In periodo in cui l’andamento dei contagi da Sars-CoV-2 viene definito ondulare, cioè con salite e discese, ma non eccessive, è in arrivo l’influenza stagionale.
Secondo una recente indagine condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, un italiano su due si appresta a vivere la prossima stagione influenzale, caratterizzata dalla convivenza e dalla sovrapposizione dell’influenza stagionale con il Covid, con uno stato d’animo negativo.
Tra gli over 65, due persone su tre intendono vaccinarsi
Se da una parte nel 2022 si osserva un graduale ritorno ai comportamenti pre-Covid, di fronte all’idea di affrontare una stagione invernale con la compresenza di influenza e Covid-19, tra gli italiani prevalgono ansia, stanchezza, tristezza e diffidenza. Sono soprattutto le donne e i trentenni (25-34 anni) le categorie più demotivate e sfiduciate, mentre i giovanissimi si dividono tra ansiosi e indifferenti.
Dal lato scientifico, i dati provenienti dall’Australia, che di solito anticipano i comportamenti delle varianti influenzali anche nel nostro Paese, è attesa una maggiore incidenza dei virus influenzali rispetto agli scorsi anni. «Si stima che i casi in Italia possano arrivare a 6 o 7 milioni», ha spiegato Fabrizio Pregliasco, del dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano. «Un dato in crescita rispetto agli scorsi anni, come dimostrano anche le osservazioni sull’emisfero australe, dove l’influenza è in corso. Dobbiamo poi considerare l’aumentata quantità di virus respiratori e la minore esposizione della popolazione a microorganismi patogeni come virus e batteri negli ultimi due anni, da ricondurre alle restrizioni sociali adottate nelle stagioni precedenti, che ha non solo ridotto la diffusione del Sars-CoV-2, ma anche quella degli altri virus influenzali».
Le fonti principali di preoccupazione e stress sono legate a un nuovo inasprimento delle regole per contenere il contagio (citata da quasi il 22% della popolazione), la paura di contagiare soggetti deboli (17,1%) e le difficoltà nel distinguere i sintomi dell’influenza da quelli del Covid-19 (16,6%). In generale, le preoccupazioni legate allo stile di vita (regole stringenti, auto-isolamento, conciliazione vita-famiglia/convivenza) preoccupano tanto quanto quelle legate a fattori più strettamente sanitari (contagio soggetti deboli, difficoltà nel distinguere i sintomi, accesso alle cure/visite).
Circa 4 italiani su 10 dichiarano di volere ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale, con una propensione che raggiunge i livelli massimi tra gli over 65, dove 2 su 3 intendono vaccinarsi. Tra questi il vaccino antinfluenzale è diventato ormai una consuetudine: per il 44,2% la motivazione è quella di evitare di contagiare persone vicine (29,6%, in crescita), seguita dalla volontà di agevolare la diagnosi differenziale tra influenza e Covid-19 (29,4%, in diminuzione). Permane, tuttavia, tra gli intervistati la convinzione che la vaccinazione sia inutile: lo crede ancora il 42% della popolazione, perché afferma di ammalarsi raramente e con sintomi lievi. Resta comunque alta, anche se in contrazione, la percentuale di coloro che non si sono mai posti il problema della vaccinazione antinfluenzale (24,5% nel 2022 contro i 26,3% nel 2020).
I giovani dichiarano una maggior propensione alla ricerca delle informazioni su internet e presso parenti e amici, ma la figura del Medico di medicina generale, in caso di influenza, è sempre più centrale, soprattutto al crescere dell’età (8 over 65 su 10 fanno riferimento al medico in caso di influenza). A lui si rivolge il 66,1% della popolazione, anche se diminuisce rispetto al 2020/2021 la quota di quanti ritengono che contattare immediatamente il proprio medico sia la cosa più giusta da fare (lo credeva 1 italiano su 3 nel 2020/2021, ora 1 su 4). Chiedono consiglio al farmacista il 17% degli uomini e il 12, 7% delle donne.
È in crescita, invece, (45,6% nel 2022 vs il 37,1% nel 2020), la quota di italiani che ritiene che il comportamento più saggio in caso di sintomi influenzali sia restare a riposo, ricorrere ai farmaci di automedicazione e, solo in caso la situazione non migliori nel giro di qualche giorno, contattare il medico. I farmaci di automedicazione si confermano il rimedio più utilizzato, con il 58,6% degli intervistati che dichiara di assumerne in caso di sintomi.
Infine, da sottolineare che si interrompe poi il trend che vedeva un calo dell’utilizzo di antibiotici, che invece supera i livelli del 2019: ben 1 italiano su 5 dichiara infatti di utilizzare antibiotici in caso di sintomi influenzali, una tendenza più maschile che femminile.