L’ottava edizione delle Giornate Nazionali delle Farmacie Comunali si è tenuta a Venezia. Ospiti i rappresentanti della filiera del farmaco e delle istituzioni: dall’industria ai titolari di farmacia, passando per i distributori intermedi, dalla Fofi ad alcuni dei più acuti osservatori del settore, da membri del Parlamento e del governo ad autorevoli esponenti delle Regioni.
Significative le osservazioni dell’ex direttore generale dell’Aifa Nello Martini: «Nel corso degli ultimi decenni la farmacia ha perso centralità, e ciò è accaduto a seguito del progressivo aumento della distribuzione diretta dei farmaci biotech ad alto costo. Oggi la farmacia distribuisce principalmente farmaci vecchi e a brevetto scaduto. Solo se la nuova remunerazione e la convenzione cambieranno questa situazione, potremo parlare davvero di sanità di prossimità. Se ciò non accadrà, potremo avere tutti i servizi sanitari che vogliamo, ma la farmacia perderà comunque centralità».
Interessante anche l’intervento del responsabile Health & Pharma della Banca del Fucino Marco Alessandrini, addentratosi nel complesso rapporto tra evoluzione demografica del nostro Paese e futuro delle farmacie. Se nei prossimi decenni, si domanda Alessandrini, la popolazione italiana continuerà a calare a questi ritmi, come potremo mantenere volumi di utenza minima tali da garantire la sopravvivenza di tutte le farmacie della pianta organica?
Al presidente di Assofarm Luca Pieri (nella foto) chiediamo un primo bilancio dell’evento.
Il bilancio è positivo, l’associazione si è presentata al congresso annuale in modo molto unito e coeso. Le sfide che ci attendono non sono poche.
Quali?
Da un lato l’implementazione della farmacia dei servizi. Siamo determinati a proseguire questo cammino che rappresenta un grande passo avanti rispetto a quella che era soltanto qualche anno fa l’operatività quotidiana della farmacia. In secondo luogo, le giornate veneziane sono state l’occasione per intensificare il dialogo con tutti gli attori della filiera del farmaco, con i quali dobbiamo agire in sinergia. E si è parlato anche di nuova remunerazione.
In che termini?
Per quel che ci riguarda Assofarm considera importante la svolta che si è concretizzata nella legge di Bilancio 2024. Da un lato una nuova remunerazione che valorizza maggiormente l’atto professionale del farmacista e dall’altro il provvedimento che sposta alcuni farmaci dalla distribuzione diretta a quella convenzionata, che passa attraverso il canale farmacia. Un riconoscimento importante, anche questo, alla professionalità dei farmacisti.
C’è poi il tema del rinnovo della Convenzione con il Servizio sanitario nazionale.
Esattamente. Ricordiamoci che l’ultimo rinnovo risale al 1998, sono decenni che se ne parla senza giungere al traguardo. Ora forse siamo in dirittura d’arrivo, nel senso che a breve si dovrebbe arrivare a un accordo di massima tra le rappresentanze delle farmacie, Assofarm e Federfarma, e la Sisac, ovvero la controparte istituzionale.
In una lettera agli associati lei dice che sulla farmacia dei servizi si può fare di più. In che senso?
Nel senso che una parte dei fondi stanziati per le sperimentazioni regionali non sono ancora stati utilizzati. Negli ultimi anni con i servizi abbiamo fatto passi da gigante, fino ad arrivare alla svolta delle vaccinazioni e dei test diagnostici e tuttavia anche noi, come associazioni, possiamo operare in modo da consolidare ulteriormente i rapporti con le amministrazioni regionali affinché tutte le risorse messe a disposizione siano sfruttate. Se poi guardiamo avanti, è giusto pensare a una farmacia dei servizi che superi la fase della sperimentazione per diventare una attività strutturale, possibilmente attraverso specifiche convenzioni con le Regioni, a tutto vantaggio della sanità pubblica.