La carenza di farmaci in Europa è ancora un problema rilevante: per questo, il Gruppo europeo di chimica fine (Efcg) e Medicines for Europe, associazione europea dei produttori di generici, in una lettera indirizzata ai vertici della Commissione europea, chiedono di accelerare l’adozione di misure a supporto della produzione farmaceutica entro i confini europei e di dare indicazioni chiare sulla sicurezza delle forniture e egli appalti farmaceutici.
Oggi i diversi Paesi cercano soluzioni autonome
Attualmente i singoli Paesi europei si stanno muovendo autonomamente per arginare il problema delle carenze. È il caso di Germania e Francia: la prima ha previsto interventi sui prezzi e sulle gare d’appalto pubbliche; la seconda ha reso noto in questi giorni la lista dei 450 farmaci ritenuti critici e sui quali si interverrà con politiche di incremento dei livelli di rimborso. Lo stesso presidente Macron ha annunciato il ritorno in patria della produzione in tutto di 50 medicinali le cui riserve sono “critiche”.
Nella lettera alla Commissione le associazioni di categoria sottolineano «la necessità di un approccio coordinato e solido per salvaguardare la catena di approvvigionamento dei medicinali in Europa» e pertanto lodano «l’iniziativa in tal senso promossa dal Belgio e sostenuta da 21 Stati membri», riferendosi al documento presentato il 2 maggio scorso alla Commissione dal governo del Belgio e co-firmato dai principali Pesi Ue, Italia compresa. Si tratta di una sorta di “Critical Medicines Act” con cui gli Stati membri richiedono di istituire un meccanismo volontario di solidarietà per alleviare temporaneamente le gravi carenze negli Stati membri; di redigere di un elenco europeo di medicinali essenziali le cui catene di approvvigionamento, produzione e valore devono essere monitorate e tutelate con politiche attive di sostegno; e infine di esplorare la possibilità di una legge sui farmaci critici per ridurre le dipendenze in particolare per i prodotti in cui ci sono pochi produttori o Paesi fornitori.
Da parte loro le aziende offrono piena adesione alla creazione di un elenco europeo di farmaci critici, da realizzare «sulla base di criteri terapeutici ma anche su criteri industriali, come la vulnerabilità della catena del valore, per lo più dovuta al consolidamento dei fornitori, a rischi geopolitici o a vincoli tecnologici di produzione», oltre al totale supporto alla proposta di una legge ad hoc sui farmaci critici, tenendo però presente che «la sostenibilità del comparto è possibile solo adeguando le attuali politiche in materia di prezzi e appalti pubblici, in particolare per i prodotti maturi che hanno subito riduzioni di prezzo aggressive da cui sono scaturiti il consolidamento e la globalizzazione della produzione di Api e medicinali».
In Italia i farmacisti, per voce di Andrea Mandelli, presidente della Fofi, hanno affermato di condividere «i timori espressi dalle imprese del farmaco sul possibile peggioramento della carenza di medicinali utilizzati per il trattamento di diverse patologie croniche». Mandelli ha inoltre ricordato che «la Federazione dei farmacisti è stata la prima a lanciare l’allarme già nel maggio dello scorso anno. I farmacisti, particolarmente sensibili alla tematica e parte attiva nella gestione del problema sul territorio, confermano la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni e con tutti gli attori della filiera farmaceutica per contrastare in maniera tempestiva ed efficace il fenomeno delle carenze. È quanto mai prioritario individuare soluzioni condivise che garantiscano la salute delle persone e la sostenibilità del Sistema-Paese».
Egualia ha chiesto un incontro urgente negli scorsi giorni al ministro della Salute Orazio Schillaci, poiché «la produzione e la commercializzazione di una importante porzione dei farmaci equivalenti erogati dalle aziende associate, sia nelle farmacie aperte al pubblico sia in ospedale, è a fortissimo rischio di sostenibilità e quindi di continuità di approvvigionamento», si legge in una nota. «I costi di produzione di molti farmaci essenziali continuano a crescere senza un corrispondente adeguamento del livello di rimborso del Ssn, con il rischio, sempre più attuale, che molte realtà industriali decidano di uscire dal mercato, con ripercussioni importanti in tema di erogazione di farmaci essenziali per tutte le patologie croniche». La carenza di amoxicillina «apparsa più volte sui mezzi di informazione e sulla quale è in corso da tempo un dialogo con Aifa, è un chiaro esempio di questa emergenza, ma rappresenta solo la punta di un iceberg ben più preoccupante». Pertanto, Egualia ritiene fondamentale da una parte un ripensamento dell’attuale assetto di governance della spesa farmaceutica, e dall’altra l’adozione di misure urgenti volte a garantire continuità delle forniture dei farmaci a più alto rischio di interruzione della disponibilità.