Infermieri prescrittori: si accende il dibattito e si torna a parlare anche di farmacia

Infermieri prescrittori: si accende il dibattito e si torna a parlare anche di farmacia

I sindacati medici insorgono riguardo alla recente apertura alle professioni infermieristiche: la nascita delle 3 aree di specializzazione infermieristiche in Cure Primarie e Sanità pubblica, in Cure Pediatriche e Neonatali e in Cure Intensive e nell’Emergenza e la possibilità per chi si specializzerà di poter fare prescrizioni di tipo infermieristico, “un blitz avvenuto senza un confronto preventivo con la categoria”.

«Siamo sconcertati e rammaricati per non essere stati interpellati come prevede la legge», ha detto al Sole24ore il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri Filippo Anelli: «La prescrizione presuppone una diagnosi e la diagnosi è di competenza del medico. Una competenza che il medico non si arroga, ma che gli viene conferita dalla legge, secondo il suo percorso di studi. La diagnosi è un atto medico complesso, che ha come fondamento tutta una serie di conoscenze che coinvolgono l’intero percorso di studi e non si esauriscono in uno o due esami universitari». «Attendiamo – conclude Anelli – di esaminare il provvedimento, che non conosciamo: laddove fossero attribuite ad altri professionisti competenze esclusive del medico, saremmo costretti a valutarne l’impugnazione».

Va sottolineato, tuttavia, che la possibilità per gli infermieri di fare prescrizioni non rappresenta affatto un’anomalia nel contesto europeo: infatti, è già una realtà in 13 Paesi, tra cui Spagna, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Olanda, Norvegia, Polonia, Svezia, Regno Unito e nel Canton Vaud in Svizzera.

L’Uap di nuovo all’attacco: critiche alle prescrizioni infermieristiche e alle attività di screening in farmacia

L’Adn Kronos riporta le dichiarazioni di Mariastella Giorlandino, presidente dell’Uap (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori e ospedalità privata), che si è allineata alle posizioni di Anelli sottolineando la necessità di tutelare le distinzioni professionali. «Condividiamo le dichiarazioni del presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, sulla possibilità che venga riconosciuta agli infermieri di rilasciare prescrizioni mediche. Si sottolinea che per potere rilasciare delle prescrizioni occorre preventivamente eseguire una diagnosi, per la quale, quindi, serve la competenza professionale di un medico. Per poter attribuire nuove competenze a una categoria professionale sarebbe quantomai opportuno ascoltare tutte le parti preposte, al fine di avere piena contezza della situazione concreta e dei suoi risvolti».

Oltre a criticare l’attribuzione di nuove competenze agli infermieri, l’Uap esprime ancora una volta preoccupazione per le attività di screening delegate alle farmacie: «Le farmacie non dispongono dei requisiti professionali e strutturali per condurre attività di screening». E aggiunge: «l’Uap sta valutando di agire per richiedere una pronuncia della Corte dei Conti su un possibile danno erariale configurabile a fronte degli oltre 112 milioni di euro stanziati alle farmacie per l’esecuzione di screening effettuati in spregio alle norme attualmente vigenti e ai protocolli sanitari previsti, rilasciando quindi screening possibilmente errati».

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