Atteso da anni, è stato firmato dai Ministri competenti, Roberto Speranza (Salute) e Daniele Franco (Economia e Finanze) il decreto che stabilisce i criteri della nuova remunerazione a favore delle farmacie per la dispensazione del farmaco a carico del Ssn. Il nuovo modello di farmacia, oltre al farmaco, assicura ai cittadini una serie di prestazioni professionali aggiuntive, sicché risulta auspicabile, a regime, che si intervenga a un modello di remunerazione collegato anche ai servizi resi ai cittadini, così da valorizzare quelle caratteristiche di resilienza, prossimità e tempestività nella risposta che hanno reso la farmacia un efficiente presidio territoriale integrato nel Ssn.
Un nuovo ruolo della farmacia, evidenziato durante la pandemia
Durante la pandemia, grazie agli indirizzi del Ministro e alla fattiva opera dei suoi uffici, la farmacia ha svolto un ruolo fondamentale, sia per l’esecuzione di test per il rilevamento del Covid-19 che per la somministrazione dei vaccini. La strada tracciata vede nella farmacia il luogo dove il cittadino può trovare una prima risposta alle proprie domande di salute, attraverso un’erogazione di servizi sanitari quali l’aderenza alla terapia, la presa in carico del paziente cronico, le analisi di prima istanza e la telemedicina.
«La firma del decreto è un passo strategico verso il sistema di remunerazione che valorizzerà progressivamente il ruolo professionale del farmacista in farmacia, sulla base dei servizi resi a favore dei cittadini e solo parzialmente legato al prezzo del farmaco», ha dichiarato Roberto Tobia (nella foto), segretario nazionale Federfarma. «Il servizio reso dalle farmacie alla collettività durante questo periodo di emergenza sanitaria ne ha confermato il ruolo di primo presidio sanitario di prossimità». Nel corso degli ultimi anni, in ragione del calo della spesa convenzionata, molte farmacie e soprattutto quelle situate nei piccoli centri delle aree più periferiche hanno subito disagi anche di natura economica, con questa nuova remunerazione ci si aspetta un cambiamento di passo.
La remunerazione aggiuntiva è stata riconosciuta in via sperimentale per il 2021 e il 2022 dal decreto Sostegni: è stato previsto un finanziamento, a valere sulle risorse del Fondo sanitario, pari a 50 milioni di euro per l’anno 2021 e a 150 milioni di euro per il 2022, con una partenza fissata nel documento ministeriale da settembre. L’obiettivo è quello di «rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Servizio sanitario nazionale alle patologie infettive emergenti e ad altre emergenze sanitarie, nonché alla vaccinazione anti Covid in farmacia», riporta il documento firmato.
Una quota viene riconosciuta per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Ssn in via sperimentale e strutturata per sostenere maggiormente le farmacie periferiche e quelle a fatturato Ssn più basso. Prevista poi, sempre per tutte le farmacie, una ulteriore misura finalizzata, in questo caso, all’incentivazione della dispensazione del farmaco al prezzo più basso: si tratta di «una quota premiale aggiuntiva di 0,12 euro, applicata ad ogni confezione di farmaci generici ed originator con prezzo pari a quello di riferimento». Le attese, secondo il documento, sono che la quota di generici aumenti del 2% nell’ultimo quadrimestre del 2021 e di un ulteriore 1,5% nel 2022. Altre quote sono destinate alle rurali e rurali sussidiate. Infatti, le farmacie rurali hanno avuto un ruolo particolarmente importante nel garantire l’accesso agli stessi servizi sanitari a tutti i cittadini, anche nelle aree più interne e isolate. Situate nei piccoli Comuni, nei centri montani e nelle isole minori, rappresentano spesso l’unico presidio sanitario rimasto al servizio della popolazione.