Generici e biosimilari, l’industria sollecita il nuovo Parlamento Europeo

Generici e biosimilari, l’industria sollecita il nuovo Parlamento Europeo

Con le elezioni europee, che si sono tenute in Italia l’8 e il 9 giugno, gli elettori hanno scelto i 76 eurodeputati da inviare al Parlamento Ue. Non si fanno attendere le sollecitazioni da parte delle associazioni industriali che invitano i partiti a non perdere tempo.

L’area è quella nevralgica dei farmaci e l’associazione in questione è Medicines for Europe, che rappresenta i produttori europei di farmaci generici e biosimilari e che sta celebrando a Dublino i trent’anni di vita.

«Durante le elezioni europee, i partiti politici si sono impegnati a migliorare l’accesso ai farmaci, a sostenere l’innovazione a prezzi accessibili e a rafforzare la sicurezza della produzione di farmaci e principi attivi (API) in Europa. Incoraggiamo fortemente la nuova leadership dell’UE a dare priorità a una legge sui farmaci critici (Critical medicines Act) e all’adozione della nuova legislazione farmaceutica nei primi 100 giorni in carica», dichiara in una nota ufficiale la presidente Elisabeth Stampa (nella foto). In pratica si chiedono interventi di notevole portata entro tre mesi o poco più.

Italia ed Europa

Di Medicines for Europe fa parte, per l’Italia, l’associazione Egualia, le cui rivendicazioni, negli ultimi anni, hanno battuto costantemente sulla sostenibilità del sistema: a più riprese lo storico presidente Enrique Hausermann ha posto l’accento sul fatto che, in ambito nazionale, la redditività della produzione di generici è ormai ai minimi termini. Da un lato il prezzo esiguo al pubblico di molecole ormai consolidate, dall’altro il crescente costo di materie prime e attività logistiche, a causa di pandemia e conflitti militari.

L’appello alle istituzioni, per la verità, non ha sortito grandi effetti e così Stefano Collatina, succeduto da poco ad Hausermann nel ruolo di presidente, torna sul tema, all’indomani del voto europeo: «È incoraggiante vedere una crescente penetrazione dei farmaci equivalenti in Europa, tuttavia diversi fattori stanno causando un ritardo del nostro Paese rispetto ai nostri omologhi europei, e questi devono essere affrontati al più presto. Alcuni di questi risiedono nella normativa UE e nella sua applicazione. Per questo ci aspettiamo che le nuove istituzioni europee promuovendo la concorrenza, riformando il quadro normativo dell’UE nel farmaceutico e indirizzando gli Stati Membri verso politiche di acquisto sostenibili, contribuiscano rapidamente all’obiettivo di assicurare accesso e disponibilità dei medicinali essenziali in UE. Di fronte a sfide formidabili per la sanità in Italia e in Europa, il ruolo di un’industria farmaceutica resiliente e sostenibile non può essere ignorato».

E qui l’accenno di Collatina alla situazione italiana non è di poco conto: il mercato dei generici, partito oltre vent’anni fa, non è mai decollato completamente, almeno rispetto agli standard europei. A frenarlo una diffidenza mai del tutto sconfitta nei cittadini verso questi tipo di medicinali, al punto che ancora nel 2023 la spesa degli italiani per coprire il differenziale di prezzo tra generico e farmaco branded ha superato il miliardo di euro (dati Egualia). Non solo: una recentissima indagine commissionata da Egualia a Swg attesta che un terzo dei cittadini italiani non si fida del tutto dei generici e, addirittura, un quarto di essi ignora che generici ed equivalenti sono la stessa cosa.

Tornando allo scenario continentale, il Critical Medicines Act reclamato da Medicines for Europe altro non sarebbe che una legislazione complessiva che garantisca sostenibilità al sistema dei generici-biosimilari per i prossimi decenni, dal momento che, anche in questo settore, la competizione internazionale è sempre più agguerrita.

Questa legge dovrebbe articolarsi in cinque punti: maggiori investimenti pubblici, nazionali o comunitari nel comparto; snellimento delle procedure burocratiche; forte digitalizzazione di tutto il processo produttivo; riforma delle linee guida europea del settore off patent; decretazione di misure che favoriscano lo scambio commerciale anche con Paesi extra Ue.

Un altro capitolo è quello, accennato da Stampa, che riguarda la nuova legislazione farmaceutica approvata da un Parlamento europeo ormai a fine mandato e che deve ora passare il vaglio del Consiglio europeo. Un provvedimento che, in corso d’opera, non ha mancato di suscitare discussioni tra organi dell’Ue e rappresentanze industriali: il tema, ancora una volta, è la protezione dell’industria europea di fronte alla concorrenza di mercati molto meno tutelati e “democratici” di quello continentale. Non è escluso che prima di diventare operativa la riforma approvata dal vecchio Parlamento subisca ulteriori modifiche.

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