Il 45% dei farmacisti ha subito aggressioni. Ne parla a PharmaRetail Rachele Aspesi, ordine di Varese

Il 45% dei farmacisti ha subito aggressioni. Ne parla a PharmaRetail Rachele Aspesi, ordine di Varese

Oltre 16.000 le segnalazioni di aggressione, episodi di violenza fisica, verbale o contro la proprietà a danno degli operatori sanitari nel 2023, secondo i dati della Relazione al Parlamento forniti da Orazio Schillaci, ministro della Salute, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Anche i farmacisti sono quotidianamente oggetto di aggressioni: lo dicono i dati di una survey Fofi e lo confermano le testimonianze dal banco, come quella data a Pharmaretail da Rachele Aspesi (nella foto), farmacista e titolare a Ferno e vice presidente dell’Ordine dei farmacisti di Varese.

Aggressioni in aumento dopo la pandemia

Secondo i numeri della relazione al Parlamento, a segnalare i 2/3 delle aggressioni sono state professioniste donne (dato concorde con la struttura di genere del personale del Ssn, dove oltre il 65% degli operatori sono donne) e le fasce d’età più colpite quelle tra i 30-39 anni e tra i 50-59 anni. Il 68% delle aggressioni segnalate sono aggressioni verbali che probabilmente sfuggono ai sistemi di monitoraggio già esistenti.

«Episodi frequenti anche ai danni dei farmacisti», ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Fofi. A confermare la rilevanza del problema sono i risultati della survey della Federazione sugli episodi di violenza commessi ai danni dei farmacisti, predisposta sulla base delle indicazioni fornite dal ministero della Salute. Il 45% dei 2.276 farmacisti che hanno risposto al questionario ha dichiarato di aver subìto aggressioni nell’ultimo anno, anche ripetutamente. L’89% dei casi di violenza è stato registrato ai danni dei professionisti che svolgono la loro attività sul territorio. Tra gli episodi più frequenti: aggressioni, fisiche e verbali, minacce e un importante numero di reati contro il patrimonio – più di 600 segnalazioni – spesso accompagnati da condotte violente. Oltre 1.000 episodi hanno riguardato aggressioni di tipo verbale, che si sono ripetute anche più volte nella stessa giornata.

«Dopo quindici anni dietro al banco, posso confermare che negli ultimi anni le aggressioni, che sono soprattutto verbali, sono molto in aumento», racconta a Pharmaretail Aspesi. «La situazione è cominciata a peggiorare durante le restrizioni e gli obblighi conseguenti alla pandemia da Covid-19». I motivi scatenanti «sono soprattutto legati alla mancanza di farmaci o alla negazione da parte nostra a fornire farmaci senza adeguata ricetta medica. Quindi nel primo caso è correlata a un reale problema strutturale, che non dipende da noi, ma che crea molto malcontento. Sono situazioni però che negli anni scorsi erano accettate dai pazienti e che oggi, invece, risultano meno tollerate e motivo di discussione, fino alla aggressione». Sulla carenza di farmacia tra l’altro «da parte nostra c’è la massima disponibilità a cercare la terapia o a proporre un farmaco equivalente, ma, nonostante ciò, il paziente attribuisce a noi un eccesso di burocrazia o una mancanza di professionalità» prosegue Aspesi. In generale «da una parte rilevo un atteggiamento di nervosismo e violenza diffuso e generalizzato, dall’altra sono alcune contingenze reali a creare malcontento, attribuibili ad un affanno della medicina dei territori». Per esempio, «si pensi a un paziente che, oltre a dover gestire il peso della malattia, si trovi ad affrontare la difficoltà a reperire il medico di base per le ricette, o a una persona appena dimessa dal Pronto soccorso, con una lettera di dimissioni ospedaliere che prevede il passaggio dal medico di base per l’erogazione di alcuni farmaci antidolorifici: sono situazioni che provocano nel paziente nervosismo e intolleranza verso di noi, che scontiamo il fatto di esserci al banco, ed essere sempre disponibili. In questo senso, credo che alcune procedure potrebbero essere semplificate». Infine, «non dimentichiamo che noi farmacisti siamo spesso vittime anche di furti e rapine. Dal furto dei prodotti in vetrina alla richiesta dell’incasso a mano armata, nonostante i sistemi di allarme che abbiamo da anni» conclude Aspesi.

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