Sono 19699 le farmacie italiane, mentre 4 milioni sono i cittadini che entrano ogni giorno in farmacia, con una media giornaliera di 230 a farmacia. Ogni notte 1.800 farmacie sono aperte sul territorio nazionale. Questi alcuni dei dati contenuti nel documento “La Farmacia Italiana 2020-2021” pubblicato da Federfarma mentre il nostro Paese è ancora in emergenza Covid-19: una nuova edizione che fotografa lo stato dell’arte della farmacia oggi, alla luce delle novità introdotte proprio durante la pandemia.
Capillarità, professionalità e rete
«Grazie alla capillarità e all’informatizzazione della rete delle farmacie e alla professionalità e allo spirito di sacrificio dei farmacisti che vi operano, nella fase emergenziale è stato possibile introdurre alcune novità rilevanti, volte a agevolare i cittadini, riducendone in misura significativa gli spostamenti», scrive nell’introduzione Marco Cossolo, presidente nazionale. «Tra queste – oltre alla dematerializzazione delle ricette Ssn, che consente ai cittadini di presentare in farmacia solamente il Numero della ricetta elettronica (Nre), insieme al codice fiscale, per ritirare i medicinali di cui hanno bisogno – ricordo il trasferimento alla dispensazione in farmacia di medicinali precedentemente erogati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche, avvenuto in varie realtà locali, proprio per ridurre gli spostamenti».
L’altro fronte di attività fortemente innovativo è quello relativo all’effettuazione di test sierologici e poi anche di tamponi rapidi. «Il coinvolgimento delle farmacie, nell’ambito di accordi stipulati con le autorità sanitarie, ha permesso di ampliare il monitoraggio dei contagi, riducendo l’impatto organizzativo a carico delle strutture pubbliche» prosegue Cossolo, «e la nuova frontiera, poi, è quella delle vaccinazioni in farmacia, secondo quanto previsto dalla legge di bilancio 2021 e dal Decreto legge Sostegni: la somministrazione dei vaccini anti-Covid-19 da parte dei farmacisti in farmacia consente di agevolare enormemente i cittadini nell’accesso alla vaccinazione, analogamente a quanto avvenuto con test sierologici e tamponi».
Tutte queste attività si inseriscono, ampliandolo, nel modello della Farmacia dei servizi: l’ampliamento delle attività svolte dalle farmacie «non può avvenire», sottolinea Cossolo, «senza adeguate risorse, anche alla luce del calo della spesa farmaceutica convenzionata, che ha inciso negativamente sul fatturato delle farmacie, ulteriormente compresso nelle fasi dell’emergenza sanitaria».
Interessanti anche i numeri del comparto farmacia, che occupa complessivamente 88.000 lavoratori di cui 65.000 dipendenti. Il 50% delle farmacie è gestito sotto forma di ditta individuale, cioè il proprietario è un singolo farmacista. Il restante 50% appartiene a società di farmacisti. I titolari di farmacia e i soci di società titolari di farmacia sono complessivamente oltre 22.500 (dati Enpaf al 31 dicembre 2020): il 55% è costituito da donne; l’età media è 56 anni. Vi sono poi 421 farmacisti associati in partecipazione e 2.276 farmacisti collaboratori di impresa familiare. Questa situazione è in continua evoluzione, a seguito della Legge 124/2017, che ha introdotto la possibilità per le società di capitale di essere titolari di farmacia e consente la creazione di catene di farmacie.
L’informatizzazione è un elemento centrale e qualificante dell’attività delle farmacie, aumentando il loro valore in quanto snodi di un sistema interconnesso e connettibile con altre reti, presente su tutto il territorio nazionale, a disposizione dei cittadini e del Ssn. Si pensi, per esempio, al fatto che il collegamento in rete delle farmacie ha consentito di interfacciarsi con le piattaforme di Regioni e Asl per garantire la tracciabilità di test sierologici e tamponi rapidi, effettuati in farmacia con enormi vantaggi per i cittadini e per la pubblica amministrazione, che ha visto ridurre l’impatto organizzativo sulle proprie strutture.
Contestualmente al documento Federfarma ha pubblicato i dati della spesa farmaceutica netta Ssn, che ha fatto registrare nel 2020 un calo del 2% rispetto al 2019, determinato da una diminuzione del 4,6% del numero delle ricette, parzialmente compensato da un incremento del valore medio della ricetta (netto +2,7%; lordo +2%), conseguente a un incremento del prezzo medio dei farmaci erogati in regime convenzionale (+0,7%). Nel 2020 le ricette sono state oltre 544 milioni, pari in media a 9,14 ricette per ciascun cittadino.
Le confezioni di medicinali erogate a carico del Ssn sono state un miliardo e 35 milioni (-5,6% rispetto al 2019). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 17,4 confezioni di medicinali a carico del Ssn, di prezzo medio pari a 9,26 euro.
Le farmacie hanno dato un contributo al contenimento della spesa – oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci Ssn – con lo sconto per fasce di prezzo, che ha determinato nel 2020 un contenimento della spesa netta di oltre 320 milioni di euro, ai quali vanno sommati oltre 62 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali. A questi si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel 2020 in circa 157 milioni di euro. Complessivamente, quindi, il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2020, è stato di circa 540 milioni di euro.
Per il futuro scrive Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma, in conclusione del documento «è fondamentale che, nell’ambito delle analisi su quanto e come finanziare la sanità, si tenga conto della necessità di investire sul servizio farmaceutico per valorizzarne le potenzialità e sfruttarne la capacità di intervento in un’ottica di prossimità, elemento questo fondamentale soprattutto in una fase che richiede di ridurre gli spostamenti e gli assembramenti, ma essenziale anche in prospettiva, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle cronicità e fragilità».