspicando un ruolo più forte sugli scenari globali dell’Europa, che rischia di rimanere schiacciata, sul piano competitivo, tra Stati Uniti e Cina.

Su questo e altri temi abbiamo voluto scambiare alcune opinioni con Pierluigi Petrone (nella foto), presidente di Assoram, confermato vicepresidente di Farmindustria.

 

Che momento è quello che stiamo vivendo?

Un momento importantissimo per la nostra industria farmaceutica e per il comparto di cui, in particolare, mi occupo, quello della logistica primaria del farmaco. Questo il mio ruolo in Farmindustria, fare da trait d’union tra il mondo della produzione e quello della logistica. Non c’è industria senza logistica, e viceversa: sono due mondi che devono costantemente comunicare. Ricordiamoci che dal febbraio 2025 parte anche in Italia la serializzazione dei farmaci, ovvero la procedura che garantisce la massima tracciabilità del prodotto. Una prassi che coinvolgerà anche il comparto logistico, visto che siamo il primo hub di stoccaggio dei prodotti farmaceutici.

 

A livello nazionale la farmaceutica va molto bene.

Assolutamente. Negli ultimi tre anni il valore della produzione è passato da 39 a 51 miliardi, in gran parte destinati all’export. Da vicepresidente di Confindustria Napoli sottolineo con orgoglio che la Campania è passata da due a sei miliardi. Siamo il quarto polo industriale a livello nazionale e per la nostra posizione un punto nevralgico per la costruzione di un hub mediterraneo della filiera del farmaco.

 

Lo stesso Cattani ha parlato durante l’assemblea di un “Piano Mattei” anche per la farmaceutica…

Proprio così. Recentemente ho partecipato a una missione di Farmindustria in Egitto, organizzata dai ministeri della Salute italiano ed egiziano, finalizzata a mettere in contatto le nostre imprese con mercati, come quello nordafricano, che offrono grandi prospettive per il futuro.

 

Qual è l’obiettivo prioritario?

Quello di spostare le relazioni che Europa e Italia hanno intrattenuto con i colossi dell’Estremo Oriente verso il bacino del Mediterraneo, che tra Paesi nordafricani e mediorientali consente di rivolgersi a popolazioni di centinaia di milioni di abitanti.

 

E in termini operativi?

L’Italia deve raggiungere un certo grado di autosufficienza nella produzione dei farmaci, tanto nell’ambito delle molecole off patent quanto in quello delle molecole più innovative. Non possiamo più dipendere in tutto e per tutto da Cina e India.

 

Tornando alla logistica del farmaco, che lei rappresenta con Assoram, quali sono oggi le criticità?

Di certo per garantire la sostenibilità del settore sarebbe utile un intervento che renda meno gravosi i costi dell’energia e dei trasporti. Non bisogna dimenticare che il trasporto dei farmaci è molto delicato e soggetto a regole molto stringenti, anche in termini di temperature atte a preservarne la qualità.

 

Cattani ha ribadito che Farmindustria sta dialogando bene con il governo in carica.

È anche la mia opinione, il governo sembra avere a cuore un comparto strategico come quello farmaceutico, che dà lavoro a migliaia di persone. Al di là di tutto, credo che il dialogo tra pubblico e privato ci debba sempre essere e in questo senso governo, Farmindustria e Assoram stanno facendo la loro parte. C’è poi una cosa da aggiungere: a prescindere dall’orientamento dei governi in carica, per noi industriali è importante che a livello istituzionale ci sia una certa stabilità. Cambiare spesso interlocutori, come è successo in passato, ha conseguenze negative sulla programmazione economica delle imprese.

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