Aumentare la copertura vaccinale di alcune vaccinazioni, soprattutto quelle per adulti, attraverso una migliore comunicazione e facendo rete tra gli operatori sanitari, anche attraverso le farmacie. Se ne è parlato in due recenti convegni in Italia, mentre in Francia è in corso una protesta degli infermieri contro l’allargamento del numero di vaccini che possono fare i farmacisti e della possibilità di farli fuori dalla farmacia.
Aumentare la comunicazione e le campagne
Sul tema dell’informazione e della cultura della vaccinazione si è espressa Roberta Siliquini, presidente della Società italiana d’igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, in occasione dell’incontro “Prevenzione: la sfida delle vaccinazioni” al Centro Studi Americani di Roma: «Il Piano nazionale vaccinale approvato in agosto dalla conferenza Stato-Regione si apre a due importanti novità: una straordinaria attenzione alle persone fragili e la necessità di comunicare l’atto vaccinale come un valore per l’individuo e la comunità. Dobbiamo promuovere formazione, informazione e comunicazione anche sui giovani, su cui registriamo tassi di copertura vaccinale bassi. Dobbiamo sviluppare campagne di comunicazione nazionali e azioni di informazione preventiva nelle scuole».
L’attenzione ai vaccini è diminuita, anche per gli over 65, «per i quali sarebbe fondamentale l’aderenza ai vaccini antinfluenzali, per l’herpes zoster e anti-pneumococco. Anche sul fronte Covid, per cui le persone fragili come gli immunodepressi dovrebbero sottoporsi al richiamo ogni 4-6 mesi, c’è scarsa adesione. È una sfida che va vinta sul piano dell’organizzazione e della comunicazione capillare e su tutti i livelli possibili», ha spiegato Beatrice Lorenzin, Coordinatrice dell’Health & Science Bridge e promotrice del convegno.
Di copertura del vaccino anti-Herpes Zoster si è parlato in occasione dell’evento dal titolo “Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia – Le prospettive per la vaccinazione anti-Herpes Zoster”, realizzato da The European House-Ambrosetti.
«È fondamentale una campagna vaccinale in collaborazione con i tanti stakeholders, enti del territorio, distretti della salute che guidano questo lavoro insieme a Regione Lombardia, e i medici di medicina generale, le farmacie e tutta la rete di servizi del territorio che lavora insieme mettendo al centro la prevenzione e la vaccinazione», ha affermato Emanuele Monti, presidente della commissione Welfare di Regione Lombardia. «È fondamentale fare comunicazione, un aggancio attivo della popolazione. Si è parlato tantissimo di vaccini per il periodo post pandemico e chiaramente dobbiamo ritornare a spiegare alle persone e dare un ruolo alle case di comunità».
La strategia di diversificazione dei canali di somministrazione vaccinale introdotta da Regione Lombardia può rappresentare una soluzione per ampliare la popolazione vaccinale. Infatti, in Lombardia la vaccinazione anti-Herpes Zoster è offerta gratuitamente ai soggetti di età superiore ai 65 anni di età o ai 18 anni con patologie croniche, ma, «ha una copertura bassa in tutte le regioni italiane. Parliamo tra il 10 e il 15%, difficile anche da quantificare perché non ci sono dati, ma si sa che sono tassi veramente bassissimi, molto lontani dai target» spiega Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healthcare di The European House-Ambrosetti, aggiungendo che da una loro ricerca «è emerso che i cittadini lombardi hanno sentito parlare di questa vaccinazione, ma solo il 20% si dichiara ben informato. Quindi emerge l’esigenza di rafforzare la comunicazione sulla malattia, ma anche sui benefici della vaccinazione». Il problema non è solo di regione Lombardia ma di tutte le regioni italiane. La Lombardia però sta introducendo un’attività di rafforzamento e utilizzo di più canali, come i medici di medicina generale, i centri vaccinali e le Rsa, per creare un’azione congiunta che può aumentare le coperture vaccinali.
Intanto in Francia il sindacato degli infermieri ha mandato un comunicato di protesta, dopo l’annuncio sulla possibilità per i farmacisti di vaccinare a domicilio e nelle case di cura. Il comunicato degli infermieri sottolinea che «con la professione infermieristica non è stata effettuata alcuna consultazione o, almeno, riflessione sulle conseguenze di tale misura. Se ora i farmacisti saranno autorizzati a recarsi a domicilio si creerà una concorrenza che non ha motivo di esistere, per non parlare della perdita di motivazione, che ciò causerà tra gli infermieri. Questa decisione riflette una mancanza di fiducia negli infermieri e nella loro capacità di contribuire in modo significativo al miglioramento della copertura vaccinale».