Quarantuno milioni di confezioni, di cui 28 milioni di farmaci e 13 milioni di dispositivi medici, consegnate alle farmacie e destinate ai pazienti presenti in tutto il territorio nazionale. Sono questi i numeri della Distribuzione per conto (Dpc) operata dalle aziende della distribuzione intermedia associate a Federfarma Servizi presentati nella recente convention tenutasi a Milano.
Serve riconoscimento economico per garantire sostenibilità
Nonostante il settore della distribuzione intermedia viva un periodo di seria difficoltà a causa di voci di spesa in aumento a partire da carburante ed energia, il comparto ha distribuito – in base agli accordi regionali siglati con le rappresentanze delle farmacie – 7,2 milioni di farmaci relativi all’apparato gastrointestinale e metabolismo; 9,3 milioni per sangue e organi emopoietici; 1,2 milioni per il sistema cardiovascolare; 3,3 milioni di prodotti per il sistema nervoso. La distribuzione di Federfarma Servizi è garantita attraverso molteplici servizi erogati in collaborazione con le oltre 7.500 farmacie socie dirette e 57 magazzini su tutto il territorio nazionale.
La Dpc, regolata da una apposita normativa, è il servizio pubblico attraverso il quale i farmaci Ssn acquistati dalle Regioni e dalle Asl vengono distribuiti ai pazienti presso le farmacie territoriali più vicine al paziente.
«La Dpc è stata introdotta dalla legge n. 405/2001 con l’obiettivo di ridurre i disagi che la distribuzione diretta presso le strutture sanitarie pubbliche comporta per i cittadini, mantenendo l’acquisto dei medicinali da parte delle aziende regionali direttamente dalle industrie produttrici», ha spiegato Monica Lupo, direttore generale di Federfarma Servizi. «Si tratta di un servizio pubblico che ha evidenziato ancora di più la sua grande utilità sociale durante la pandemia, quando era opportuno sia limitare gli spostamenti che accedere alle strutture ospedaliere, specialmente per soggetti che presentavano caratteristiche di fragilità anche a causa della propria patologia». Se si guarda ai dati territoriali, al Nord sono andati 8,6 milioni di farmaci e 4,9 milioni di dispositivi medici, al Centro sono andati 12,1 milioni di farmaci e 6 milioni di dispositivi medici mentre al Sud e alle Isole sono andati 7 milioni di farmaci e 2 milioni di dispositivi medici.
La Dpc «è un servizio dall’elevato valore sociale e che risponde anche ad alcune necessità della medicina del territorio, specie quello italiano dall’orografia peculiare. Chiediamo però che un simile servizio sia riconosciuto anche dal punto di vista della sostenibilità economica, per evitare che solo una parte della filiera ne sopporti il costo», ha sottolineato Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.
Le contingenze economiche come l’impennata dei prezzi del carburante, e gli incrementi dei tassi di interesse nel mercato creditizio, hanno richiesto sforzi aggiuntivi alle associate di Federfarma Servizi per mantenere i propri standard qualitativi nella loro attività quotidiana. «Tutto questo avviene senza che vi sia stato il giusto riconoscimento da parte degli organi di Governo dell’essenziale funzione svolta dal nostro comparto a favore della sanità pubblica, come accaduto in altri Paesi europei e senza aver fornito alcun supporto che garantisse sostenibilità a un anello così importante della filiera farmaceutica», ha concluso Mirone.