Si aggiunge un nuovo tassello al confronto tra distributori e produttori di farmaci per le disposizioni della Legge di Bilancio. In un comunicato congiunto, diffuso mercoledì 13 novembre, Federfarma Servizi e ADF (Associazione Distributori Farmaceutici) esprimono il loro sostegno per le misure proposte, ritenendole essenziali per la stabilità del comparto della distribuzione intermedia.
Le nuove disposizioni, attualmente all’esame delle Camere, prevedono una riduzione del margine dell’industria farmaceutica sul prezzo dei farmaci di classe A dal 66,65% al 66% e un aumento della quota spettante ai grossisti dal 3% al 3,65%, oltre a un contributo di 0,05 euro per confezione per gli anni 2026 e 2027.
Il presidente di Federfarma Servizi, Antonello Mirone, definisce queste disposizioni “vitali” per un settore che, a fronte di margini sempre più ridotti, si trova in difficoltà a coprire i costi operativi. «Ignorare la fragilità della distribuzione intermedia, anello centrale ma notoriamente il più debole della filiera del farmaco, significa mettere a rischio l’intero sistema sanitario nazionale, con ricadute economiche e sociali che finirebbero per causare difficoltà e carenze di medicinali ai cittadini. È pertanto urgentissimo mettere in sicurezza la filiera garantendo ai grossisti farmaceutici che sono l’anello vitale tra produzione del farmaco e dispensazione all’utente finale la giusta remunerazione per il servizio pubblico svolto».
Anche Walter Farris (nella foto), presidente di ADF, accoglie con favore il sostegno economico previsto dalla legge: «È finalmente maturata la consapevolezza che senza di esse le nostre aziende, schiacciate da anni di sotto remunerazione e sempre più gravate da costi crescenti, non potrebbero che tagliare pesantemente il servizio e ridurre quindi numeri e volumi delle forniture dei medicinali con ripercussioni sia sulle aziende fornitrici sia sulle farmacie e quindi sui pazienti».
Le due sigle auspicano che il Parlamento confermi le misure in fase di esame finale del disegno di legge, ritenendo queste disposizioni essenziali per la tenuta della distribuzione intermedia e per l’efficace accesso ai medicinali nelle farmacie italiane, ma sottolineano tuttavia che queste misure non risolvono il problema di sotto-remunerazione strutturale che ha colpito i distributori intermedi nel corso degli anni: “Le misure in legge di bilancio, seppure decisamente apprezzate dalla categoria, non consentono tuttavia di risolvere il problema strutturale della sotto remunerazione che si è verificata negli anni precedenti con il taglio del margine dal 6,65% al 3%. Secondo studi condotti dall’università Sapienza di Roma si calcola infatti che dal 2009 al 2019 i Distributori abbiano perso circa il 70% dei propri margini sul farmaco di classe A con un trend spinto, in particolare, dal progressivo calo dei prezzi dei medicinali, dalla Distribuzione Diretta ospedaliera per non parlare del periodo della pandemia e del post-pandemia”.