La premessa è che, come spesso accade con i Contratti collettivi nazionali, anche quello dei collaboratori di farmacia è stato rinnovato (settembre 2021) dopo che era scaduto da otto anni. A fine agosto 2024 andrà a scadenza e i sindacati stanno cominciando a pensare a una piattaforma da sottoporre alla controparte, ovvero i titolari. Un rinnovo quanto mai importante in un periodo nel quale il sistema farmacia italiana vive la contraddizione tra un ruolo sociosanitario sempre più solido e di supporto al Servizio sanitario nazionale e la difficoltà di trovare sufficiente personale.
Un passo verso la soluzione del problema è stato la revisione del corso di laurea in Farmacia e il varo della laurea abilitante, che conferisce nuove modalità anche al tirocinio professionale. Ma, inutile negarlo, è il fattore economico a giocare un ruolo fondamentale quando si parla delle prospettive occupazionali in farmacia. Con questi presupposti è nata la community virtuale “Farmacisti dipendenti”.
Unire le forze
«Un punto di ritrovo virtuale per dar forza alla categoria dei farmacisti dipendenti. È la community nata da qualche settimana sui social network per riunire tutti i collaboratori di farmacie e parafarmacie, offrire supporto reciproco e sostenere le esigenze della categoria dal Sud al Nord Italia», si legge in una nota ufficiale della community, attiva su Telegram (dove ha già 1694 membri) e Instagram (2000 follower). «L’obiettivo è dare forza e sostegno ai collaboratori, soprattutto in vista dell’imminente rinnovo del contratto, ma anche capire come, unendo le forze, si possa ottenere un maggiore riconoscimento della professionalità, una retribuzione più adeguata e la tutela dei diritti basilari».
Molto negativa la valutazione dell’accordo firmato nel 2021 dai sindacati di categoria con Federfarma: «L’aumento salariale, in particolar modo, è stato irrisorio a fronte di un coinvolgimento professionale sempre crescente e di maggiori responsabilità. Uno stipendio, quindi, non proporzionato alla professionalità e alle responsabilità, in aggiunta a orari di apertura sempre più ampi e a una sempre crescente offerta di servizi svolti dai farmacisti.
I farmacisti dipendenti non lamentano solamente una retribuzione economica poco adeguata, ma chiedono anche la variazione del contratto dal comparto commercio a quello della sanità, un riconoscimento concreto per lo svolgimento di tutti i servizi che negli ultimi anni vengono effettuati in farmacia, una distribuzione dei turni che permetta un corretto equilibrio tra vita e lavoro».
Molto difficile, almeno sulla carta, il cambio di status contrattuale, dal commercio alla sanità, ma l’intento dichiarato del nuovo gruppo non è quello di muovere critiche alle sigle sindacali, semmai di renderle più forti al tavolo delle trattative: «La categoria dei farmacisti dipendenti finora è sempre stata poco rappresentata a livello sindacale: le farmacie sono aziende di piccole dimensioni, con pochi dipendenti, e l’iscrizione al sindacato poteva essere percepita come motivo di attrito con i titolari. Secondo i membri del gruppo, è necessario superare questi preconcetti e intendere il sindacato non come un’arma contro il titolare, ma come una forma di tutela per garantire i diritti del lavoratore e dare forza all’intera categoria dei farmacisti dipendenti».
Un post pubblicato sulla pagina Instagram, affronta anche la questione dell’assistente farmacista proposta da Assofarm per sopperire alla carenza di personale che, da quanto è stata lanciata, ha infiammato la discussione nei social.
Nei commenti, gli utenti scrivono che servirebbe solo ad avere manodopera a basso costo e sminuire la professione dei farmacisti: “Condizioni lavorative inadeguate: è questa la causa della fuga dei farmacisti e questo presunto assistente sarà solo un problema, una persona non qualificata da seguire ed aiutare costantemente oltre a un mezzo affinché i titolari risparmino assumendo meno dottori qualificati”.
L’appello finale è quello «a unire le nostre forze per riabilitare la nostra professione e riappropriarci, da collaboratori, della nostra indipendenza economica e privata. Fino a ieri siamo rimasti in ultima fila, facendoci bastare quel poco che altri decidevano per noi. È arrivata l’ora di prendere parte al nostro futuro, cogliendo questo momento di delusione verso la nostra professione, per dare un nuovo valore alle nostre competenze e al nostro sapere. I membri del gruppo, confrontandosi giornalmente all’interno della community sono arrivati a capire che l’unico modo per avere una forza contrattuale notevole è affidarsi alle tre sigle sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-TuCS, in quanto sono loro a sedersi al tavolo di contrattazione con Federfarma per discutere del contratto e farsi portavoce delle esigenze dei farmacisti, che comprendono, in primo luogo, un aumento salariale significativo che si adegui all’inflazione degli ultimi 15 anni, e soprattutto alla crescente richiesta di servizi nelle farmacie, considerati presidi sanitari di prima linea sul territorio nazionale».
Per ora l’idea di uno sciopero, come è accaduto in Francia, non è stata ventilata nel gruppo. L’aspirazione è però quella di arrivare a fine agosto numerosi e compatti: “La strada è lunga. Ma oggi finalmente c’è unione e consapevolezza che qualcosa può davvero cambiare!”
Nata su WhatsApp, la community si è spostata su Telegram, ed è raggiungibile al seguente link: https://t.me/+T3dgq3XQnBkyMzc0. Per tenersi aggiornati sulle iniziative della community e seguire le fasi di contrattazione, è possibile consultare la pagina Instagram “farmacistidipendenti” al link: https://www.instagram.com/farmacistidipendenti