La pandemia ha accelerato il percorso di digitalizzazione della sanità, rendendo concrete prestazioni e servizi da remoto che fino a un anno fa erano considerati futuribili. I servizi digitali si sono dimostrati uno strumento essenziale per garantire la qualità della presa in carico e la tempestività dell’assistenza. Tuttavia la necessità di affrontare velocemente e in emergenza le sfide poste dalla pandemia ha prodotto l’affermarsi di norme, pratiche e prestazioni poco coordinate tra le singole Regioni, generando involontariamente iniquità e diseguaglianze difficili da contrastare in assenza di provvedimenti quadro.
In questo contesto, Netcomm ha istituito il gruppo di lavoro Digital Health e Pharma, composto da Humanitas, Medtronic e Msd per supportare le istituzioni nell’individuare le opportunità e le esigenze legate alla digitalizzazione della filiera sanitaria.
Necessari standard nazionali, chiari e vincolanti
Il percorso di digitalizzazione avviato dal sistema sanitario italiano negli anni pre- pandemia è agli albori rispetto al contesto internazionale, dove Paesi all’avanguardia nel campo dell’e-health hanno già sperimentato gli effetti positivi della sanità digitale, ma l’interesse dei cittadini italiani verso la digitalizzazione dei servizi legati alla sfera della salute, anche alla luce delle vicissitudini causate dalla pandemia, appare oggi più che mai forte. Come emerso da un recente studio di Netcomm, il 62% ha dichiarato di avere prenotato online visite e altre prestazioni sanitarie, il 32% ha utilizzato app per gestire alcuni aspetti legati alla salute e ai percorsi sanitari, il 29% ha interagito tramite chat con uno specialista e il 22% ha effettuato un consulto sanitario online.
«Sono molte le forze che stanno rimodellando il settore sanitario: l’utilizzo sempre più ampio da parte dei cittadini dei canali digitali per le loro necessità di salute, l’avvento di tecnologie promettenti nell’ambito della prevenzione, della cura e dell’assistenza, nonché le nuove modalità di relazione e di servizio mediate dai canali online», ha dichiarato Roberto Liscia (nella foto), Presidente di Netcomm. «L’evoluzione verso un sistema sanitario sempre più connesso e a valore aggiunto è una priorità alla quale l’Italia deve tendere in maniera rapida ed efficace».
Lo scopo di Digital Health e Pharma è quello di supportare le istituzioni nell’individuare le opportunità e le esigenze legate alla digitalizzazione della filiera sanitaria, mettendo a disposizione un pool di competenze ed esperienze altamente specializzate, che afferiscono ai tre ambiti strategici sui quali si snoda lo sviluppo della digitalizzazione della salute: l’ambito ospedaliero, il contesto farmaceutico e il settore delle tecnologie medicali.
In particolare, la visione e le proposte avanzate dal gruppo in materia di telemedicina sono in questi quattro ambiti: l’individuazione di standard nazionali, chiari e vincolanti per l’accreditamento degli strumenti utilizzabili per i servizi di telemedicina; una definizione delle prestazioni di telemedicina che possa garantire al personale sanitario un’adeguata suddivisione del tempo dedicato all’attività ambulatoriale, in presenza e da remoto; un’adeguata formazione del personale sanitario; un puntuale studio della sostenibilità economica delle attività di telemedicina.
Si tratta di quattro snodi fondamentali per valorizzare gli investimenti in telemedicina attualmente previsti dal Pnrr, garantendo ai cittadini la possibilità di accedere alle migliori cure disponibili e al personale sanitario di usufruire dei supporti digitali per poter svolgere la propria attività in maniera sempre più efficace.