Il Pgeu, associazione dei farmacisti europei, mette il dito nella piaga con questo suo recentissimo position paper in tema di Pharmacists workforce shortages: «La carenza di farmacisti di comunità è diventata un problema che crea crescente preoccupazione, con un impatto potenzialmente significativo sulla salute pubblica, sulla presa in carico dei pazienti e sulla sopravvivenza stessa dei sistemi sanitari».
Il fenomeno, dunque, non è soltanto italiano e anzi, in prospettiva, riguarda il personale sanitario in genere: l’Oms prevede entro il 2030 una carenza, a livello globale, di 10 milioni di operatori sanitari. Aggiunge il Pgeu che, nonostante un aumento complessivo dei laureati in Farmacia in Europa, tra il 2010 e il 2020, la crescita del 3% è nettamente inferiore rispetto al 20% registrato in altre regioni del mondo: «La carenza di farmacisti compromette la capacità delle farmacie di soddisfare efficacemente le esigenze dei pazienti, portando a tempi di attesa più lunghi, a una ridotta accessibilità ai servizi e a un aumento della pressione e della insoddisfazione nel personale stesso».
Sottolinea inoltre l’associazione che l’emergenza pandemica ha contribuito a portare alla luce elementi critici cha hanno carattere non nazionale ma continentale: i limiti della sanità territoriale, la necessità di maggiori risorse finanziarie da investire in sanità, l’opportunità di mettere in atto politiche che rafforzino la presenza del personale sanitario sul territorio.
Le raccomandazioni
Il Pgeu stila un decalogo, rivolto principalmente ai decision maker nazionali, di cui riportiamo i punti essenziali:
- migliorare la collaborazione tra enti sanitari, istituzioni educative, associazioni che rappresentano gli studenti di ambito sanitario e le associazioni professionali, al fine di attrarre un sempre maggiore numero di candidati verso la carriera nelle farmacie di comunità;
- garantire che le competenze dei farmacisti siano presenti a livello politico, assicurando che all’interno dei servizi sanitari nazionali ci sia un farmacista esperto, in grado di fornire leadership strategica, analisi basate sull’evidenza e consulenze qualificate al governo, al sistema sanitario in senso ampio, agli organi regolatori e alle associazioni professionali;
- sviluppare strategie nazionali che prevedano un ruolo primario della farmacia all’interno di un sistema sanitario integrato;
- adottare soluzioni tecnologiche volte ad automatizzare, digitalizzare e alleviare alcune delle attività di carattere burocratico che i farmacisti svolgono, riducendo così il carico amministrativo e liberando tempo per il consiglio ai pazienti;
- promuovere la comunicazione interprofessionale e, ove appropriato, la presa di decisioni condivise;
- sostenere attività di formazione che servano a migliorare le performance individuali e di squadra dei farmacisti di comunità;
- supportare il benessere e l’avanzamento di carriera dei farmacisti di comunità, riducendo il burnout;
- riconoscere il ruolo indispensabile dei farmacisti di comunità nei sistemi sanitari e promuovere iniziative volte ad affrontare la carenza di forza lavoro e gli investimenti complessivi nel settore della farmacia comunitaria.
Sollecitazioni che, nel complesso, si propongono di garantire la sostenibilità a lungo termine della professione, assicurando che le migliori cure possano essere fornite ai cittadini europei.
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