Il Sole24Ore ha stilato nei giorni scorsi una mappa del rischio evasione basata sui dati del ministero dell’Economia e delle Finanze.
E sul podio della classifica delle categorie più virtuose c’è proprio la farmacia, con un indice di inaffidabilità del 25% (il più basso in assoluto).
Seguono gli studi medici, gli attori, i notai, i paramedici e i fabbricanti di articoli in carta.
Nella black list dei meno virtuosi ci sono invece i 7.645 titolari di lavanderia con una percentuale di inaffidabilità indicata al 78,5%. Sotto la soglia del 70% sono in totale quindici categorie: dopo le lavanderie seguono il noleggio auto; la gestione di impianti sportivi; i ristoranti; le pelliccerie; l’assistenza ad anziani e disabili; i sondaggisti; la pesca e l’acquacultura; la lavorazione di thé e caffè; associazioni e organizzazioni; panetterie; officine; i gestori di spazi culturali, sportivi e ricreativi; le discoteche; le attività finanziarie e assicurative.
ll fisco – spiega il Sole24Ore – utilizza un algoritmo fondato su una ricca architettura di parametri ed elabora gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale per 2,73 milioni di autonomi. Il voto arriva fino a 10 ma la “sufficienza” si raggiunge solo con l’8, ovvero il livello di imponibile considerato congruo al contesto economico e alle caratteristiche della singola attività. Nell’84% delle categorie monitorate, più di metà dei contribuenti ha presentato dichiarazioni inaffidabili
La mappa del rischio evasione nelle Regioni italiane
Dall’analisi del Sole24Ore emerge anche che classificando le regioni in base alla percentuale di contribuenti a rischio evasione fiscale, le prime nove posizioni sono occupate dalle regioni del Sud, con Molise, Basilicata e Calabria in testa, dove solo circa il 40% delle dichiarazioni raggiunge una sufficienza. A livello provinciale, Isernia, Taranto e Nuoro sono al vertice della classifica del rischio evasione, mentre Trento, Lecco e Belluno occupano gli ultimi posti.