Tamponi, vaccini anti-Covid e vaccini antinfluenzali, le farmacie hanno dimostrato grande rapidità d’azione e flessibilità nell’ultimo anno pandemico. Di questi argomenti e del futuro della farmacia, in particolare nell’ambito della riforma delle sanità territoriale prevista dal Pnrr, si è parlato in FarmacistaPiù, il congresso dei farmacisti italiani, appena concluso. Un evento incentrato su “La resilienza della sanità italiana. Evoluzione professionale del farmacista e funzione della farmacia per il rilancio della sanità, delle cure di prossimità e dei modelli assistenziali” e nato su iniziativa di Federfarma, Fondazione Cannavò e Utifar, con il patrocinio di Fofi e l’organizzazione di Edra.
La rete delle farmacie
«Il percorso che abbiamo fatto è un percorso concreto, il farmacista è ormai una figura professionale da cui non si può più prescindere e la rete delle farmacie, in particolare, rappresenta un pilastro della futura medicina del territorio basata sulla prossimità», ha affermato in chiusura dei lavori congressuali Andrea Mandelli, presidente della Fofi e del congresso, rendendo omaggio ai farmacisti, sia territoriali che ospedalieri, per la grande disponibilità ed efficienza in questi quasi due anni di pandemia.
Durante il suo intervento di venerdì 5, Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, ha sottolineato il percorso fatto dalla farmacia, presidio sociosanitario orientato alle esigenze del singolo e della comunità, attraverso servizi come counselling, test diagnostici, accessibilità e medicazioni croniche. «La pandemia ci ha insegnato che abbiamo bisogno di farmaci e ha evidenziato la necessità di considerare la resilienza dei sistemi sanitari come una dimensione altrettanto importante della loro performance, dell’accessibilità, della qualità delle cure e dell’efficacia», ha affermato Palù, che ha sottolineato l’efficacia dei farmaci monoclonali: «Il loro impiego non è così frequente per ragioni logistiche, perché, come tutti gli antivirali, tra le altre cose andrebbero somministrati entro le 48-72 ore dall’esordio dei sintomi, mentre di solito sono prescritti dopo altre cure magari meno efficaci e vengono utilizzati solo in ospedale e per endovena. Tuttavia, è imminente l’uscita di monoclonali iniettabili a livello intramuscolare, per poter facilitare anche la cura domiciliare. La vicinanza tra territorio e ospedale è infatti la reale chiave di volta per utilizzare al meglio la risorsa dei monoclonali».
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha affermato che «prossimità è la parola chiave per continuare ad andare incontro alle esigenze dei cittadini. Le nostre 19.000 farmacie, comprese quelle rurali, si sono dimostrate presidi imprescindibili per garantire servizi fondamentali su tutto il territorio». E ora «si chiude la stagione dei tagli, per fare spazio agli investimenti: nella Legge di Bilancio che stiamo approvando l’impegno è di portare il Fondo sanitario nazionale a 128 miliardi di euro nel 2024».
Non sono mancati però i dubbi, manifestati da numerosi partecipanti agli incontri, sulla natura delle Case di comunità, considerate dal Pnnr un cardine della riformata medicina territoriale. Come sottolineato dallo stesso Mandelli: «Queste strutture non sono la risposta giusta, inutile creare nuove reti territoriali quando esiste già una rete, quella delle farmacie, che si è distinta una volta di più per capillarità ed efficienza.
«FarmacistaPiù è stata l’occasione», ha sottolineato il presidente di Federfarma Marco Cossolo, «per riflettere un attimo su quello che abbiano raggiunto in questi mesi, che fino a poco tempo fa sembrava impensabile». E tuttavia non è il momento di fermarsi, «voglio ricordare a tutti che quello che abbiamo messo in campo finora è a carattere sperimentale. Lo sono i tamponi, le vaccinazioni anti Covid e le stesse vaccinazioni antinfluenzali. Tutte attività che avranno bisogno di ulteriori passaggi parlamentari per essere protratte nel tempo. La stessa nuova remunerazione delle farmacie è valida, per ora, solo per il 2022, con il relativo stanziamento di 200 milioni di euro».
La vera sfida è dunque quella di rendere questi nuovi servizi e queste nuove forme di remunerazione una realtà permanente, strutturale per la categoria dei farmacisti.