Pharma Green Holding è una società benefit nata a fine 2021 per iniziativa di un gruppo di promotori con esperienze nel settore finanziario ed imprenditoriale, che svolge il ruolo di aggregatore di farmacie nel territorio italiano con una logica industriale di lungo periodo.
Tra i soci figurano istituzioni e famiglie industriali italiane. Il network di Pharma Green Holding si chiama “Alma Farmacie” ed è presente in 4 regioni del Centro Italia (Toscana, Emilia-Romagna, Lazio e Marche) ed in Puglia, con una rete di circa 40 farmacie.
Quali sono le sfide più urgenti da superare perché la farmacia possa trovare il suo posto nella nuova geografia territoriale dei Distretti sanitari?
Le sfide sono molteplici, anche perché in questa nuova geografia territoriale, che è fondamentale e procede veloce, esistono ancora molti punti interrogativi, soprattutto rispetto alle sue modalità di applicazione nelle diverse regioni e ASL provinciali. Dal nostro punto di vista, la sfida più importante è che la farmacia trovi il suo ruolo come punto di riferimento per l’erogazione di servizi nel disegno dei Distretti, nel quadro della diagnostica di primo livello, che è l’ambito in cui opera.
Il problema è che già attualmente esiste una forte disomogeneità territoriale a livello regionale nell’applicazione dei servizi e nella definizione dei protocolli, alcune regioni sono più avanti, altre procedono più lentamente, nonostante la spinta di Federfarma. Le catene pagano questa differenza di velocità nell’applicazione delle norme da parte delle regioni.
Nel frattempo comunque andiamo avanti: nel 95% delle nostre farmacie abbiamo implementato tutti i servizi legati alla cardiologia e abbiamo stabilito in maniera proattiva alcuni protocolli, un servizio che i clienti-pazienti dimostrano di apprezzare molto e che naturalmente prevede un grande investimento in formazione sul nostro personale.
Quali sono a suo parere i servizi più urgenti che dovrebbero essere implementati e proposti in farmacia?
Sicuramente i servizi legati alla cardiologia, e su quello ci siamo mossi con molta rapidità. Ma anche il controllo dell’udito, l’analisi del capello, e tutto quello che riguarda l’analisi del sangue, in particolare del profilo lipidico e del colesterolo. In una popolazione anziana come quella italiana esiste un tema importante di gestione della glicemia e la farmacia deve rappresentare il primo punto di riferimento. Noi lo proponiamo in quasi tutte le nostre farmacie perché si tratta di un problema molto diffuso e anche di una sentinella di allarme rispetto a patologie più gravi.
Continuiamo a erogare tutta la diagnostica Covid e per lo Streptococco e stiamo lavorando anche all’ampliamento del servizio vaccini, sia attraverso l’erogazione diretta in farmacia, sia fornendo vaccini alle strutture sanitarie che collaborano con le nostre farmacie. C’è però ancora un ritardo anche in questo caso nella normativa, che è nata in modo rapido durante la pandemia ma che è ancora molto restrittiva e complessa dal punto di vista burocratico e va snellita per aumentare la penetrazione dei vaccini.
In Gran Bretagna il farmacista è già prescrittore per alcuni disturbi. Quanto siamo lontani ancora da questa possibilità?
Ci sono forti differenze nell’organizzazione del sistema sanitario dei due Paesi e temiamo che questo obiettivo sia ancora lontano. Perché il farmacista diventi prescrittore deve essere attuata una riforma profonda e complessa che non può avere temi brevi. Questo non vuol dire che non vada fatta, anzi riteniamo che sia centrale in un mondo che si muove veloce e in un Paese dove c’è un’enorme carenza di medici di base. Noi siamo pronti a formare i nostri farmacisti, a monitorare i budget assegnati, a costruire il percorso perché dal punto di vista della farmacia, ma anche di efficienza del sistema sanitario in toto, è un’enorme opportunità. Un’altra urgenza, che si ricollega a quella della possibilità di prescrizione, è quella che riguarda lo spostamento della distribuzione diretta alla distribuzione per conto che diventa difficilmente gestibile per grandi quantità dalla farmacia, a meno che la farmacia non possa disporre di uno stock. Nella nuova geografia dei Distretti Sanitari, la farmacia potrebbe essere un reale punto di riferimento per la diagnostica di primo livello se può prescrivere farmaci per piccoli disturbi e ha a disposizione un mini-stock per la dispensazione delle cure.
In Italia c’è un grosso problema di disaffezione alla professione e di carenza di personale. Come si può risolverlo?
È un problema innegabile, anche se con impatto diverso, minore o maggiore, nelle varie regioni. Si risolve, a nostro avviso, prospettando reali percorsi di crescita e di formazione, ma anche creando nuove figure professionali. Per quanto riguarda la formazione, abbiamo attivato fin dalla nostra nascita la “Alma Farmacie Academy” nelle cinque regioni in cui operiamo. Per noi è un investimento importante perché permette anche di trasferire un senso di appartenenza aziendale a tutti i dipendenti per i quali essere parte di una realtà nuova, un network che già conta circa 40 farmacie, offre opportunità che prima non avevano. All’interno della holding c’è poi spazio per funzioni aziendali diverse, abbiamo farmacisti assunti come area manager, altri che seguono la parte di sviluppo e marketing etc. Ci sono farmacisti che hanno avuto la possibilità di dirigere una farmacia potendo tornare nella loro città d’origine, un cambiamento che è stato un’enorme fonte di gioia, unita alla possibilità di poter crescere professionalmente ed economicamente. Stiamo sviluppando diversi progetti di welfare aziendale, lavoriamo per essere un polo attrattivo per i farmacisti che oggettivamente prima di lavorare in un network avevano poche alternative se non erano titolari.
Recupero dei farmaci, corretto smaltimento, gestione razionale dello scaffale, promozione di stili di vita e comportamenti virtuosi per l’ambiente, che cosa altro può fare la farmacia per diventare un presidio di salute sempre più sostenibile?
Dalla costituzione a dicembre 2021, Pharma Green Holding è una società benefit e quindi siamo molto contenti di poter rispondere a una domanda legata alla sostenibilità. Su questo aspetto abbiamo attivato diverse iniziative: a giorni lanceremo un programma di premialità legata alla carta fedeltà. Ai nostri clienti-pazienti che lasciano farmaci scaduti nelle nostre farmacie viene riconosciuto un punteggio sulla carta di fedeltà. Entro Natale verrà attivato come test in tre farmacie, ma l’obiettivo è di lanciarlo in tutte.
Stiamo lavorando in questa direzione anche nella nostra private label: tutti i prodotti a marchio Alma Farmacie hanno il bollino FSC, ovvero un simbolo che certifica che la carta utilizzata è prodotta nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità, dei diritti dei lavoratori e delle popolazioni locali. Ci impegniamo a fare attività di sensibilizzazione in tema di sostenibilità, sia verso la cittadinanza sia verso il nostro personale che ogni giorno comunica con i cittadini.
“E se proprio devo sognare”.. la “sua” farmacia come dovrebbe essere?
Secondo noi la farmacia deve essere il primo punto di consulto e di riferimento per il benessere, il luogo per dare una risposta ai piccoli problemi quotidiani che affrontano le famiglie. La farmacia deve essere centrale per risolvere tutti questi piccoli problemi quotidiani, nel 2024 e nel 2025 ci impegniamo a lavorare su questo, sul benessere delle persone.