Farmacia dei servizi, un agosto “caldo”

Farmacia dei servizi, un agosto “caldo”

Non esistono più gli agosti tranquilli di una volta, la politica non si ferma mai e anche questo dibattito sulla farmacia dei servizi si può annoverare tra le questioni politiche. Ha cominciato il ministro della Salute Orazio Schillaci, che pure si è dimostrato in questi anni un sostenitore della Farmacia dei servizi: intervistato dalla Stampa, ha sottolineato che occorrono standard di qualità certificati e uniformi. E che bisognerà quindi mettere mano a un regolamento ad hoc.

A stretto giro di posta una nota ufficiale di Federfarma nella quale il presidente Marco Cossolo concorda con il ministro: «Riteniamo assolutamente imprescindibile il rispetto delle disposizioni in materia di requisiti di qualità e di tutela della riservatezza, per eseguire le attività della “farmacia dei servizi” e le disposizioni del Ddl Semplificazioni si muovono proprio nell’ottica di confermare le migliori pratiche oggi seguite in farmacia in forza di protocolli d’intesa stipulati con il Governo e le Regioni in piena emergenza Covid, il cui rispetto è opportunamente verificato dalle Aziende sanitarie locali. Ciò che senz’altro è auspicabile, come ben chiarito dal ministro Schillaci, è che venga adottato un complesso di regole valevole a livello nazionale per tutte le strutture che operano in regime concessorio con il Ssn, così evitando la frammentazione di disposizioni regionali che senz’altro non contribuiscono a conseguire l’indispensabile uniformità di adempimenti».

Polemiche dall’esterno

La verità è che l’affermarsi sul territorio di un nuovo erogatore di servizi, la rete delle farmacie – non più in forma sporadica o sperimentale ma come potenziale nuovo asset della sanità pubblica – ha suscitato reazioni e perplessità da parte di altri operatori.

È il caso dell’Aisi (Associazione imprese sanitarie indipendenti), che, attraverso  il direttore generale Giovanni Onesti, non usa giochi di parole: «Se davvero l’obiettivo delle farmacie dei servizi è quello di contribuire a snellire le liste di attesa, si creino le condizioni per arrivare a questo, senza svilire l’impegno e la storia delle imprese sanitarie private, sia di quelle accreditate, che di quelle pure. Non accetteremo che le farmacie possano diventare ambulatori sanitari, così come non è immaginabile che i farmacisti possano svolgere le medesime funzioni di medici e infermieri. L’equilibrio e il rispetto dei ruoli e delle competenze devono trionfare, proprio in nome della qualità della tutela della salute, che va elevata e rilanciata, e non certo minata e messa a repentaglio, con il solo scopo di velocizzare esami e visite specialistiche».

Ma non basta, in un altro articolo della Stampa di Torino, uscito a fine agosto, sono i massimi vertici delle rappresentanze di categoria dei biologi e dei medici di medicina generale a denunciare i limiti di questa “liberalizzazione” dei servizi in farmacia.

Vincenzo D’Anna, presidente nazionale degli Ordini dei biologi, mette in dubbio l’affidabilità di esami e accertamenti diagnostici effettuati in farmacia, mentre il segretario generale della Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale) Silvestro Scotti teme l’affermarsi di un “consumismo sanitario” che sarebbe il frutto della possibilità concessa ai cittadini di recarsi in farmacia senza alcuna prescrizione medica per effettuare esami completamente gratuiti, in quanto rimborsati alle farmacie dal servizio sanitario regionale.

Polemiche e discussioni destinate a prolungarsi ben oltre il periodo estivo. L’auspicio di rendere più efficiente l’assistenza territoriale è condiviso da tutti ma sulle modalità le divergenze non mancano, soprattutto in considerazione dei rapporti mai idilliaci tra le diverse professioni sanitarie. Un tema che si ripropone quando si parla delle Case di comunità, le strutture sanitarie territoriali – finalizzate a evitare il sovraffollamento degli ospedali – per le quali il Pnrr ha previsto ingenti investimenti e che tuttavia stentano a decollare, anche in conseguenza delle carenze del personale sanitario.

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