Dopo il blocco imposto dal Garante della Privacy, si torna anche in Italia a utilizzare ChatGPT, il famoso chatbot di intelligenza artificiale creato dalla OpenAI in grado di interagire e rispondere a praticamente tutte le domande che gli vengono poste.
Lo avevamo testato a poco tempo dal lancio per capire come e se sarebbe stato in grado di aiutare i farmacisti nello svolgimento quotidiano della loro attività e vi avevamo riferito le sue risposte in questo articolo.
Torniamo a parlarne perché in un comunicato stampa diffuso da Atida, Francesco Zaccariello, farmacista, Managing Director di Atida eFarma (con cui in questa intervista avevamo già dialogato di metaverso) ha sollevato il tema dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle farmacie e nello specifico di ChatGPT alla luce di una notizia diffusa recentemente. Alcuni ricercatori dell’Università di Cagliari, tra i primi in Italia a testare le capacità di ChatGPT nell’ambito medico, hanno messo alla prova la piattaforma di intelligenza artificiale sottoponendogli il Test nazionale di ammissione alle Facoltà di Medicina e Odontoiatria 2022 e i risultati emersi sono stati molto interessanti: ChatGPT risulta aver superato il test classificandosi nella fascia più alta degli idonei. Il sistema è pressoché infallibile nella parte di comprensione del testo (4 risposte esatte su 4) e biologia (16 su 23), l’aspetto che più colpisce sono i risultati ottenuti nella sezione che comprende il ragionamento logico in cui emergono importanti lacune (solo 1 risposta corretta su 5), chimica (9 su 15) e fisica e matematica (7 su 13).
ChatGPT prosegue dunque tra risultanti sorprendenti e qualche intoppo (imparerà? È molto probabile, anzi certo che sì. E proprio da noi: in questo preciso momento, sta immagazzinando conoscenza globale su centinaia di milioni di persone in giro per il mondo, sul loro modo di pensare, sulle domande che si pongono, sulle loro ansie, paure e preoccupazioni).
Francesco Zaccariello ha voluto dare una dimensione del fenomeno e delle conseguenze dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle farmacie, nello specifico ChatGPT.
«L’intelligenza artificiale non deve essere demonizzata, ma nemmeno osannata, come sempre, la soluzione deve stare nel mezzo. Il settore farmaceutico e in particolare le farmacie, negli ultimi anni stanno attraversando un boom evolutivo, ne sono io stesso testimone quando ho fondato eFarma, all’epoca sembrava un’idea molto lontana dalla realizzazione e invece eccomi qui 10 anni dopo. Ricordo che con l’avvento dell’e-commerce nel settore farmaceutico, ci si era posti lo stesso quesito, ma come possiamo ben vedere, la farmacia tradizionale e il settore e-commerce, dopo 10 anni continuano a convivere tranquillamente e ognuno ha trovato la propria dimensione di crescita».
Nel mondo farmacia Chat GPT ha già diverse applicazioni e potenzialità per il futuro: «Chat GPT rappresenta uno strumento funzionale per migliorare e facilitare alcuni aspetti tecnici della tradizionale farmacia. Ad esempio, sono stati introdotti alcuni programmi basati su set di dati preimpostati in grado di pianificare gli ordinativi di farmaci e prodotti in automatico. L’intelligenza artificiale risolverebbe anche i problemi legati ai turni dei farmacisti e all’operatività delle farmacie in luoghi scarsamente popolati o difficilmente raggiungibili, garantendo una copertura H24 dell’assistenza e una diffusione territoriale uniforme e capillare».
Ma i farmacisti possono stare tranquilli, secondo Zaccariello nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’elemento di relazione che caratterizza la professione: «L’aspetto che più mi lascia dubitare di una totale sostituzione del farmacista è che l’utilizzo di queste piattaforme annienta interamente l’attività di relazione, cioè la parte più nobile di qualsiasi lavoro. In questo modo vengono a mancare le fasi di ascolto, consulto, elaborazione delle informazioni ricevute dal paziente, il feedback e in ultimo, il contatto umano, quello che si fa guardandosi negli occhi. Quest’ultimo è forse l’aspetto più importante, spesso i pazienti si rivolgono al farmacista, oltre che per una cura, anche per avere conforto e rassicurazione. Penso quindi che il farmacista non verrà mai sostituito dall’intelligenza artificiale, però se vorrà continuare ad avere un ruolo cardine in questo settore dovrà imparare a sfruttare le potenzialità di ChatGPT a proprio favore e abbinare alle proprie conoscenze tecnologiche anche un servizio che sia di valore per i propri clienti».