Tra le possibili soluzioni per affrontare il problema della carenza di farmaci, da più parti viene spinto l’utilizzo dei farmaci equivalenti al posto delle referenze non disponibili.
Il loro scarso utilizzo è una abitudine soprattutto italiana: gli equivalenti, introdotti in Italia nel 1995 con il termine di “generici”, sono visti ancora con una certa diffidenza, dovuta principalmente a una scarsa informazione sulle loro caratteristiche e sui loro possibili utilizzi.
Proprio alla luce di queste considerazioni Federfarma Genova ha lanciato un progetto di comunicazione sul tema.
Italia penultima in Europa
I dati di Egualia – organo di rappresentanza ufficiale dell’industria dei farmaci equivalenti e biosimilari – mostrano che nel 2021, nel canale farmacia, i generici hanno assorbito il 22,6% del totale del mercato a confezioni (con una crescita dello 0,1%) e il 14,81% del mercato a valori (+0,3%). In Europa l’Italia si posiziona al penultimo posto per uso di equivalenti, con il 20% di quota mercato; la Germania è al primo posto con il 70%, seconda la Gran Bretagna con il 60%.
Nel dettaglio, l’89% dei circa 393 milioni di confezioni di generici-equivalenti vendute nel canale farmacia nel 2021 sono classificate in classe A, totalmente rimborsata dal Ssn. Il 10% è in classe C e solo l’1% ricade nell’area dell’automedicazione e non necessita di ricetta medica.
Come noto, il farmaco è detto “equivalente” poiché contiene la stessa quantità e qualità di sostanze attive nella stessa forma farmaceutica (compresse, fiale, sciroppo ecc.) del farmaco di riferimento. La qualità è garantita dalla concessione di Aic (Autorizzazione all’immissione in commercio) da parte dell’Aifa, che verifica che la sua produzione sia effettuata da un’officina farmaceutica autorizzata. Parametri come efficacia terapeutica, potenza d’azione, tempo di comparsa dell’effetto e sua durata, nonché effetti collaterali e loro incidenza, sono da considerare praticamente identici.
Quanto al prezzo, gli equivalenti hanno un prezzo inferiore di almeno il 20% (ma in certi casi si arriva anche al 70%) rispetto ai medicinali di riferimento, come diretta conseguenza della scadenza del brevetto del principio attivo. I vantaggi dell’utilizzo dei farmaci equivalenti per cittadini e famiglie si traducono essenzialmente in un notevole risparmio economico a fronte di efficacia terapeutica inalterata; per il Ssn, invece, alleggerendo la spesa farmaceutica, si favorisce l’accesso a terapie innovative e più costose.
In questo contesto, Federfarma Genova ha scelto il tema dei farmaci equivalenti per il suo tradizionale calendario 2023, realizzato in partnership con Eg-Stada Group e distribuito gratuitamente in 100.000 copie nella rete delle oltre 300 farmacie di Asl 3 e Asl 4. «Ci fa molto piacere avere l’occasione di ricordare a tutti i cittadini le opportunità che offrono i farmaci equivalenti e anche le garanzie a tutela della loro salute, tanto più nella particolare fase in cui ci troviamo in queste settimane», ha commentato Giuseppe Castello, presidente di Federfarma Genova. «Una corretta e completa informazione su questo tema è fondamentale e anche noi abbiamo voluto dare il nostro contributo attraverso la realizzazione del calendario, uno strumento che negli anni è diventato un punto di riferimento importante per la popolazione che quotidianamente serviamo».