Boots lancerà presto il suo primo servizio a pagamento di supporto per la salute mentale, per aiutare un sempre crescente numero di pazienti in attesa di cure con l’Nhs, il sistema sanitario britannico.
L’anticipazione è di Marc Donovan, chief pharmacist di Boots UK, in una intervista esclusiva alla rivista The Pharmaceutical Journal.
Secondo quanto riportato nell’articolo, il servizio online fornirà ai pazienti una combinazione di sedute di terapia e supporto farmacologico laddove necessario.
Possibilità di sedute online e prescrizione di farmaci
Il servizio di supporto psicologico entrerà nel già attivo ‘Online Doctor’, che consente ai pazienti di avere medicinali soggetti a prescrizione medica, a seguito di una consultazione con uno di un team di farmacisti prescrittori indipendenti, infermieri prescrittori e medici di base per una serie di patologie.
Il servizio seguirà le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence per quanto riguarda le prescrizioni, e tutti gli interventi saranno supervisionati da un farmacista o medico prescrittore. Donovan ha spiegato che il servizio Boots è stato sviluppato per soddisfare la domanda dei pazienti e alleviare la pressione sull’Nhs: «Attualmente è difficile accedere al supporto psicologico attraverso il servizio sanitario pubblico e la domanda è enorme, quindi riteniamo di poter aiutare i pazienti a far fronte ad alcune delle richieste nell’ambito della salute mentale». E ha aggiunto: «Con l’offerta di servizi online, vogliamo dimostrare all’Nhs che la farmacia comunitaria ha un ruolo più ampio da svolgere sia nella fornitura di servizi di prescrizione sia nel trattamento di disturbi minori». In particolare, si auspica un ampliamento, nel 2022, della prescrizione diretta da parte del farmacista. Boots dal giugno 2021 sta incrementando il suo servizio Online Doctor e ora i pazienti sono in grado di accedere a trattamenti a pagamento per oltre 30 patologie e 11 servizi di test.
Il contesto in cui Boots ha deciso di sviluppare questo servizio è descritto dal Center for Mental Health, ente britannico che si occupa di analisi e ricerche economiche e politiche nel campo della salute mentale: nell’ottobre 2020, ha stimato che fino a 10 milioni di persone avranno bisogno di supporto ai disturbi di salute mentale come diretta conseguenza della pandemia da Covid-19.
L’impatto psicologico della pandemia non è, però, solo un problema della Gran Bretagna: uno studio planetario pubblicato su Lancet ha stimato un aumento del 28% dei casi di depressione maggiore e del 26% dei disturbi d’ansia in tutto il mondo, a causa delle limitazioni sociali legate al Covid-19. Mentre uno studio italiano, commissionato dall’Ordine degli Psicologi, evidenzia un incremento a carico dei più giovani, con un +60% di disturbi nella fascia adolescenziale, tanto che le richieste di aiuto sono cresciute in generale del +39% nella fascia sotto i 24 anni, con uno sviluppo prepotente dello strumento della psicologia online.
L’aumento del disagio psicologico è confermato anche dal balzo delle vendite dei prodotti di automedicazione per l’insonnia e il benessere mentale in farmacia, cresciuti del +41,9 a fatturato e +30,2 a confezioni nel confronto tra il 2019, quando la pandemia non era ancora nel nostro orizzonte, e il 2021 (dati New Line Ricerche di Mercato).