L’Nhs, il sistema sanitario britannico, ha avviato un progressivo processo di riduzione delle emissioni di CO2, che prende in esame le diverse attività, dalla filiera del farmaco alle ambulanze, fino agli interi ospedali, per diventare entro il 2040 a un sistema sanitario a zero emissioni.
Per descrivere obiettivi e soluzioni è stato pubblicato un documento dal titolo “Delivering a ‘Net Zero’ National Health Service”, che raccoglie nel dettaglio tutti i diversi aspetti, dall’analisi della attuale impronta ecologica del sistema sanitario britannico, fino alle possibili azioni e gli interventi necessari per raggiungere l’ambizioso obiettivo di zero emissioni.
I medicinali rappresentano il 25% delle emissioni
Nel documento l’Nhs si propone due obiettivi per raggiungere l’impegno di zero emissioni, che sono pensati sulla base della portata della sfida posta dal cambiamento climatico, delle conoscenze attuali e degli interventi possibili.
Il primo obiettivo riguarda le emissioni controllate direttamente, il cosiddetto Nhs Carbon Footprint, (l’impronta ecologica) ed è di zero emissioni entro il 2040, con l’ambizione di raggiungere una riduzione dell’80% entro il 2028-2032.
Il secondo riguarda le emissioni che l’Nhs può influenzare (Nhs Carbon Footprint Plus), che si propone di arrivare a emissioni zero entro il 2045 e di raggiungere una riduzione dell’80% entro il 2036-2039.
Il programma per il raggiungimento della riduzione delle emissioni si compone di diversi punti, ecco i principali:
- sviluppare nuovi modelli di cura, in grado di ridurre le emissioni di carbonio, come parte del Piano a lungo termine dell’Nhs;
- rendere a impatto zero i farmaci e la catena di approvvigionamento, lavorando con i fornitori per assicurarsi che tutti rispettino o superino l’impegno di zero emissioni di carbonio prima della fine del decennio;
- rendere a emissioni zero i veicoli entro il 2032, a partire dalle ambulanze, che saranno a emissioni zero entro il 2022;
- costruire 40 nuovi ospedali a zero emissioni, come parte del Piano per le infrastrutture sanitarie del governo, con un nuovo standard ospedaliero;
- completare la sostituzione delle lampadine con illuminazione a Led, con un programma da 50 milioni di sterline, che, esteso a tutto l’Nhs, migliorerebbe il comfort del paziente e farebbe risparmiare oltre 3 miliardi di sterline nei prossimi tre decenni;
- supportare un aggiornamento dei principi del sistema sanitario per includere la risposta al cambiamento climatico, lanciando un programma nazionale per un Nhs più green.
La chiamata coinvolge tutti gli attori del sistema sanitario britannico. Infatti, si legge nel documento, questo impegno sarà realizzabile solo se ogni persona che fa parte dell’Nhs (più di 1,3 milioni) lavorerà per raggiungere l’obiettivo, ognuno con il suo ruolo. Per esempio, un fisioterapista si potrà impegnare a mantenere attivi i pazienti spingendoli a utilizzare mobilità sostenibile, o chi si occupa di salute mentale potrà privilegiare cure di alta qualità tramite telemedicina; ma anche uno chef ospedaliero potrà contribuire procurandosi ingredienti della comunità locale.
Per quanto riguarda la filiera del farmaco i medicinali rappresentano il 25% delle emissioni all’interno dell’Nhs. Un piccolo numero di medicinali rappresenta una grande parte delle emissioni e c’è già un focus significativo su due gruppi: i gas anestetici (2% delle emissioni) e gli inalatori (3% delle emissioni) per i quali le emissioni si verificano nel “punto d’uso”. Il restante 20% delle emissioni si trova principalmente nella produzione e nel trasporto merci inerenti alla catena di approvvigionamento. Per esempio, si sta già lavorando per ridurre i farmaci con inalatore usati per il trattamento dell’asma. La maggior parte delle emissioni causate dagli inalatori proviene dal propellente utilizzato per somministrare il medicinale, piuttosto che dal medicinale stesso. Il piano a lungo termine dell’Nhs ha fissato obiettivi per ottenere riduzioni di emissioni, modificando la terapia, dove possibile, con quella a inalatori di polvere secca (Dpi).