Offrire spunti per superare le disuguaglianze in ottica di genere nel campo della salute, disuguaglianze che la pandemia da Covid-19 e la crisi internazionale hanno acuito: è questo l’obiettivo della nona edizione del Libro bianco sulla salute della donna, dal titolo “Verso un’equità di genere nella salute e nella ricerca” realizzato da Fondazione Onda, con il contributo di Farmindustria.
A partire da un approfondimento sull’uguaglianza di genere come obiettivo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il volume svolge un’analisi di genere quale determinante sociale di salute.
Più consapevolezza ma molta strada ancora da percorrere
Il Libro bianco inoltre approfondisce il ruolo di un approccio sesso e genere-specifico a garanzia di interventi appropriati ed equi nelle diverse fasi della vita, sottolineando come, nonostante la maggiore aspettativa di vita, nelle donne gli anni di sopravvivenza siano caratterizzati da un carico di disabilità molto elevato. Un approccio di genere nella pratica clinica e nella gestione terapeutica, nella formazione, nella ricerca e nella comunicazione, è utile, invece, a promuovere appropriatezza e personalizzazione delle cure con conseguenti risparmi per il Servizio sanitario nazionale.
«Il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, adottato con il Decreto del ministero della Salute del 13 giugno 2019, ha posto le basi per un approccio sistematico nella definizione dei percorsi clinici, nella formazione degli operatori, nella ricerca e nella divulgazione, volto a garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale», si legge nella prefazione. «L’istituzione dell’Osservatorio per la Medicina di Genere nel settembre 2020, presso l’Istituto superiore di sanità, e i due documenti di indirizzo approvati nel 2023, che evidenziano la necessità di tener conto dei determinanti di sesso e genere nei protocolli di ricerca così come nelle Linee Guida Nazionali, rappresentano ulteriori e concreti passi in avanti, affinché́ il diritto alla salute possa essere garantito attraverso interventi mirati e differenziati, calibrati sulla base delle specificità̀ della singola persona, dunque in un’ottica di equità».
La medicina di genere è, quindi, il fil rouge di questo volume che «partendo dall’analisi dei determinanti sociali che impattano sulla salute, in uno scenario fortemente connotato da differenze regionali e in cui sta prendendo forma quanto previsto dal Dm 77/2022, approfondisce il ruolo di un approccio sesso e genere-specifico a garanzia di interventi appropriati ed equi nelle diverse fasi della vita con particolare riferimento all’età pediatrica, all’età fertile e a quella geriatrica».
«Uguaglianza ed equità sono due dei pilastri del nostro Servizio sanitario nazionale, talvolta erroneamente intesi come sinonimi», ha sottolineato Francesca Merzagora (nella foto), presidente della Fondazione Onda, presentando il volume. «L’uguaglianza presuppone di poter fruire dei medesimi diritti, indipendentemente da qualsiasi differenza, mentre l’equità si basa sulla modulazione degli interventi in relazione alle differenze, alle specificità, ai bisogni. L’uguaglianza è il punto di partenza, mentre l’equità rappresenta l’obiettivo finale che consente di garantire a tutti le medesime opportunità, tenendo conto delle differenze. Proprio sulla valorizzazione delle differenze si basa la medicina di genere, con l’obiettivo di assicurare pari opportunità nell’ambito della prevenzione, della diagnosi e della cura».
L’ultima parte del libro è dedicata al gender gap nella sanità, nella ricerca scientifica e nell’innovazione digitale. «Siamo in una fase ormai di profonda consapevolezza, in cui il cambiamento è in atto, ma ancora c’è molta strada da percorrere» conclude Merzagora.