Confermato alla presidenza di Farmacentro – la maggiore cooperativa della distribuzione intermedia del farmaco del centro Italia – Stefano Golinelli (nella foto) ha un obiettivo chiaro: difendere le farmacie indipendenti, coinvolgendo sempre più le giovani leve.
E puntare, in ogni ambito, sull’innovazione.
Presidente, il triennio appena passato però è stato duro…
Proprio così, tra inflazione, aumento del costo del denaro, del lavoro, dei trasporti e dell’energia, oltre alle carenze delle materie prime causate dai conflitti in corso in Ucraina e Palestina. Abbiamo dovuto riorganizzare tutto il magazzino per venire incontro alle esigenze dei nostri soci.
Ciò nonostante, chiudete il 2023 con un bilancio positivo: 381 milioni di fatturato e un utile di 1,4 milioni…
Nel 2023 abbiamo investito più di 3 milioni di euro per modernizzare l’azienda, in termini di automazione con 6 nuove macchine Label installate sui poli di Perugia e Jesi, in hardware e software, con nuovi terminalini per l’allestimento degli ordini e mettendo a tappeto il check and trace in uscita merci. Abbiamo parallelamente investito sul personale inserendo da un lato più persone per alzare il livello di servizio alle farmacie e dall’altro attraverso una formazione che ha coinvolto tutta la popolazione aziendale. Senza innovazione non si va avanti e per noi innovare significa soprattutto far lavorare al meglio le persone sono con noi e rendere un servizio sempre più efficiente ai nostri soci. Abbiamo chiuso un anno difficile con un ottimo risultato di esercizio, testimoniando il nostro lavoro, anche e soprattutto alla luce dei risultati ottenuti da molti distributori intermedi che invece hanno chiuso con perdite, a volte anche importanti. Questo testimonia la difficoltà della congiuntura economica in cui abbiamo operato. Voglio ringraziare pe questo tutta la struttura della Cooperativa, ben condotta dal direttore generale Marco Mariani, questo perché molto di quanto abbiamo raggiunto dipende dalle sue intuizioni, dalla sua professionalità e dal suo coraggio oltre all’imprescindibile apporto del Cda che lo ha sempre indirizzato e sostenuto.
Il presidente di Federfarma Servizi Mirone denuncia: distribuzione intermedia a rischio sostenibilità, occorre maggiore attenzione dalle istituzioni. Cosa ne pensa?
Concordo in pieno. Stiamo portando le nostre istanze alle istituzioni e speriamo di ottenere un supporto che sia concreto e non effimero. I margini delle nostre cooperative si stanno riducendo molto e abbiamo bisogno di un sostegno che davvero ci aiuti a evitare rischi di declino. Devono essere però soluzioni ben meditate, che davvero sostengano la filiera.
La vostra rete Mia Farmacia comprende alcune centinaia di affiliate e qualche farmacia di proprietà: quella delle acquisizioni è una scelta strategica o occasionale?
Oggi contiamo quasi 300 farmacie in rete di cui 10 sono quelle di proprietà. Cominciamo col dire che anche con i network bisogna ragionare sempre in termini di innovazione. Investire nella qualità del servizio, coinvolgere sempre più i soci, migliorando la comunicazione i loro confronti. Solo uniti si vince per questo adesso lavoreremo con la struttura e un pool di farmacisti per rilanciare la rete.
E le farmacie di proprietà?
Per noi si tratta di diversificazione del rischio perché dieci farmacie rendono quanto Farmacentro con 900 soci, ma devo asserire che fino a oggi abbiamo solo colto delle occasioni, acquisendo farmacie di soci che ci hanno chiesto di aiutarli, acquistandole. Noi non andiamo a cercarle ma se hanno bisogno di aiuto, ci siamo, in pieno spirito mutualistico.
Per chiudere, un obiettivo primario che si pone per il nuovo mandato.
Bisogna fare capire ai giovani i valori della cooperativa. Ma prima ancora bisogna che tutti i soci siano consapevoli della battaglia che si sta conducendo: quella per difendere la farmacia libera e indipendente. Oggi la nostra azienda è più forte e più solida di prima, garantiamo stabilità, un ottimo servizio e innovazione.