Il decreto legge taglia liste d’attesa in Consiglio dei Ministri il 3 giugno, esami e visite nel week end, analisi in farmacia

Il decreto legge taglia liste d’attesa in Consiglio dei Ministri il 3 giugno, esami e visite nel week end, analisi in farmacia

«Le liste d’attesa costituiscono il problema più spinoso per i cittadini e la peggior carta di presentazione per un sistema sanitario nazionale. Ci stiamo lavorando dal primo giorno in cui sono diventato ministro e a breve faremo sicuramente un provvedimento» ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto) intervenuto al Festival dell’Economia di Trento.

Ed è atteso il 3 giugno in Consiglio dei Ministri il decreto con il quale Schillaci punta a risolvere il problema delle liste d’attesa.

Le novità del decreto

Un Cup unico regionale e infra-regionale, una piattaforma per il monitoraggio dei tempi, la possibilità di acquisto di prestazioni da strutture private e l’estensione degli orari per effettuare visite ed esami anche nel fine settimana, queste alcune delle novità contenute nella bozza di testo.

Entra nel decreto anche l’allargamento della farmacia dei servizi prevista nel disegno di legge sulle semplificazioni. Si allenta inoltre anche il tetto di spesa sulle assunzioni di medici e infermieri che sarà definitivamente superato nel 2025.

Visite ed esami nel fine settimana

Uno degli articoli contenuti nella bozza di decreto specifica che visite ed esami saranno effettuati anche nel fine settimana: “Le visite diagnostiche e specialistiche possono essere effettuate nei giorni di sabato e domenica e la fascia oraria per l’erogazione di tali prestazioni può essere prolungata”.

Nel CUP unico entrano sia le prestazioni pubbliche sia quelle del privato accreditato. Sempre a Trento, il ministro ha specificato che, nel caso la visita o l’esame non possa essere garantito nelle strutture pubbliche, si potrà ricorrere (gratuitamente se esenti o con il ticket) alle strutture private accreditate: «Per l’erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, le aziende sanitarie locali erogano le prestazioni sanitarie nei confronti dei propri assistiti anche tramite l’offerta delle aziende ospedaliere nonché degli erogatori privati accreditati». Con le Asl che dovranno erogare «almeno il 90 per cento delle prestazioni entro i tempi massimi previsti da ogni classe di priorità».

La piena interoperabilità dei centri di prenotazione degli erogatori privati accreditati con i competenti Cup territoriali costituirà condizione preliminare, a pena di nullità, per la stipula degli accordi contrattuali per l’accreditamento delle strutture sanitarie.

Il ruolo della farmacia

Entra nel decreto anche l’ampliamento della farmacia dei servizi contenuto nel DdL semplificazioni che ha stabilito che le farmacie: “Possono somministrare ai maggiori di 12 anni tutti i vaccini, non più solo quello contro il Covid, e offrire maggiori servizi in un’ottica di medicina di prossimità: dalla telemedicina alla possibilità di scegliere il proprio medico curante e il pediatra di libera scelta tra quelli convenzionati con il servizio sanitario regionale” Il Ddl contiene novità anche per l’insegna: le farmacie che erogano servizi, accanto alla tradizionale croce verde, potranno includere la scritta “Farmacia dei servizi”.

ll Cup dovrà attivare un sistema di “Recall” per ricordare all’assistito la data di erogazione della prestazione, per richiedere la conferma o per la cancellazione delle prenotazioni e sono previste sanzioni per chi non si presenta all’appuntamento.

Il recall dovrà essere effettuato almeno due giorni lavorativi prima dell’erogazione della prestazione». Nel caso in cui non si presentasse l’assistito nel giorno previsto, «senza giustificata disdetta, salvi i casi di forza maggiore e impossibilità sopravvenuta, può essere tenuto al pagamento all’erogatore pubblico o privato accreditato della quota ordinaria di partecipazione al costo stabilita dalle norme vigenti alla data dell’appuntamento, per la prestazione prenotata e non usufruita, nella misura prevista per gli assistiti appartenenti alla fascia di reddito più bassa».

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