Che il ruolo e la figura del farmacista siano cambiati con la pandemia è ormai un dato di fatto: mai prima di allora la cosiddetta farmacia dei servizi si era concretizzata così come ha fatto durante l’emergenza da Covid-19, per esempio con l’esecuzione delle vaccinazioni. La Federazione degli ordini ha però voluto fotografare questa evoluzione nel percepito di cittadini e farmacisti stessi, con una indagine Ipsos. Un punto fermo per le sfide che aspettano i farmacisti nel prossimo futuro.
Farmacia come hub di salute
L’indagine Ipsos – “Il ruolo del farmacista e delle farmacie: verifica della reputazione e del percepito d’immagine” – è stata condotta tra novembre e dicembre del 2022 con un registro parallelo tra farmacisti e cittadini: da una parte un campione di 1.000 italiani, rappresentativo della popolazione adulta italiana, e dall’altra 400 farmacisti. L’obiettivo è stato quello di analizzare l’evoluzione nel percepito della figura del farmacista nel corso e nel post pandemia, per valutare, tra l’altro, le aspettative e i bisogni della popolazione italiana all’indomani del Covid, e approfondire le principali sfide per la professione alla luce del ruolo sempre più strategico che al farmacista è riconosciuto all’interno del Servizio sanitario nazionale.
Dai risultati dell’indagine emerge che il farmacista è percepito come affidabile, competente e disponibile. Quasi 8 cittadini su 10 (77%) hanno fiducia nel farmacista e lo considerano un professionista competente e accessibile al quale rivolgersi per la gestione della propria salute. Per la maggior parte degli italiani, negli ultimi tre anni la farmacia ha rappresentato un presidio sanitario di riferimento sul territorio, svolgendo un ruolo di pubblica utilità attraverso l’erogazione di una molteplicità di servizi.
Questi risultati confermano che «negli ultimi tre anni i farmacisti sono stati al fianco degli italiani per dare le migliori risposte possibili ai loro bisogni di salute, contribuendo a rendere la sanità più accessibile per tutti i cittadini», spiega Andrea Mandelli, presidente della Fofi in occasione della presentazione dei risultati. «La pandemia ha rafforzato la percezione e il nostro ruolo sul territorio: siamo riusciti a essere il perno del Ssn somministrando tamponi e vaccini, trasformando messaggi di posta elettronica e Sms in ricette digitali e dispensando terapie complesse».
Dal canto loro, i farmacisti sono pienamente consapevoli (86%) dell’evoluzione del proprio ruolo e della fiducia che ispirano alla stragrande maggioranza dei cittadini. Per due terzi di essi (64%) l’ampliamento delle funzioni riconosciute dai recenti provvedimenti normativi rappresenta una valorizzazione del proprio ruolo, mentre per un terzo le difficoltà sono maggiori dei benefici. Tra le difficoltà segnalate l’eccessivo carico di burocrazia che grava sull’attività quotidiana in farmacia, indicata dal 31% degli intervistati.
«Il nemico di questa evoluzione del rapporto tra farmacista e cittadino è senza dubbio la burocrazia», commenta Mandelli. «Per questo la Federazione è impegnata su due fronti principali: un’ulteriore digitalizzazione, che consenta di automatizzare una parte degli adempimenti amministrativi. E poi il costante confronto con le istituzioni, per sburocratizzare per quanto possibile la nostra quotidiana attività, consentendoci di concentrarci sui bisogni di salute dei pazienti».
Per quanto riguarda i cittadini, secondo la ricerca il 93% degli italiani ha una farmacia di riferimento, scelta motivata da tre aspetti principali: la fiducia (per il 37% degli intervistati) e la conoscenza del professionista (28%); la vicinanza (57%); la soddisfazione per il servizio offerto (42%). A “legare” i cittadini al farmacista sono inoltre le conoscenze in campo farmaceutico, la competenza nel consigliare la soluzione più appropriata alle proprie esigenze di cura e la qualità dell’assistenza, garantita dalla disponibilità e dalla continuità del servizio.
La principale conferma che i cittadini vedono la farmacia come avamposto del servizio sanitario sul territorio sono i servizi che vorrebbero fossero erogati e/o potenziati nella rete delle farmacie territoriali: prenotazione di visite specialistiche ed esami (26%); vaccinazione antinfluenzale (19%); analisi di primo livello come la misurazione di pressione e colesterolo (18%); servizi infermieristici in farmacia (18%) e a domicilio (17%). L’80% degli italiani intervistati si dichiara favorevole a farsi vaccinare dal farmacista e valuta positivamente la possibilità che la farmacia diventi un “hub vaccinale” in cui effettuare anche i richiami dei vaccini obbligatori.
Infine, la farmacia del futuro, secondo gli italiani, dovrà essere sempre più un luogo dedicato alla prevenzione e alla presa in carico, oltre ovviamente alla tradizionale attività di dispensazione del farmaco. Un’aspettativa che si sposa perfettamente con il modello della Farmacia dei servizi, la cui piena realizzazione – anche attraverso il potenziamento della telemedicina e del deblistering dei farmaci, indicati dai farmacisti intervistati come due servizi chiave per migliorare l’assistenza sul territorio – consentirà di andare incontro ai bisogni dei cittadini e alle esigenze di efficientamento del Ssn.