Secondo le stime diffuse nella Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica 2023, l’antibiotico resistenza (AMR) provoca ogni anno 4,3 milioni di infezioni e 79 mila morti nei Paesi OCSE, portando, nello scenario peggiore, a un costo sanitario annuo per il trattamento delle complicazioni causate dalle infezioni resistenti pari a 28,9 miliardi di dollari.
Secondo l’ultimo Rapporto OCSE sull’AMR, entro il 2035, senza adeguati provvedimenti, nei Paesi in cui si registrano le più alte percentuali di AMR, si potrebbe raggiungere un livello di resistenza fino al 90% per alcune specifiche infezioni.
La campagna del Ministero e il vademecum della Fofi
Delle possibili soluzioni da parte della ricerca e dell’industria, si è parlato durante l’evento dal titolo “Valore e sostenibilità degli antibiotici quali strumenti indispensabili per il sistema sanitario e la salute delle persone” realizzato da The European House – Ambrosetti.
È emerso che l’AMR va affrontata con una strategia unitaria e multidimensionale, che include la sensibilizzazione della popolazione e dei professionisti della salute sulla gestione appropriata delle prescrizioni antibiotiche, ma anche l’introduzione di politiche e incentivi volti a favorire la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici. Il processo di ricerca e sviluppo di un nuovo antibiotico è oggi estremamente complesso e rischioso, di conseguenza secondo l’OMS, lo sviluppo di nuovi trattamenti antibatterici risulta inadeguato per affrontare la sfida globale dell’AMR. «Nonostante nell’ultimo anno il contrasto all’antimicrobico resistenza sia entrato nell’agenda politica, con la pubblicazione, a febbraio 2023, del secondo Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza (PNCAR) 2022-2025 finanziato con 40 milioni di euro per gli anni 2023, 2024 e 2025, e la presentazione di una proposta di legge per la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza, spesso causate dai patogeni multiresistenti, in Italia, non sono state fatte azioni politico-istituzionali incisive per rendere disponibili e sostenibili, da un punto di vista economico, antibiotici indirizzati al trattamento delle infezioni resistenti con limitate opzioni di cura, e classificati come “Reserve” dall’OMS» ha spiegato durante l’evento Massimo Andreoni, Professore Ordinario di Malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore Scientifico, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). In questo contesto, si rende indispensabile fornire alle aziende farmaceutiche un nuovo framework normativo e regolatorio, più favorevole all’innovazione nel comparto degli antibiotici, adattando gli strumenti di policy già esistenti (come lo status di Innovazione) alle peculiarità del comparto e attivando un sistema di incentivi e agevolazioni di tipo Push – incentivazione della ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici – e Pull – assicurazione della disponibilità e dell’accesso agli antibiotici.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci, in occasione della Giornata mondiale ha annunciato l’avvio di una campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione in collaborazione con l’Aifa. È urgente «promuovere un uso appropriato degli antibiotici, facendo leva sulla corretta informazione, sulla responsabilità individuale e sul miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. Per questo, lanciamo da oggi insieme ad Aifa la campagna di informazione e sensibilizzazione che, grazie alla collaborazione del Dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarà diffusa ampiamente su tv, radio e altri canali di comunicazione» ha spiegato il Ministro.
Infine, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) ha lanciato l’iniziativa “5 cose da sapere per un uso appropriato degli antibiotici”: un vademecum con le risposte del farmacista alle domande più frequenti dei cittadini in tema di antibiotici, volto a promuovere un consumo consapevole di questi farmaci sia nell’uomo che negli animali da compagnia, essenziale per contrastare la comparsa di infezioni difficili da trattare e i decessi per la mancanza di una terapia antibiotica adeguata. «I farmacisti sono i professionisti sanitari più prossimi ai cittadini e, come tali, svolgono un ruolo chiave nella promozione di un uso corretto degli antibiotici, educando le persone ad attenersi sempre alla prescrizione medica e disincentivando l’assunzione fai-da-te, l’interruzione precoce della terapia e l’utilizzo improprio di antibiotici residui da precedenti terapie» ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente FOFI lanciando l’iniziativa «Ma non solo, i farmacisti di comunità offrono un importante contributo alla lotta all’antimicrobico-resistenza attraverso l’esecuzione dei test diagnostici che consentono di individuare la presenza di una malattia infettiva e di distinguere tra infezioni virali e batteriche, operando in stretta sinergia con gli specialisti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per garantire la massima appropriatezza della scelta terapeutica».