Chi guadagna di più in Italia? Retribuzioni e disuguaglianze nel rapporto Istat

Chi guadagna di più in Italia? Retribuzioni e disuguaglianze nel rapporto Istat

L’Istat ha pubblicato in questi giorni il rapporto sulla struttura delle retribuzioni in Italia, il documento più aggiornato (riferito all’anno 2022) che analizza nel dettaglio le dinamiche retributive nel settore privato e pubblico.

Dal rapporto, emergono ancora forti disparità legate a genere, istruzione e tipologia contrattuale.

Gender Pay Gap: un divario che persiste

Il differenziale retributivo di genere (GPG) si è attestato al 5,6%. Gli uomini hanno guadagnato in media 16,8 euro l’ora, contro i 15,9 euro delle donne. Tuttavia, le discrepanze crescono sensibilmente in specifiche categorie: tra i laureati il divario raggiunge il 16,6%, mentre tra i dirigenti si amplia al 30,8%. Il settore pubblico evidenzia un GPG più contenuto (5,2%) rispetto al privato (15,9%), grazie a una maggiore rappresentanza femminile in ruoli qualificati e retribuiti meglio. Al contrario, nel settore privato la prevalenza di ruoli dirigenziali maschili accentua le disparità.

 

Retribuzione oraria e istruzione: il valore della laurea

La retribuzione oraria media si è attestata a 16,4 euro, ma le differenze in base al livello di istruzione sono significative. I laureati percepiscono una media di 22 euro l’ora, rispetto ai 15 euro di chi ha un diploma superiore e ai 12,4 euro di chi possiede solo un titolo di istruzione inferiore. Un dato che sottolinea il peso determinante della formazione universitaria nel migliorare le prospettive economiche.

 

 

 

Giovani penalizzati e peso della precarietà

I lavoratori under 30 registrano una retribuzione media oraria di 11,9 euro, inferiore del 36,4% rispetto agli over 50. Inoltre, i contratti a tempo determinato penalizzano ulteriormente i lavoratori, con una retribuzione media inferiore del 24,6% rispetto ai contratti a tempo indeterminato.

Il part-time, che coinvolge soprattutto le donne (12,3% contro il 5,2% degli uomini), contribuisce a ridurre le retribuzioni: 12 euro l’ora in media, contro i 17,3 euro dei full-time.

 

 

Le professioni sanitarie

Nel settore “altri servizi”, che include le professioni sanitarie, la retribuzione media oraria si attesta a 19,6 euro. Tuttavia, si registra un divario salariale di genere pari al 12,2%, con gli uomini che occupano le posizioni meglio remunerate. Le donne, pur rappresentando una quota significativa della forza lavoro in questo ambito, rimangono sottorappresentate nei ruoli apicali, contribuendo così al mantenimento di questo gap retributivo.

Distribuzione geografica delle retribuzioni

Le retribuzioni variano anche in base alla collocazione geografica. Il Nord-Ovest e il Centro sono le aree con le retribuzioni più alte, rispettivamente 17 e 16,4 euro l’ora. Al contrario, il Sud e le Isole presentano retribuzioni più basse, attestate intorno ai 15,7 euro e 15,8 euro l’ora, segnalando un divario strutturale tra le diverse aree del Paese.

Lavoro a bassa retribuzione: chi ne è colpito?

Il 10,7% dei lavoratori italiani è classificato come low-wage earner, ovvero con una retribuzione oraria inferiore a due terzi del valore mediano (8,9 euro l’ora). Le categorie più colpite sono le donne (12,2%), i giovani sotto i 30 anni (23,6%) e chi ha un titolo di studio inferiore al diploma (18%). Anche alcune professioni, come quelle nei servizi commerciali e nei lavori non qualificati, presentano un’alta incidenza di lavoratori a bassa retribuzione.

 

 

Retribuzioni nei diversi settori: chi guadagna di più

I settori finanziari e assicurativi guidano la classifica con una retribuzione media di 25,9 euro l’ora, caratterizzati da un’elevata specializzazione e da forti differenziali retributivi tra posizioni dirigenziali e impiegatizie.

Nel comparto della sanità, la retribuzione media oraria è di 19,6 euro, ma con ampie differenze tra il personale medico, che raggiunge livelli retributivi elevati, e il personale infermieristico e ausiliario, che si colloca su valori inferiori. Nell’istruzione, la media è di circa 18,6 euro l’ora, ma anche in questo settore emergono divari tra scuola pubblica e privata, oltre che tra docenti e personale amministrativo. Nei servizi professionali, dove la retribuzione si aggira intorno ai 21 euro l’ora, si riscontra una forte variabilità a seconda delle qualifiche richieste, con alcune professioni altamente specializzate che registrano valori superiori alla media del comparto.

 

(Visited 228 times, 1 visits today)