Progetto Ucraina: 15 farmacisti assunti nel network Lafarmacia.

Progetto Ucraina: 15 farmacisti assunti nel network Lafarmacia.

«Ho lasciato l’Ucraina appena è scoppiata la guerra, ho fatto 50 ore di viaggio per raggiungere l’Italia, avevo un’amica qui e speravo di poter contare sul suo aiuto. Nel mio Paese ero stata prima una farmacista, poi una direttrice di farmacia e infine la responsabile d’acquisto per un distributore di farmaci. In Italia ho accettato qualunque lavoro: le pulizie negli uffici, la badante. Un giorno ho visto un annuncio in un gruppo Facebook di miei connazionali: lafarmacia. assumeva farmacisti ucraini. Ho inviato il mio cv, mi hanno chiamato per un colloquio. Non ci speravo, ma due mesi dopo mi avevano già proposto un posto in una farmacia. Abito in provincia di Pesaro e la farmacia è a Gabicce, ogni giorno faccio un’ora di bicicletta per arrivare ma sempre con il sorriso, non posso descrivere l’emozione di tornare finalmente a fare il mio lavoro. Non avrei mai creduto, anzi ancora quasi non ci credo, che sarebbe stato possibile»

Oksana Ushkalenko ha 29 anni, ed è una delle 15 farmaciste già inserite nel Progetto Ucraina lanciato da Hippocrates Holding per offrire un’opportunità lavorativa e un supporto concreto ai professionisti sanitari ucraini colpiti dal conflitto.

L’iniziativa, oltre all’inserimento lavorativo, ha l’obiettivo di fornire a tutti i farmacisti ucraini assunti nel network del gruppo Lafarmacia. un supporto completo che include corsi intensivi di lingua italiana, assistenza burocratica e amministrativa per il riconoscimento dei titoli di studio e – ove possibile – un alloggio o un supporto concreto per facilitare il loro trasferimento.

Il progetto è stato presentato mercoledì 16 ottobre presso Lafarmacia. di via Broletto, a Milano. All’evento erano presenti Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, fondatori e co-CEO di Hippocrates, rappresentanti del consolato ucraino a Milano, molte delle 15 farmaciste ucraine già assunte grazie al progetto, insieme alla stampa, tra cui anche PharmaRetail.

Davide Tavaniello nel suo intervento si è rivolto proprio a queste 15 farmaciste che sono state inserite nelle farmacie del gruppo in Lombardia, Veneto, Marche e Friuli-Venezia Giulia, con ruoli diversi, da farmacisti collaboratori ad addetti vendite e magazzino: «Questo è un progetto in cui io e Rodolfo abbiamo creduto molto fin dall’inizio. È la prima iniziativa di questo tipo in Italia: come gruppo abbiamo sempre cercato di portare innovazione nel mondo della farmacia e questo progetto rappresenta un ulteriore passo in quella direzione. Oltre a ringraziare tutte voi, ringrazio tutti i partner istituzionali, il consolato italiano a Kiev e il consolato ucraino a Milano che ci hanno supportato fin dal principio. Queste 15 assunzioni sono solo l’inizio, abbiamo ricevuto più di 140 candidature, il progetto quindi non si esaurisce ma prosegue, anzi diventa una progettualità strategica. Purtroppo, gli ostacoli burocratici da superare non sono pochi ma speriamo di ricevere molte altre candidature».

Rodolfo Guarino ha ripercorso storia e numeri del gruppo: «la nostra storia è recente: inizia nel 2018 e qui siamo in un luogo pieno di significati per noi, è quello in cui nel 2020, in pieno Covid, abbiamo lanciato il primo punto vendita del nostro network Lafarmacia. I nostri valori sono: la valorizzazione del capitale umano, la custodia della salute e la responsabilità sociale e il Progetto Ucraina li racchiude tutti». E ha concluso: «la nostra sfida rimane quella di diventare il luogo dove le persone desiderano lavorare».

Filippo Mazzotti, Employer Branding Manager presso Hippocrates Holding, che ha sviluppato il progetto in stretta collaborazione con Maryna Khomenko, entrata a far parte del team di Lafarmacia da aprile 2024 per assistere i candidati in tutte le attività amministrative e burocratiche, gestire i rapporti con le autorità diplomatiche e condurre colloqui in italiano e ucraino, ha raccontato come è nata l’iniziativa: «dall’anno scorso siamo una società benefit, nel nostro scopo aziendale c’è quello di avere un impatto positivo sulla comunità. Dare un’opportunità a professionisti che sono stati costretti a lasciare il loro Paese o che non possono più svolgere il loro lavoro a causa della guerra è stato il punto di partenza di un’iniziativa che punta anche a rispondere al grosso nodo della farmacia in Italia, quello della carenza di personale».

E ha proseguito: «Abbiamo ricevuto più di 140 candidature quando abbiamo lanciato il progetto e abbiamo incontrato professionisti molto competenti ma scoraggiati da mille difficoltà concrete: linguistiche, di alloggio, burocratiche, in particolare per il riconoscimento dei titoli professionali. Abbiamo cercato di capire che cosa avevano bisogno, avviando partnership nei vari territori per organizzare corsi di lingua e superare gli ostacoli di natura logistica, oltre a collaborare con istituzioni per affrontare quelli di carattere burocratico. Da aprile a oggi siamo riusciti a inserire le prime 15 professioniste e continuiamo a lavorare con le istituzioni, vogliamo che questi contratti si trasformino in assunzioni a tempo indeterminato e riuscire ad assumere molte altre persone».

La più grande criticità è quella del riconoscimento del titolo di laurea, ha spiegato Mazzotti: «la prima strada che abbiamo percorso è stata quella del passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati, un processo che può durare anni e ha la complicazione della scadenza del passaporto. La seconda opzione, che non esclude la prima, è quella dell’equipollenza, basata sulle traduzioni asseverate dei documenti. Ma anche questa ha grandi criticità, poiché i documenti sono richiesti solo in formato cartaceo e i trasferimenti dei corrieri risultano complicati a causa della guerra.»

Ha concluso Davide Tavaniello: «Abbiamo fatto molto ma quello che ancora manca è riuscire ad accelerare il percorso di riconoscimento dei titoli. Abbiamo la fortuna di avere un gruppo di professionisti che non vedono l’ora di tornare a fare il loro lavoro in un momento storico in cui si parla di carenza. Ci auguriamo che le istituzioni comprendano l’importanza di dare loro questa opportunità». 

Per candidature o ulteriori informazioni è possibile scrivere a progetto.ucraina@lafarmacia.it

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