La buona notizia nell’annus horribilis del Covid: con un valore prossimo al 20%, la farmacia ha conquistato il secondo posto nella ripartizione dei consumi cosmetici, superando per la prima volta la profumeria, complice anche l’emergenza sanitaria che ha impattato in misura minore (-2%) sul canale (fonte: Cosmetica Italia). Tradotto, significa che nonostante le incertezze del periodo e i numeri altalenanti e tendenti al negativo che ancora si registrano nel comparto dermocosmetico (-11,3% nell’ultima settimana, dati New Line Ricerche di Mercato), agli occhi del consumatore la farmacia sta progressivamente sostituendo la profumeria e l’erboristeria. In questo segmento, dunque, la farmacia conserva potenzialità di crescita, soprattutto se continuerà ad intercettare le attese di una grossa fetta di pubblico, in particolare tra gli under 50 e i Millennials. Come hanno dimostrato i sondaggi a più riprese, infatti, è in queste fasce d’età che è maggiormente sentito un valore chiave anche in fase d’acquisto di un farmaco, così come di un dermocosmetico, di un nutriceutico o di qualsiasi altro prodotto destinato al benessere: quello della sostenibilità.
Sostenibità fa rima anche con (bella) immagine
Un tema, quello del prodotto very green, zero waste (rifiuti zero) e profondamente rispettoso dall’ambiente, che ha un impatto positivo sia sull’immagine della farmacia sia sulla sua redditività, come ha fatto notare Valentina De Marchi, professore associato al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Padova, durante la sua relazione al Live On Summit by Cosmofarma: “Sostenibilità ambientale, quali opportunità di business?”. «Nei consumatori è sempre più sviluppata la coscienza eco-friendly: chiedono di poter avere non solo un buon prodotto, sicuro ed efficace, ma anche di partecipare con l’atto d’acquisto a un processo virtuoso di produzione, circolare e non lineare. In pratica, la sostenibilità del prodotto deve coinvolgere tutte le fasi della sua “vita”, dall’approvvigionamento delle materie prime per la sua realizzazione alle modalità di smaltimento una volta esaurita la sua funzionalità», ha premesso De Marchi. Assecondare questa esigenza implica trasmettere al cliente un’idea di eticità ad ampio respiro, di presa in carico dei problemi dell’ambiente e per esteso dalla salute di tutti, con un importante ritorno d’immagine e, di conseguenza, di appeal e potenzialità di vendita. Un concetto attorno al quale ha ruotato anche la relazione: “Titolari di farmacia: la reputazione business”, tenuta, sempre al Live On Summit, da Stefano Chiarazzo, Digital Reputation Senior Advisor e Autore SocialCEO. In sintesi, l’esperto ha sottolineato che la fidelizzazione e il passaparola, che implicano rispettivamente il ritorno in farmacia e l’acquisizione di nuova clientela, sono inevitabilmente filtrate dalla reputazione del titolare e in particolare dalla sua capacità di essere social leader. Ma cosa significa essere social leader? «Vuol dire essere in grado di promuovere comportamenti virtuosi e di guidare il cambiamento. Un social leader offre servizi in grado di rispondere ai bisogni in continuo mutamento riguardo il benessere presente e futuro delle persone e dell’ambiente e rifugge dalla narrazione strumentale e dall’uso non etico delle tecnologie», ha spiegato Chiarazzo.
Identikit della farmacia sostenibile
Come agire concretamente per diventare una farmacia “sostenibile”? Per esempio, scegliendo i migliori fornitori del territorio, i più attenti alle dinamiche dell’eco-friendly. Sensibilizzando i pazienti sulle pratiche terapeutiche sicure ed efficaci e sullo smaltimento corretto dei farmaci e degli altri prodotti acquistati. Promuovendo campagne o iniziative ambientali correlate alla comunità. Sono tutti fattori capaci di stabilire un legame più forte, e di conseguenza fidelizzante, con il cliente, trasformando l’immagine della farmacia, che da mero punto-vendita diventa un luogo privilegiato di interazione con la collettività e di elevazione del grado di benessere e di consapevolezza sociale. «La scelta green implica anche arredare la farmacia con mobili, scaffalature, sistemi di illuminazione e infissi ecologici e installare apparecchi ad alta efficienza energetica, che oltre a ridurre l’inquinamento consentono importanti risparmi in bolletta», ha sottolineato la professoressa De Marchi, ricordando nel contempo un altro vantaggio dell’approccio etico-sostenibile: la forte propensione ad essere innovativi e al passo con i tempi rende più capaci di attrarre “talenti”, soprattutto tra i collaboratori, con indubbie, positive ripercussioni anche sulle potenzialità di vendita della farmacia.